4 luglio 2008 – Furio Colombo: Il no del prefetto di Roma al ministro Maroni onora il Paese

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di Furio Colombo

Il prefetto di Roma ha detto no al ministro Maroni. L’alto funzionario si chiama Carlo Mosca, ha 62 anni, ricopre la più ambita fra le cariche della carriera di un prefetto, la titolarità della sede di Roma, Ma non china la testa e non dice “signorsì” perché l’ordine è insensato, deliberatamente cattivo e inutile.

Sia chiaro che la motivazione che precede è di questo blog. Al prefetto invece appartiene un “no” alto e chiaro che riscatta decenni di sottomissione della burocrazia italiana che risale fino al fascismo. Il prefetto Mosca ritiene che misure di emergenza come quelle che si vogliono imporre ai bambini Rom (impronte digitali) riguardino la criminalità organizzata, “i delinquenti, non i bambini”.

Queste sono parole del prefetto di Roma. Onorano il Paese e interrompono un lungo filo di acquiescenza opportunistica e di protezione di se stessi e della propria carriera che è, purtroppo, un segno distintivo dell’Italia.

In tempi in cui si arriva a parlare, per Roma, di Via Almirante, di ronde militari e di “milizia” volontarie nei quartieri, come se fossero tormentati dalla guerriglia, fa onore alla città avere un
prefetto che dice “no” al vortice stupido e cattivo che sta infuriando sull’Italia.


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