4.01.2009 – L’assassinio del diritto di cronaca

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Sulle intercettazioni stiamo assistendo all’ennesima messa in scena. Belusconi fa il poliziotto cattivo, qualche socio di maggioranza ha messo la maschera del poliziotto buono. Alla fine, tutti insieme troveranno una intesa per limitare fortemente l’autonomia della magistratura e dell’informazione. Questa condivisione è confermata dall’assoluto silenzio che continua a circondare quello che si configura come un vero e proprio assassinio del diritto di cronaca. E non ci riferiamo solo e soltanto alle minacce di carcere o alle sanzioni stratosferiche, quanto al divieto di pubblicare alcunché sino al pubblico dibattimento. In altre parole i cronisti potrebbero essere costretti al silenzio per anni ed i cittadini potrebbero non essere informati su vicende delicatissime. Un eventuale divieto, di questa natura, per altro, avrebbe come conseguenza il commercio clandestino ed il loro uso a fini di ricatto. Questa parte delle proposte presentate dal ministro Alfano sono circondate da un silenzio preoccupante, quasi tombale eppure le organizzazioni dei giornalisti hanno presentato specifiche proposte per la tutela della privacy di ogni cittadino ed anche per bloccare la pubblicazione delle intercettazioni relative a soggetti assolutamente estranei alle indagini . Queste proposte, sino ad oggi, non sono state neppure prese in considerazione. Siamo tra quelli che non credono affatto nell’uso indiscriminato delle intercettazioni e tantomeno in una loro spettacolarizzazione mediatica, ma quanto sta accadendo rafforza la convinzione che il provvedimento in discussione sia solo e soltanto l’ennesima variazione sul tema della tutela degli impuniti e delle impunità.

Giuseppe Giulietti



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