5 e 8 per mille in Abruzzo: la Bibbia secondo Tremonti

MicroMega

Cara MicroMega,

sono un non credente che a giorni presenterà la denuncia dei redditi. La logica mi porterebbe a optare nella scelta dell’8×1000 per lo Stato, e lo farei molto volentieri se – come prospettato per primo dal segretario dell’UAAR (Unione Atei Agnostici Razionalisti) – il Min. Tremonti si impegnasse pubblicamente a usare da subito l’8×1000 dello Stato per uno dei fini previsti dalla sua legge istitutiva (222/1985), e cioè per far fronte a quegli interventi straordinari dovuti a calamità naturali come il terremoto in Abruzzo.

E invece Tremonti sta cercando di attivare il 5×1000 per lo stesso scopo, con i seguenti inconvenienti rispetto all’8×1000: dubbia legittimità legislativa – lo Stato per legge non figura fra i possibili destinatari di questa scelta del contribuente; difficoltà di attuazione nell’immediato – si tratta di modificare i codici di tutti i programmi di tutti i CAAF a giro per l’Italia; minor possibilità di gettito – per vari motivi tecnici, il principale dei quali è che nel 2009 probabilmente interesserà una cifra che sarà i quattro decimi circa dei fondi previsti per l’8×1000; almeno due anni di ritardo della disponibilità finanziaria; concorrenza per gli stessi fondi con tutte quelle Associazioni di volontariato che sono già grandemente impegnate in Abruzzo.

Viceversa per il 2009 la quota dello Stato dell’8×1000 dovrebbe ammontare a circa 90milioni di euro, ed è attualmente previsto che vengano quasi totalmente accantonati (erano 86 nel 2007 e 88,5 nel 2008 di cui 85 accantonati). Questi 90milioni circa dovrebbero essere disponibili immediatamente, e potrebbero essere incrementati di altri 550 circa se lo Stato prendesse, con un decreto legge, per i terremotati abruzzesi la quota di 8×1000 dovuta alle scelte “non espresse” anziché lasciarla quasi tutta alla Chiesa Cattolica (negli ultimi dati disponibili del 2007 sono 528 circa i milioni della quota non espressa che va alle confessioni religiose, di cui 524,5 vanno alla CEI che, sommati ai 362,5 della sua quota parte espressa, fanno un totale CEI di circa 887 milioni; mentre quelli del 2008 non sono noti pur essendo probabilmente analoghi). In questo modo Tremonti potrebbe far fronte quasi interamente alle esigenze immediate per la ricostruzione in Abruzzo previste nel 2009 in 8-900milioni di euro, la Chiesa Cattolica non si potrebbe certamente lamentare visto che si accaparra gran parte di una quota che a rigor di logica non le spetterebbe e che comunque verrebbe utilizzata per nobili scopi solidaristici cristiani, non si introdurrebbero ulteriori tasse e balzelli. Se poi questa impostazione fosse confermata in futuro, come sarebbe logico visto che si chiede ai contribuenti di scegliere lo Stato con una finalità precisa per gli anni a venire, Tremonti potrebbe trovare in questo cespito cifre interessanti per la ricostruzione complessiva di tutto l’Abruzzo.

Ma Tremonti non lo farà. Recentemente il Ministro ha dichiarato di apprezzare la Bibbia in economia perché insegna a separare il grano dal loglio. Dobbiamo desumerne che, dopo averli separati, lui sa perfettamente a chi dare il grano e a chi il loglio.

Giovanni Mainetto

(15 aprile 2009)



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