6 luglio 2008 – Pancho Pardi: Se c’è un giustizialista in Italia è proprio Berlusconi

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di Pancho Pardi

La battuta giapponese di Berlusconi "il giustizialismo in Italia è la premessa di un ritorno del fascismo" è troppo esagerata per meritare un commento ovvio, e cioè che i postfascisti stanno nel suo partito.
Nè vale la pena ricordare a uno che credeva che il padre dei fratelli Cervi fosse ancora vivo che il fascismo non partì affatto da iniziative né dei magistrati, né dei cittadini che volevano giustizia. Limitiamoci a consigliargli la lettura del classico di Salvatorelli e Mira (Einaudi) sapendo bene che non lo leggerà.

Forse però è necessario fare un breve chiarimento sul giustizialismo. Mai parola fu più usata a sproposito.
Giustizialismo era il nome del movimento popolare guidato da Peron e in seguito da Evita, sua moglie e vedova.
Un movimento, come molti altri della tradizione latinoamericana, fondato su aspirazioni di giustizia sociale dei descamisados ma plasmato e guidato da forze capaci di indirizzarlo in una direzione plebiscitaria sotto il comando di un singolo uomo.
Una sorta di dittatura dolce, appoggiata dalla Chiesa, in parte dai ceti militari, e ben vista dagli Usa in funzione anticomunista, sostenuta dal calore di masse popolari povere e facili a essere ingannate e raggirate. Detto in breve il giustizialismo fu questo.

E’ facile capire che con i movimenti che oggi lottano contro l’anomalia italiana c’entra come i cavoli a merenda.
Forse è piaciuto il suono della parola, la sua capacità di comunicare il tono scalmanato che chi la usa vuole attribuirci.
Nel corto circuito di falsificazione culturale esercitato da chi usa quel termine, giustizialismo vuole suggerire l’idea di masse facinorose orientate a pretendere un impiego sbrigativo della giustizia a senso unico, estranee al rispetto delle garanzie processuali, pronte a brandire, almeno in metafora, la forca contro gli avversari (ma gli unici che sventolarono la forca in Parlamento furono i leghisti).
Insomma, giustizialisti sono i nemici del garantismo. Quanto i garantisti sono moderati e pensosi, tanto i giustizialisti sono assatanati e sbrigativi.
E per di più sono anche nemici della volontà popolare perché lottano contro chi ne è stato eletto. Va notato di sfuggita: in questo modo si identifica chi pratica l’opposizione come nemico del popolo.

Ma a guardare la prassi l’uso sbrigativo della giustizia a senso unico è stato ed è praticato in primis proprio dal presidente del consiglio.
Quando non gli va bene la legge vigente la cambia. Se ne costruisce una di proprio gusto e come si conviene alla sua aspirazione plebiscitaria pretende che la legge che favorisce lui solo sia fatta solo per l’interesse collettivo.
Se c’è un giustizialista in Italia è proprio il presidente del consiglio.


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