6 settembre 2008 – Pancho Pardi: La farsa dell’ICI
di Pancho Pardi
Che l’ICI fosse l’unica imposta federalista si sapeva. Ma il centrodestra doveva presentarsi come la forza politica che abbassa le imposte. Eliminando l’ICI ha fatto oltretutto un favore ai ricchi perché quella dei meno ricchi era già stata abolita dal governo Prodi, anche se quasi nessuno lo sapeva. E’ probabile che molti meno ricchi pensino ancora che la loro ICI l’ha tolta di mezzo Berlusconi. E’ facile sia così, se si crede anche solo un poco alle statistiche sull’analfabetismo degli italiani.
Ora però i comuni soffrono l’abolizione dell’unica imposta federalista e non sanno come far fronte alla necessità di mantenere attivi i servizi cui i cittadini erano abituati. O ci sono nuove entrate o ci saranno meno servizi.
Non si può reintrodurre l’ICI, anche se Bossi l’ha proposto. Ma l’ancora indefinito provvedimento Calderoli sul federalismo fiscale lascia capire che si potrebbe dare ai comuni una nuova possibilità di immaginare imposte sugli immobili. Per carità, non sarà una nuova ICI ma semplicemente una nuova imposta sugli immobili.
Brunetta a Repubblica spiega la differenza. L’ICI era odiosa perché era un’imposta patrimoniale: “un esproprio su un bene primario usato dai cittadini”. Qui non si è spiegato bene lui o è stato mal riferito dal giornalista: dell’uso non gliene importa nulla, a lui sta a cuore la proprietà, che per lui è certo molto più seria dell’uso. Ma il bello viene dopo. “La casa è un patrimonio immobiliare e come tale insiste sul territorio” (ma guarda, non ci avevamo pensato). “E’ chiaro che un sistema di tassazione ad essa relativa deve essere gestito e fruito dai governi locali” (quindi, sembra di capire, un sistema di tassazione ci sarà). “Su questo non ci piove. Ma la razionalizzazione dell’imposizione immobiliare” (ecco, si chiama così: razionalizzazione dell’imposizione immobiliare) “come prevede il testo Calderoli, significa tutto tranne l’ICI. Si pagheranno eventuali servizi ma nulla sul patrimonio”.
Non possiamo che esserne consolati. Prima, per opera del governo Prodi, i meno ricchi non pagavano l’ICI, e i ricchi la pagavano per avere dei servizi. Dopo l’abolizione dell’ICI anche per i ricchi, con il nuovo testo Calderoli, tutti, anche i meno ricchi, non pagheranno l’ICI ma pagheranno i servizi per avere i quali in origine si pagava l’ICI. Dunque anche i meno ricchi pagheranno ma avranno la consolazione di sapere che ciò che pagano non è “una patrimoniale aberrante”. La consolazione è così efficace che anche quando si saprà che per i servizi si pagherà magari di più di quanto si sarebbe pagata l’ICI rimarrà comunque una certa soddisfazione.
E chissà che ne rimanga perfino una piccola parte di riserva per fronteggiare lo sgomento di dover pagare l’incalcolabile debito della bad company che l’Alitalia ha lasciato ai cittadini per dare ai capitani coraggiosi la possibilità di guadagnare qualche manciata di euro con la compagnia risanata.
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