6.03.09 – L’incubo Mediaset al Quirinale
Il mesto ritorno in carcere di Vanna Marchi e figlia per scontare la condanna definitiva fa tornare in mente i numerosi tentativi, anche recenti in Senato, di sottrarre preventivamente allo stesso destino gli specialisti di falso in bilancio e bancarotta, che hanno danneggiato, come nel caso Parmalat, decine di migliaia di cittadini italiani e perfino sindacati canadesi che, ignari, avevano messo i titoli tossici nei loro fondi pensione.
Fa tornare in mente anche il Lodo Alfano che protegge il presidente del consiglio da qualsiasi azione giudiziaria ma non impedisce di pensare che, in un mondo normale, se l’avvocato Mills viene condannato a quattro anni e sei mesi per essersi fatto corrompere da Berlusconi, il corruttore non dovrebbe passarla liscia. Ma per Panebianco e Galli della Loggia questa sarà senz’altro fantasia giustizialista…
Per non far dimenticare che “l’Italia è un’anomalia mondiale” (così Romano Prodi a Oxford) il ministro Bondi ha smesso per un momento di straziare la carta con i suoi versi per proporre candidamente che una rete Rai resti senza pubblicità. Già che ci siamo, perché non tutte e tre le reti Rai senza pubblicità? Il motivo è semplice: toglierla a una sola è proposta che apparirà moderata. Se ne toglie un po’ alla Rai, se ne aggiunge un po’ a Mediaset ma senza esagerare. E infatti è più o meno così che è stata accolta da vari protagonisti della scena politica. I più coraggiosi hanno osato ribattere che se si toglie la pubblicità a una rete Rai si dovrà almeno mettere un tetto antitrust a Mediaset: un’audacia da sbalordire.
Altri hanno sostenuto che ormai con la digitalizzazione in corso la questione della pubblicità perde sempre più importanza. Tra un anno e mezzo ci sarà la televisione digitale nel 70% del territorio italiano. Si stanno preparando a sostenere che se nel futuro Berlusconi fosse eletto alla presidenza della repubblica, l’enorme moltiplicazione digitale dei canali gli permetterà di non vendere le sue reti. Mediaset al Quirinale è un incubo che dovrebbe essere preso sul serio.
Molti sostengono che l’anomalia italiana è ormai un problema trascurabile di fronte all’incubo della crisi e della disoccupazione crescente: restare senza lavoro e senza reddito è peggio che avere un monopolista televisivo al vertice del potere. Ma fa parte di questo maggiore incubo anche il fatto che chi sta al potere ha tutti i mezzi in mano sua per raccontare la crisi a modo suo. E il 30% degli italiani va a votare informato solo dalla televisione. Mi dispiace ma si torna sempre lì…
Pancho Pardi
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