7 agosto 2008 – Giuseppe Giulietti: Olimpiadi, i media raccontino anche i diritti violati
di Giuseppe Giulietti
L’associazione Articolo21 grazie all’infaticabile lavoro della redazione e di Roberto Reale, sta seguendo da tempo il tema dei diritti violati in Cina, in Birmania, in Tibet, nel Darfur per fare solo qualche esempio. Per mesi e mesi abbiamo incontrato sulla nostra strada poche associazioni che non hanno smesso di far sentire la loro voce e di alzare le loro denunce contro la violazione dei diritti umani e civili in Cina, e non solo in Cina. Ci sembra doveroso ricordare l’impegno di Amnesty International, della Tavola della Pace, di Nessuno Tocchi Caino, Information Safety e Freedom,della Comunità di Sant’Egidio ,di Cecilia Brighi, di Free Burma, di Italian For Darfur, di Radio Radicale per fare solo qualche esempio. I loro appelli e le loro denunce sono spesso caduti nel vuoto, in una indifferenza quasi generale. Un anno fa, proprio su questo sito scrivemmo che tra le richieste di boicottaggio ed il nulla, alla fine avrebbe avuto la meglio il nulla. Troppi e troppo grandi sono gli interessi “in gioco” dentro ed attorno alle olimpiadi cinesi. La retorica dei diritti umani si può utilizzare per bombardare l’Afghanistan o l’Iraq, non certo nei confronti della Cina. Qualche ora fa alcuni esponenti di Alleanza Nazionale hanno chiesto agli atleti italiani di manifestare in ogni modo il loro dissenso. Se e quando gli atleti di ogni parte del mondo decideranno di compiere un gesto di civiltà non potranno non avere il consenso di quanti credono davvero nell’affermazione piena ed ovunque dei diritti umani. No spetta tuttavia alla politica rivolgere un appello agli atleti. La politica deve parlare a se stessa ed esigere da se stessa uno scatto di dignità .Il presidente del consiglio Berlusconi, nel corso dell’ultimo G8 disse con grande chiarezza che l’Italia avrebbe partecipato alla cerimonia di apertura dei giochi, con una delegazione di altissimo livello politico. Quella sarebbe stata l’occasione per gli esponenti della destra, per far sentire la propria voce. Per altro la commissione Esteri della Camera, su proposta dell’onorevole Matteo Mencacci del gruppo Radicali-democratici , aveva approvato, a larghissima maggioranza una mozione per invitare il governo italiano a ritirare la propria delegazione istituzionale (e non la delegazione olimpica). C’è ora il rischio che questa tardiva rissa non porti ad alcun risultato . Per queste ragioni continueremo testardamente a chiedere che l’evento olimpico serva almeno per riportare l’attenzione delle pubbliche opinioni, attraverso i media internazionali e nazionali, sul tema dei diritti violati. Dalla Birmania, al Darfur, dal Tibet, dalla Cina sono arrivati appelli (basta andare a leggere su questo sito le testimonianze raccolte da Roberto Reale) a raccontare le biografie dei tanti dissidenti che non possono più esprimere le proprie idee. “Non boicottate le Olimpiadi, ma parlate di noi”, questo l’appello che è stato lanciato Hu Jia, uno dei più importanti dissidenti cinesi in carcere dal 2007 . In questa direzione molto possono fare i media e in particolare la Rai che si è assicurata l’esclusiva. Qualche tempo fa il servizio pubblico si era impegnato a promuovere uno specifico appuntamento dedicato ai diritti umani violati con particolare riferimento allo stesso evento olimpico. Tra qualche ora a Pechino si svolgerà la grande cerimonia di apertura. Nessuno chiede alla Rai di spegnere i riflettori, ma più semplicemente di accenderli anche per raccontare quello che accade fuori Pechino, in zone lontane e magari persino nelle carceri vicino agli stadi. Tra il boicottaggio e il nulla, per riprendere l’immagine iniziale, c’è davvero una terza strada che sino ad oggi non è stata percorsa. Il prossimo otto agosto i radicali saranno ad Assisi per ricordare la drammatica situazione nel Tibet. Sempre l’otto agosto a Roma Free Buma sarà a piazza Madonna di Loreto (piazza Venezia), per richiamare l’attenzione sui diritti violati in Birmania. L’associazione Articolo21 darà spazio a tutte queste iniziative e chiederà a tutti i media nazionali di raccontare con grande passione i giochi olimpici, ma anche di raccontare, con altrettanto passione civile gli altri giochi olimpici, ai quali parteciperanno tante persone nel mondo che spesso restano senza volto, senza voce e senza libertà.
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