8 per mille ai valdesi, senza pregiudizi. E con molte differenze dalla Cei
Ingrid Colanicchia
Continuano ad aumentare i cittadini italiani che scelgono di destinare l’8 per mille ai valdesi (più 11% nell’ultimo anno). La Chiesa Valdese non destina nemmeno un euro a finalità di culto, al contrario della Chiesa cattolica, la quale utilizza più della metà del miliardo di euro che riceve al sostentamento del clero e alle esigenze di culto. Ecco i dati.
, da www.adistaonline.it
«Basta pregiudizi. Siamo tutti fratelli e sorelle d’Italia». È questo lo slogan che la Chiesa valdese-Unione delle Chiese valdesi e metodiste ha scelto per la campagna 8 per mille di quest’anno. Per il secondo anno consecutivo quindi è il tema della lotta al pregiudizio a essere protagonista, in continuità con la campagna 8 per mille 2010 e con la campagna di “comunicazione umana” promossa lo scorso anno dalla Tavola valdese con l’affissione in varie città italiane di manifesti di grande impatto visivo contro le discriminazioni e i razzismi (v. Adista n. 41/10).
E dopo Roma e Milano, a fare da cornice alla presentazione della campagna è stata Palermo, dove la Chiesa valdese ha recentemente celebrato i suoi primi 150 anni di vita – insieme all’Italia unita – e dove è stato aperto il nono sportello, a livello nazionale, per depositare il proprio testamento biologico. Una scelta, quella della città di Palermo, che Maria Bonafede, moderatora della Tavola Valdese, ha spiegato anche con la posizione geografica, prossima «al luogo dove in questi ultimi mesi si sta verificando la tragedia umanitaria che tutti ben conosciamo»: una scelta che «voleva dunque essere anche un segno della nostra vicinanza e del nostro impegno a utilizzare le nostre piccole risorse, anche quelle dell’8 per mille, per dare una testimonianza di accoglienza come cristiani».
D’altronde è proprio nel solco di una cultura dell’accoglienza e del riconoscimento che si inseriscono da sempre le attività finanziate dalla Chiesa valdese con i fondi dell’8 per mille. Basti pensare ad alcune delle iniziative sostenute nel 2010: dai progetti per i migranti, con particolare riguardo alle donne maltrattate o vittime di tratta al recupero di tossicodipendenti; dal lavoro di inserimento dei disabili ai 240mila euro destinati alla ricostruzione dell’Abruzzo. Non un euro è destinato a finalità di culto, una scelta che da sempre paga le campagne 8 per mille dei valdesi: continuano a crescere infatti i contribuenti che firmano il loro 8 per mille per la Chiesa valdese, facendo registrare, rispetto allo scorso anno, un aumento dell’11%, per un totale di 350mila firme.
Un successo che certo non preoccupa la Chiesa cattolica (da sempre principale destinataria dei fondi dell’8 per mille anche grazie al fatto che la legge prevede che le quote non espresse siano ripartite tra lo Stato e le confessioni religiose che ne hanno diritto in misura proporzionale alle percentuali di firme ricevute), ma che forse spiega, almeno in parte, la nuova campagna 8 per mille, lanciata lo scorso aprile dall’economo della Cei, mons. Giampietro Fasani. La novità sta sia nei contenuti degli spot – storie e personaggi reali delle opere assistenziali realizzate con i fondi dell’8 per mille, girati dal regista Stefano Palombi per l’agenzia Saatchi&Saatchi – che nella possibilità di approfondire via internet (sul sito www.chiediloaloro.it) le opere scelte come testimonianza.
«Persone e situazioni vere, di aiuto agli altri, che non abbiamo fatto fatica a trovare», ha spiegato mons. Fasani, il quale ha affermato che è impossibile quantificare il numero preciso di opere finanziate con l’8 per mille, ma ha specificato che, ad esempio, per i beni cultuali, «sono più di 800 progetti l’anno quelli che vengono approvati», per il Terzo mondo «più di 600 l’anno». Per quanto riguarda la gestione del fondi 2010, che fanno riferimento alle dichiarazioni dei redditi del 2007, mons. Fasani ha fornito alcune cifre, fra cui: del miliardo di euro complessivo, 381 milioni sono andati ai 37mila sacerdoti che ricevono l’integrazione del reddito, altri 381 milioni sono andati alle esigenze di culto; 205 i milioni invece destinati alle diocesi italiane per opere di carità e 85 milioni circa ai Paesi del Terzo mondo.
(16 maggio 2011)
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