8.03.09 – Raiset, non si parli della crisi
Silvio Berlusconi ci ha fatto sapere che la crisi economica non sarebbe drammatica, se appare tale è solo per colpa dei media, in particolare della Rai che sarebbe tutta in mano all’opposizione. Sarebbe facile replicare citando il fido Tremonti che, invece, ha dichiarato l’esatto contrario, ma sarebbe tuttavia pericoloso non cogliere il messaggio che il presidente editore ha voluto lanciare. Re Silvio sa perfettamente che non riuscirà ad arrestare una crisi profonda destinata purtroppo a produrre effetti devastanti, così si prepara ad affrontarla nell’unico modo che conosce e cioè attraverso un controllo totale e sistematico delle piazze mediatiche. La crisi non sparirà, ma almeno tenterà di farla sparire dal video attraverso la definitiva costruzione del polo unico Raiset.
Attualmente il proprietario di Mediaset controlla già tanta parte della Rai, ma l’obiettivo dichiarato è quello di espellere le ultime diversità sopravvissute e di cancellare dalla rappresentazione tutti i temi e i soggetti politici, sociali, sindacali sgraditi. In altre parole vuole cancellare lo spazio pubblico di discussione e di informazione, alterando non solo la percezione della realtà da parte della opinione pubblica, ma deformando e inquinando le stesse modalità di formazione delle conoscenza e di conseguenza la possibilità di esprimere un voto fondato sul libero convincimento.
Non si tratta di una questione che riguarda gli assetti futuri della Rai o la distribuzione dei lotti ma di una grande questione democratica che dovrebbe suscitare la reazione unitaria e compatta di quanti credono nella carta costituzionale e non intendono assistere passivamente allo stravolgimento dei principi fondamentali dello stato di diritto.
Se il disegno annunciato dovesse essere portato a compimento saremmo in presenza di quella che gli studiosi di diritto costituzionale chiamano dittatura della maggioranza. Non amiamo le espressioni troppo colorate, ma non sapremmo trovare altra definizione che quella di xxdx. In questo caso, almeno in questo caso, sarà davvero il caso di superare qualsiasi spirito di parte o di partito e di promuovere una grande manifestazione nazionale che veda protagonisti quanti amano i valori racchiusi nell’Art21 della Costituzione.
(8 marzo 2009)
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