8×1000 a sanità e ricerca, MicroMega aderisce alla petizione dell’Uaar

MicroMega

Dirottare l’8×1000 di competenza statale della prossima dichiarazione dei redditi al sostegno del servizio sanitario nazionale. È questa la richiesta al centro della petizione lanciata su change.org dall’Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti (Uaar).

«Con l’opaco meccanismo dell’8×1000, condannato ripetutamente dalla Corte dei Conti, ogni anno lo Stato regala a istituzioni religiose una quota che supera il miliardo di euro», si legge nel testo della petizione: «Firma se vuoi che più di un miliardo di euro l’anno resti allo Stato e venga usato per ricerca e sanità, senza sborsare un euro in più di tasse. Immagina quanti respiratori, mascherine, dispositivi di protezione si sarebbero potuti comprare con quella cifra, quanti operatori sanitari e ricercatori si sarebbero potuti assumere negli anni passati, quanta ricerca scientifica si sarebbe potuta svolgere».

La petizione lanciata dall’Uaar (cui hanno già aderito Associazione Luca Coscioni, AMICA – Associazione Medici Italiani Contraccezione e Aborto, Vita di Donna Onlus, Associazione Radicale Certi Diritti, Consulta di Bioetica Onlus) non è la prima iniziativa dell’associazione per far fronte all’emergenza coronavirus. Nelle settimane passate l’Uaar ha già lanciato attraverso i propri canali una raccolta fondi per l’Istituto Nazionale Malattie Infettive “Lazzaro Spallanzani” di Roma: ai 10mila euro iniziali versati dall’associazione se ne sono già aggiunti quasi altrettanti. Ora la richiesta è quella di consentire a tutti i cittadini di fare di più senza ulteriori esborsi, tramite la semplice scelta «Stato» nella dichiarazione dei redditi che saranno chiamati a compilare nei prossimi mesi. Se il governo si impegna pubblicamente a utilizzare tali fondi per sanità e ricerca, la risposta dei cittadini non potrà che essere consistente.

Oltre a quella di dirottare l’8×1000 di competenza statale della prossima dichiarazione dei redditi al sostegno del servizio sanitario nazionale e alla ricerca scientifica, le richieste al Presidente del Consiglio dei ministri e al Parlamento della Repubblica sono due: modificare la legge che disciplina l’istituto dell’8×1000 così che le scelte inespresse rimangano allo Stato (790.000.000 € solo per il 2019); ripensare l’intero sistema, figlio dei Patti lateranensi firmati da Mussolini.

«Le nostre richieste – spiega il segretario dell’Uaar, Roberto Grendene – partono dalla situazione emergenziale che stiamo vivendo ma si fondano sull’assunto che l’istituto dell’8×1000 non ha ragion d’essere in un paese sempre più secolarizzato, che ufficialmente si dice laico e soprattutto che versa in difficilissime condizioni. Quanti problemi si potrebbero risolvere con più di un miliardo di euro in più all’anno in materia di calamità naturali, edilizia scolastica, welfare eccetera? Ciò cui abbiamo assistito in queste settimane va invece in tutt’altra direzione. Ed è paradossale: il presidente del Consiglio che si spertica in ringraziamenti per quello che la Conferenza episcopale ha promesso di fare con una piccola parte dell’8×1000 che riceve dallo Stato. Praticamente Conte ha ringraziato la Cei che ha promesso di farci la carità con i nostri soldi! Noi – conclude Grendene – chiediamo invece alle istituzioni di anteporre gli interessi di tutti i cittadini alla tutela di privilegi consolidati e ai cittadini di far sentire la propria voce sottoscrivendo la petizione».

Si può sottoscrivere la petizione al seguente link: www.change.org/p/8×1000-a-sanità-e-ricerca

(15 aprile 2020)


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