9.12.08 – Rifiuti, nessuno sciacallaggio mediatico

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In questi giorni, a proposito delle vicende napoletane, abbiamo spesso sentito usare la parola "sciacallaggio mediatico" per indicare un presunto accanimento della stampa contro gli amministratori locali. Non escludiamo che qualcosa di simile possa pure essere accaduto, ma ricordiamo ancora le urla scomposte che accolsero le prime inchieste giornalistiche che tentavano di far luce sui tanti misteri che circondavano e circondano, per esempio, tutti gli affari connessi alla immondizia, allo smaltimento, sino alle possibili infiltrazioni della camorra. Ricordiamo ancora una splendida inchiesta realizzata da Sandro Ruotolo per il TG3, per non parlare degli speciali realizzati da Milena Gabanelli o da Michele Santoro o dei tanti servizi curati da Fabrizio Feo e da altri coraggiosi cronisti di emittenti nazionali e locali. Ogni qual volta il muro del silenzio veniva abbattuto si alzava un coro contro lo sciacallaggio mediatico, contro i cronisti alla ricerca di una facile popolarità e, ovviamente, al servizio di oscuri interessi. Se invece di urlare, avessero guardato le immagini e ascoltate quelle voci, forse non saremmo arrivati sino al punto di dover ascoltare la lezioncina di Berlusconi sulla questione morale. Sarebbe davvero il caso di dire: il bue chiama cornuto l’asino. Invece di urlare allo sciacallaggio mediatico sarebbe il caso di assegnare una medaglia postuma a quei cronisti che non hanno mai rinunciato a fare il loro mestiere, anche scontentando i voleri di amici e presunti compagni.

Giuseppe Giulietti



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