A Rio addio laicità: ecco il sindaco evangelico e fondamentalista
Giacomo Russo Spena
Marcelo Crivella, 59 anni, pastore pentecostale e vescovo della Chiesa Universale del Regno di Dio, è il nuovo primo cittadino della città carioca. Difensore della teoria creazionista ed ultraconservatore, parla tranquillamente di teocrazia per il Brasile. A rischio i diritti civili e la secolarizzazione.
Alla notizia della vittoria, è esplosa la festa nella Chiesa evangelica di Rio de Janeiro: “È il trionfo di Dio” hanno urlato i fedeli. Marcelo Crivella – 59 anni, pastore pentecostale, difensore della teoria creazionista ed ultraconservatore – è il nuovo sindaco della città carioca, la seconda come numero di abitanti dopo San Paolo. Al ballottaggio ha sconfitto con il 59 per cento dei consensi Marcelo Freixo, esponente di sinistra del Partito Socialismo e Libertà (PSOL).
“Mi prenderò cura del popolo e sotto il mio governo finalmente si proteggerà la famiglia” ha annunciato a caldo Crivella che in campagna elettorale ha promesso di migliorare i servizi pubblici e di contrastare la corruzione dilagante nella città. Nel Brasile post olimpionico il malcontento, soprattutto tra le fasce sociali più deboli, è molto diffuso. Il voto a Crivella ha rappresentato una scelta di rottura contro un sistema non più soddisfacente. È tra le classi lavoratrici che il suo partito ha intercettato la maggioranza dei voti: la classe media e i poveri hanno espresso infatti la propria preferenza per il partito repubblicano brasiliano (PRB), forza fondata nel 2002 dallo stesso Crivella.
Secondo El Pais la vittoria di Crivella e del suo PRB, il braccio politico della Chiesa, è stata trainata dall’elettorato evangelico, che rappresenta un terzo dei quasi 4,9 milioni di elettori, oltre agli elettori più poveri e meno istruiti: “Un risultato senza precedenti per gli evangelici, il cui numero è cresciuto del 61 per cento tra il 2000 e il 2010. Gli evangelici sono rappresentati anche in Parlamento con 80 esponenti (14 per cento in più rispetto alla scorsa legislatura) a dimostrazione della loro crescita nelle istituzioni”.
Ma chi è Marcello Crivella? A leggere il suo curriculum siamo di fronte ad una clamorosa svolta religiosa in Brasile, da non sottovalutare, che in prospettiva può mettere a repentaglio la stessa laicità dello Stato carioca. Ingegnere, senatore dal 2002 e cantante gospel, il nuovo sindaco di Rio parla tranquillamente di teocrazia per il Brasile ed è vescovo della Chiesa Universale del Regno di Dio. Ha sempre fatto della religione un perno centrale della sua vita e per anni ha vissuto in Africa per missioni di evangelizzazione delle tribù locali.
Nel 1999 ha redatto un libro pubblicato in inglese con il titolo "Mutis, Sangomas e Nyanga: tradizione o stregoneria" che comprende anche fotografie in cui l’allora giovane Crivella esegue rituali di esorcismo in paesi come Kenya e Sud Africa. Nel testo i gay sono condannati per la loro “condotta maligna”, l’aborto viene considerato un abominio e le altre religioni sono etichettate come “demoniache”, si accusano la Chiesa cattolica e l’induismo per “il sacrificio di bambini”. L’omosessualità è il male supremo, concetto ribadito più volte durante la sua campagna elettorale a Rio.
Crivella, tra l’altro, è nipote di Edir Macedo, fondatore della chiesa pentecostale Igreja Universal do Reino do Deus, un impero miliardario e punta di diamante per l’avanzata dei neopentecostali nella politica brasiliana. Lo zio possiede un canale televisivo importante, Record. E grazie anche all’influenza dei media, in Brasile è in corso una forte processo di evangelizzazione. Nell’era della crisi economica e del discredito dei politici (dopo l’impeachment col quale è stata incastrata la ex presidente Dilma Rousself), il Paese è stato travolto da un’onda conservatrice.
In un articolo del sito terradamerica.com si spiega così quanto sta accadendo: “L’ideale conservatore ha le sue radici nel dovere morale di resistere all’insicurezza” sostiene ad esempio Rogério Baptistini, professore di sociologia dell’Università Presbiteriana Mackenzie. Anche lo storico Boris Fausto, in un’intervista rilasciata alla rivista “Veja”, afferma che un fenomeno (la crescita evangelica) alimenta l’altro (l’onda conservatrice). “L’espansione di queste chiese – si legge su terraamerica.com – favorisce un discorso conservatore a causa di alcuni dei principi che esse sostengono, come il veto al matrimonio omosessuale e il divieto di aborto. I pastori non intervengono nel vuoto: questo discorso trova eco in una tendenza conservatrice già latente nella società brasiliana”.
“L’epicentro di influenza politica evangelica non è più a livello globale gli Stati Uniti, ma il Brasile” ragiona sul Wall Street Journal Andrew Chesnut, professore di religione presso la Virginia Commonwealth University, il quale sottolinea come il censimento del 2010 ha mostrato che il numero di brasiliani evangelici sia più che raddoppiato al 20 per cento dai primi anni 1990, con vaste aree della popolazione convertite in massa. Gli studiosi ora stimano che la cifra sia salita a un quarto. Da anni l’avanzata è inarrestabile. Una guerra di proselitismo nella quale le chiese di culto evangelico brasiliane raccolgono successi incredibili dal punto di vista del numero di fedeli, delle donazioni, ottenendo anche l’elezione di politici di area.
Lo stesso PRB, la forza di Crivella, ha registrato una grande crescita nelle odierne elezioni amministrative. Se nel 2008 – si osserva sempre su terradamerica.org – “il partito ha ottenuto 54 sindaci e nel 2012 è arrivato a 79 sindaci e 1.204 assessori, adesso è riuscito ad eleggere 105 sindaci e 1.627 assessori. E contende lo scranno di primo cittadino in altre cinque città nel prossimo ballottaggio. Anche a San Paolo gli evangelici hanno di che festeggiare: il numero di assessori è praticamente duplicato – da 7 a 13 –, anche se il candidato del PRB, Celso Russomanno, è finito al terzo posto in una votazione al di sotto delle sue aspettative, dopo aver dominato per gran parte della campagna elettorale”.
Per il Brasile si apre una nuova fase. La missione evangelica ha conquistato il primo baluardo a Rio de Janeiro, i diritti civili e la secolarizzazione del Paese sono a rischio. Più di quanto si possa pensare.
(1 novembre 2016)
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