Ah la piazza…

MicroMega

Quanto è ipocrita un paese
dove tutte sono chiese,
intoccabili, divine,
per statuto adamantine.

Un paese dominato
da un signore ch’è imputato
da vent’anni per lo meno
e governa in modo osceno,

con un fine solamente .
dimostrare che è innocente,
non in base alle sentenze,
ma sol grazie alle indecenze

di cavilli, prescrizioni,
trappole, ricusazioni,
lodi, leggi su misura,
botte a una magistratura

che al potere non si prostri.
Un paese dove i nostri,
ahimé, non arrivan mai:
un ploton di parolai

sempre pronti ad inciuciare,
uno va, giunge il compare,
via D’Alema, ecco Veltroni.
Non sai se son creduloni,

con un come il Cavaliere!,
od inetti nel mestiere.
Un paese che ha abdicato
in favor di un altro Stato

a difendere i diritti,
arrendendosi agli editti
di un signor biancovestito
che, ammonendoci col dito,

dice: “Questo si può fare,
quello no, non ci provare.”
Un paese eternamente
pronto a aver per presidente

un anzian che, pur se arzillo,
tende a vivere tranquillo,
a metà fra equilibrista
ed un po’ cerchiobottista.

Ora, in queste condizioni,
è normal che Berlusconi
non sia l’unico obiettivo.
Se Veltroni è remissivo,

se il Pontefice romano
esce fuor dal Vaticano
ed in nom della sharia
i diritti spazza via

e se il capo dello Stato
tende a fare il pensionato,
chi per dignità va in piazza
sì, col Cavalier s’incazza,

ma anche agli altri non perdona:
la ministra troppo ‘bbona
per non sollevar sospetto,
anche visto che il ducetto,

pur se settantenne ed over,
è apprezzato latin lover.
Non perdona il presidente
che festeggia incautamente

con Mastella e Bassolino,
tandem molto birichino
nel milieu partenopeo
e diventa, ahimé, Morfeo

per quell’aria distaccata
con cui firma la porcata
che del Cavalier farà
il signor Immunità.

Non perdona Benedetto
che ci guarda dentro il letto
con gli occhietti inquisitori,
si interessa ai nostri amori,

se la prende con i gay,
per i preti vuol gli sghei
e perfin non è contento
se moriam senza tormento.

Non perdona Walterloo,
perdonarlo non si può!
In sei mesi dal debutto
ha sbagliato proprio tutto:

fu sconfitto alle elezioni,
inciuciò con Berlusconi,
perse Roma capitale
e ha officiato il funerale

di quei quattro disgraziati
dalle Camere cacciati.
Se con questi governanti
ci incazziam con la Guzzanti

o con Grillo o con Travaglio,
commettiamo un grave sbaglio:
il termometro buttiamo
ed il mal non lo curiamo.

(11 luglio 2008)



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