Alitalia, il danno e la beffa
Il piano per il salvataggio della compagnia sarà giudicato a Bruxelles da un uomo di Berlusconi. E solo l’Economist si accorge della farsa.
di Cinzia Sciuto
Il danno è la truffa ai danni dei cittadini italiani con cui si fa finta di “salvare” Alitalia. La beffa è che a dare il via libera dall’Unione europea a questa truffa sarà un uomo di Berlusconi. E il sospetto è che il cambio di delega chiesto al momento del suo insediamento dal nuovo governo italiano per il proprio commissario europeo non sia stato affatto casuale. Berlusconi aveva appena (stra)vinto le elezioni anche grazie alla sua mirabolante promessa di salvare l’Alitalia. Sapendo benissimo che, per mantenere la promessa, avrebbe dovuto fare letteralmente carte false (per esempio modificare la legge Marzano e derogare alle norme sull’Antitrust), ha pensato bene di disinnescare a priori l’ipotesi di qualche bastone fra le ruote che poteva venire dall’Unione, richiamando a casa Franco Frattini, commissario Ue alla Giustizia, libertà e sicurezza,spedendo a Bruxelles un suo fedelissimo, e chiedendo la delega per la politica dei trasporti.
Oggi i giornali danno – come se fosse seria – la seguente notizia: il commissario ai trasporti dell’Unione europea non esclude che da Bruxelles possa arrivare una richiesta "di chiarimenti sui contenuti del decreto" varato dal governo italiano per il salvataggio di Alitalia. Accipicchiolina, c’è da stare all’erta. Ma si può seriamente ritenere che Tajani, uno dei fondatori di Forza Italia, portavoce di Berlusconi durante il suo primo mandato governativo nel 1994, coordinatore regionale di Fi nel Lazio fino al 2005 e capodelegazione del partito al parlamento europeo fino a pochi mesi fa, possa porre anche il ben che minimo ostacolo al “miracolo” berlusconiano?
Gli unici ad essersi accorti della farsa pare siano – come spesso accade – gli stranieri. In un articolo estremamente critico sul piano Alitalia uscito oggi, l’Economist scrive: “Tutto questo dovrebbe interessare la Commissione europea. Ma una delle prime mosse di Berlusconi è stato di assicurare ad un suo supporter, Antonio Tajani, la delega alla Politica dei trasporti. Alcuni dei concorrenti di Alitalia potrebbero protestare con Bruxelles. Ma già prima che Colaninno [il presidente della nuova Compagnia aerea italiana, ndr] gli presentasse il piano Fenice, Tajani lo aveva elogiato come un piano che favorisce il mercato e il principio di concorrenza”. Contro quelle malelingue dell’Economist, Tajani ha però assicurato che nei confronti di Alitalia si comporterà come farebbe nei confronti di qualunque altra compagnia di qualunque altro paese “senza favoritismi né accanimenti, nel rispetto delle regole”. Il gioco delle parti è garantito.
(6 settembre 2008)
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