All’ombra di un partito ombra
Fa venire male al cuore
sentir dir che il Salvatore
sul suo bus risalirà
e di nuovo girerà
dell’Italia lo stivale.
La campagna elettorale,
in ben centodieci tappe
in cui prese per le chiappe
gli elettori del Pd,
così bene gli riuscì
che ora Walter ci riprova.
Par nell’occasion promuova
del Pd il tesseramento
per riuscire nell’intento
di un bel flop nelle iscrizioni
dopo quello alle elezioni.
Girerà tutte le piazze,
bacerà tante ragazze,
sognerà nuove primarie,
farà cene straordinarie
nelle case dei suoi fan,
ogni dì dirà: “We can!”
Alle folle assai depresse
rifarà tante promesse,
come e più del Cavaliere,
Non essendo lui al potere,
potrà dire quel che vuole
poiché è chiaro come il sole
che poi nulla manterrà.
Questa volta chiamerà
per cognome l’ex pelato,
perché l’ha appena fregato
e la cosa ancor gli brucia.
Al momento non inciucia,
ma non è così sicuro
non lo faccia nel futuro:
chi ce l’ha nel Dna
presto o tardi inciucerà,
va ben l’òpposizion fare,
però senza disturbare…
Vuol far l’ombra del premier,
ma purtroppo Walter è
l’ombra di un’opposzione
che ha un difetto: non si oppone.
Nel tour ombra le riunioni
farà sotto gli ombrelloni
e nell’ombra delle piazze,
bacerà solo ragazze
di precarietà perfetta
che di nome fanno Ombretta,
con l’ombretto intorno agli occhi…
Nelle cene coi suoi cocchi
solo ombrine mangerà
ed ombrette si berrà
a Venezia e giù di lì
con gli amici del Pd.
Poiché Walter è riuscito
a far l’ombra di un partito
anziché un partito vero,
un consiglio al condottiero:
“Torni pure sul pullman,
ma, anziché dire We can!,
taccia almen per una volta.
Meglio assai se gli altri ascolta.”
(1 luglio 2008)
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