Anche noi parte offesa: riaprire il processo Pasolini
Pubblichiamo il testo dell’appello per la riapertura delle indagini sulla morte di Pasolini promosso dalla rivista "Il primo amore" nel gennaio 2006 e firmato da circa mille persone. Il 2 luglio 2008 l’appello è stato inviato al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.
A trent’anni dalla morte, non sappiamo ancora da chi è stato ucciso Pasolini e perché. Questo suo assassinio va ad allungare la lista impressionante di omicidi, attentati, sparizioni, finti suicidi e finti incidenti di cui è costellata la storia d’Italia dal dopoguerra a oggi e che, a decenni di distanza, non sono stati ancora chiariti. Responsabili e mandanti impuniti, verità sottratte per decenni non solo ai tribunali ma anche al discorso pubblico.
Noi non sappiamo se a far tacere uno degli artisti più fervidi e una delle voci più scomode e tragiche di questo paese sia stata una decisione politica. Quello che però sappiamo – come lo sa chiunque abbia prestato attenzione alla vicenda – è che la versione blindata della rissa omosessuale tra due persone non sta in piedi. Sappiamo che essa è stata solo una copertura servita a sviare le indagini e a coprire un altro tipo di delitto. Quella versione, del resto, non ha mai retto, nemmeno per il tribunale di primo grado, che infatti condannò il diciassettenne Pino Pelosi assieme a ignoti. Ma oggi, dopo che il reo confesso ha dichiarato pubblicamente di non essere l’assassino di Pasolini e di essersi accusato dell’omicidio perché sotto minaccia, e dopo la diffusione della testimonianze del regista Sergio Citti, sono ancora più evidenti le negligenze e le coperture che hanno accompagnato fin dall’inizio quell’atroce vicenda.
In seguito alle dichiarazioni di Pelosi, la Procura di Roma ha riaperto e subito richiuso – per mancanza di riscontri – il fascicolo sul delitto Pasolini. Questa nuova inchiesta è stata archiviata ancor prima di iniziare! Eppure non si sono sentite molte voci indignarsi per questa reiterata non-volontà di fare chiarezza su quella morte. Uno strano silenzio ha circondato la notizia, e questo proprio mentre ricorreva il trentennale della morte di Pasolini e dappertutto fervevano le celebrazioni del poeta, dell’artista, dell’intellettuale che pure tanti fanno mostra di rimpiangere.
Dopo quanto è successo, non possiamo più accontentarci della versione ufficiale, perché significherebbe diventare complici degli assassini di Pasolini. Chiediamo perciò che vengano finalmente svolte le indagini che non si sono mai volute fare e che venga detta finalmente la verità su quel delitto.
Ci sono cose di cui, come scriveva Pasolini, è impossibile parlare senza indignazione, senza cioè far capire l’enormità di ciò che è avvenuto. Il più atroce assassinio di un poeta dell’età contemporanea, più turpe dell’assassinio di Garcia Lorca, un vero massacro di gruppo, è avvenuto a Roma, in Italia, per mano di italiani. E invece, per trent’anni, sono state cancellate prove, sono stati ignorati indizi, testimonianze e documentate contro-inchieste di giuristi e intellettuali italiani. In una situazione simile, spetta in prima persona agli scrittori, ai poeti, agli artisti, agli intellettuali, ai giornalisti, e a tutte le persone libere che hanno a cuore la verità, chiedere (come ha già fatto il comune di Roma, che si è costituito parte offesa) la riapertura del processo e l’accertamento della verità.
Ci sembra questo il modo migliore di ricordare Pasolini a trent’anni dalla sua tragica morte.
Hanno aderito, tra gli altri:
Carla Benedetti
Luigi Bernardi
Giuseppe Bertolucci
Andrea Camilleri
Roberto Cerati
Vincenzo Consolo
Mauro Covacich
Ninetto Davoli
Sandrone Dazieri
Daniele Del Giudice
Gianni D’Elia
Valerio Evangelisti
Sergio Fanucci
Gian Carlo Ferretti
Marco Tullio Giordana
Bernard Henri-Lévy
Rosetta Loy
Carlo Lucarelli
Dacia Maraini
Mario Martone
Aldo Nove
Andrea Pinketts
Michele Placido
Oliviero Ponte di Pino
Paolo Repetti
David Riondino
Luca Ronconi
Gabriele Salvatores
Roberto Saviano
Tiziano Scarpa
Simona Vinci
(23 luglio 2008)
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