Antonio di Pietro: Olio di ricino
di Antonio di Pietro
E’ di oggi la notizia che la procura di Roma chiederà al ministro della giustizia di procedere contro Sabina Guzzanti, indagata per vilipendio nei confronti del Papa, in relazione alle affermazioni fatte dall’attrice l’8 luglio scorso durante la manifestazione “No Cav Day” a Piazza Navona. Il reato ipotizzato nei confronti dell’artista è sempre quello disciplinato dall’articolo 278 del codice penale (che prevede l’autorizzazione per procedere del ministro della giustizia) che si estende alle offese rivolte al Pontefice sulla base del trattato lateranense.
A mio avviso, l’onore ed il prestigio del Pontefice, al quale va il mio massimo rispetto, non sono calpestati dalla satira della Guzzanti che, proprio in quanto satira, va presa per quel che è. L’offesa arriva tutti i giorni da coloro che predicano bene e razzolano male, che corrompono i testi ai processi e poi vanno a baciare la mano al Pontefice, che rubano e non vogliono farsi giudicare, che vanno a messa la domenica e ai bordelli il lunedì, che danno Gesù Cristo sull’altare e si prendono i bambini in sacrestia.
Guzzanti è invece solo una donna libera, che ha liberamente espresso il suo pensiero. Si può condividere o non condividere, e neanche io l’ho condiviso quel giorno, ma solo ai tempi dell’olio di ricino chi la pensava diversamente finiva in galera.
Ma si sa, essere una donna, per giunta, libera ai giorni nostri è un reato!
Nel ribadire che ad offendere il Papa e ciò che rappresenta sono gli assassini, gli stupratori e i corruttori e non certo la satira della Guzzanti, auguriamo buon lavoro a quei magistrati della procura di Roma che hanno avviato l’indagine.
Siamo certi che l’indagine si concluderà con una piena assoluzione, in quanto Sabina Guzzanti ha esercitato il diritto costituzionale della libera manifestazione del pensiero. Piuttosto a noi di Italia dei Valori interessa ricordare la ragione per cui tanti cittadini si sono riuniti lo scorso 8 luglio, ossia, le leggi fatte approvare da Berlusconi per non farsi processare. Per questo, l’Italia dei Valori dà appuntamento all’11 ottobre per ribadire le ragioni di Piazza Navona.
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