“Assedio” alla Camera perché approvi l’eutanasia

Carlo Troilo



Gli anni Settanta segnarono, per l’Italia, la primavera dei diritti civili. Al divorzio e all’aborto – risultato di storiche battaglie – si aggiunsero le leggi che abolirono numerosi reati in contrasto con lo spirito dei tempi perché risalenti al Codice Penale del 1930 (un codice “clerico-fascista”, visto che fu varato solo un anno dopo il Concordato e all’inizio degli “anni del consenso” per il regime di Mussolini). Fra questi, il “delitto d’onore” e il “matrimonio riparatore”, notissimi il primo per un film di successo e il secondo per un doloroso fatto di cronaca.

Una delle principali ragioni di questa “primavera” fu il deciso sostegno che Socialisti e Radicali, protagonisti di queste lotte, ebbero dai cosiddetti “partiti laici” (socialdemocratici, repubblicani e liberali). Insieme, questi cinque partiti arrivavano a superare il 25% dei voti.

Bisognerà però arrivare al 1985 perché qualcuno osi attaccare il più inviolabile dei tabù, l’eutanasia: il socialista Loris Fortuna, già firmatario con il liberale Antonio Baslini della legge sul divorzio. È sua la prima proposta di legge su questo tema.

Dopo un lungo silenzio, all’inizio degli anni Duemila vengono presentati nuovi disegni di legge sull’eutanasia, in particolare dai Radicali e da Giuliano Pisapia, all’epoca deputato indipendente.

Ancora lunghi anni di silenzio e poi, nel settembre del 2013, viene depositata una proposta di legge di iniziativa popolare sulla quale l’Associazione Luca Coscioni (ALC) ha raccolto 70 mila firme (aumentate negli anni successivi fino a 136 mila).

Negli anni seguenti ALC dà vita ad un “Intergruppo eutanasia”, che ad oggi raccoglie 72 adesioni fra Camera e Senato.

Fra le campagne di ALC in favore della eutanasia nel primo decennio del secolo due – entrambe partite per mia iniziativa – hanno “fatto presa” in particolare sulla opinione pubblica.

La prima è stata quella sulla “eutanasia clandestina”, per la quale presi lo spunto da uno studio dell’Istituto Mario Negri, diretto dal professor Garattini. Secondo lo studio i casi di “eutanasia clandestina” negli ospedali e nelle cliniche italiani sarebbero 20mila l’anno. Garattini precisò che si tratta non di eutanasia ma solo di “desistenza terapeutica”, ma negli anni successivi medici autorevoli, anche di ospedali cattolici, hanno dichiarato apertamente di aiutare spesso a morire malati incurabili che chiedono, in piena lucidità, di porre fine alle loro sofferenze. Del resto, molti di noi hanno visto familiari e amici morire con questo pietoso e “segreto” aiuto dei medici.

La seconda ha riguardato i suicidi di malati: circa 1.000 secondo le tabelle annuali dell’ISTAT (con il cambio di presidente, l’ISTAT ha prima abolito la “tabella suicidi” e poi – anche a seguito di un aperto confronto con il nuovo presidente, Giorgio Alleva – ne ha ripreso la pubblicazione ma modificando la fonte dei dati sui suicidi: da quella giudiziaria a quella medica). I suicidi per malattia sono così “calati” da 1.000 a 700 (che sono pur sempre numerosi quanto i morti che si registrano ogni anno sul lavoro).

Nella primavera del 2004 – dopo che mio fratello Michele, malato terminale di leucemia, si era suicidato per le sofferenze e la perdita di dignità dovute alla fase terminale della malattia – sono partito per chiedere il sostegno dei congiunti di tre “suicidi illustri”: Luciana Castellina per Lucio Magri, la compagna di Mario Monicelli Chiara Rapaccini e i figli di Carlo Lizzani, Francesco e Chiara. Insieme, nel marzo del 2014, abbiamo scritto una lettera aperta al Presidente Napolitano, che ha risposto pubblicamente sollecitando il Parlamento “a non eludere il problema delle scelte di fine vita” e “ad un sereno ed approfondito confronto di idee su questa materia”. Io stesso – concludeva il Presidente – richiamerò su tale esigenza l’attenzione del Parlamento” (una lettera analoga, inviata al Presidente Mattarella, non ha avuto alcun riscontro).

Nei primi anni del nuovo secolo, la principale novità su questo tema è stata la legalizzazione della eutanasia in Olanda, in Belgio, in alcune delle principali Comunità Autonome della Spagna, in numerosi stati degli USA e in altri paesi in tutto il mondo. In altri casi, come la Francia o la Gran Bretagna, si è giunti a leggi o a comportamenti dei giudici che hanno di fatto aperto una breccia significativa nel muro del divieto di eutanasia. La Francia ha approvato una legge sulla sedazione profonda e continua (“dormir pour mourir sans souffrir” è lo slogan del suo autore, Jean Leonetti) mentre in Gran Bretagna nessun giudice persegue – benché costituisca reato – le persone denunciate per aver accompagnato numerosi malati a morire in Svizzera.

Quel che ha colpito di più l’opinione pubblica sono stati i casi umani. Ricordo i tre più clamorosi.

Piergiorgio Welby. Dopo aver scritto una lettera aperta al Presidente Napolitano – che rispose che “il solo atteggiamento ingiustificabile sarebbe il silenzio, la sospensione o l’elusione di ogni responsabile chiarimento” – Welby fu aiutato a morire da un anestesista di Cremona, Mario Riccio, che fu incriminato per aiuto al suicidio e restò per un anno – prima di essere assolto – sotto la minaccia di una dura condanna. Riccio divenne poi uno dei più autorevoli dirigenti di ALC. La vicenda di Welby segnò uno dei momenti più aspri di scontro con la Chiesa Cattolica. Il Cardinale Ruini, presidente della CEI, intervenne pesantemente per vietare che a Welby fossero concessi i funerali religiosi, richiesti dalla moglie Mina e dai familiari. E questo negli stessi giorni in cui a Santiago del Cile si celebravano solenni funerali religiosi per Augusto Pinochet, uno dei più feroci macellai del ventesimo secolo.

Eluana Englaro. Costretta per 17 anni ad una condizione di stato vegetativo, Eluana ottenne di poter morire – grazie alla instancabile battaglia del padre Beppino – solo nel febbraio del 2009. Quando la notizia della sua morte giunse alla Camera, molti parlamentari di destra iniziarono a gridare “assassini” alla volta di Beppino e di quanti avevano sostenuto la sua battaglia. Il governo Berlusconi si spinse fino a presentare un decreto legge per impedire la morte di Eluana – “una donna – come disse lo stesso Berlusconi – che potrebbe anche avere un figlio” – e, dinanzi al rifiuto di Napolitano di controfirmarlo, arrivò a minacciare di cambiare la Costituzione.

DJ Fabo. È il caso che ha contribuito forse più di tutti a moltiplicare il numero degli italiani favorevoli alla eutanasia, soprattutto per l’ampio spazio dato dalla televisione al processo contro Marco Cappato. Grazie a questa attenzione e a questo risalto – purtroppo assai rari – sono risultate chiare le ragioni che portavano Fabo a cercare in Svizzera “una morte degna”, la sua compagna ad aiutarlo ed ALC ad organizzare l’ultimo viaggio del DJ.

Legate alla vicenda di Fabo sono la sentenza del Tribunale di Milano che ha assolto Marco Cappato e quella della Corte Costituzionale che ha rivisto l’articolo 580 del codice penale depenalizzando in alcuni casi l’assistenza al suicidio.

Un esito positivo, che si è ripetuto a Massa con l’assoluzione di Mina W
elby e Marco Cappato, “colpevoli” di aver aiutato Davide Trentini ad ottenere in Svizzera il suicido assistito. Mario Riccio, come perito di parte, ha dimostrato con assoluta chiarezza ai giudici di Massa che le pesantissime e continue terapie cui era sottoposto Trentini sono equiparabili a quella dipendenza “da sostegni vitali” cui fa riferimento la sentenza della Corte Costituzionale sul caso del DJ Fabo per rendere non punibile l’aiuto al suicidio.

Infine, è importante ricordare l’evoluzione – negli anni fin qui esaminati – della opinione pubblica ed il continuo aumento degli italiani favorevoli alla eutanasia e/o al suicidio assistito: il dato più recente è quello fornito da uno studio dell’EURISPES sui temi etici, da cui risulta che gli italiani favorevoli alla eutanasia sono il 75,2% (erano il 55,2% nel 2015). Ed è importante notare che questo orientamento degli italiani è comune anche alle regioni più caratterizzate da un orientamento politico di destra e da una forte tradizione cattolica: ne è prova l’indagine annuale dello Osservatorio del Nord Ovest pubblicata dal “Gazzettino”.


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In sintesi: stragrande maggioranza degli italiani favorevoli alla legalizzazione della eutanasia; sentenze dei tribunali ordinari e della Corte Costituzionale che “aprono” su questo tema; maggioranza delle forze politiche che si dichiarano in favore. Non si capisce dunque perché il Parlamento continui a tenere bloccata la proposta di legge di ALC (dopo un nuovo giro di “audizioni” di esperti, inutilmente ripetitivo rispetto alle audizioni già svolte in passato).

Probabilmente una delle ragioni è il timore dei molti parlamentari – specie nel PD – che ancora sono classificabili come “teodem” e che sono sensibili alle continue ingerenze della Chiesa nelle vicende politiche italiane (la “cultura dello scarto” è uno degli slogan preferiti di Papa Bergoglio). Un’altra è la permanente lentezza del Parlamento nell’affrontare i cosiddetti “temi etici”, che però non ha impedito di legiferare positivamente argomenti come il testamento biologico, le unioni civili, il “divorzio breve” ed altri. È dunque l’eutanasia la bestia nera del Parlamento, che ignora la volontà popolare e le tante tragedie provocate dalla sua mancata legalizzazione.

Per questo sono lieto che ALC abbia deciso di organizzare, in occasione del settimo anniversario del deposito in Parlamento della “nostra” legge per la legalizzazione della eutanasia, tre giorni (12, 13 e 14 settembre) di manifestazioni: un pacifico ma prolungato “assedio alla Camera dei Deputati”, con mascherine e osservanza dei distanziamenti. Invito familiari, amici e conoscenti a partecipare a questa “tre giorni” di lotta per il diritto di tutti ad una morte degna e sollecito in particolare il Presidente Fico, che già in occasione di un convegno promosso da noi mostrò grande apertura sul tema eutanasia e che di recente ha commentato la sentenza di Massa sostenendo la necessità di portare avanti la legge sulla eutanasia. È ora di passare dalle parole ai fatti.

(7 settembre 2020)





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