Berluscocrazia
Nell’Italia infatuata
la democrazia è malata,
versa in gravi condizioni:
soffre il mal di Berlusconi,
malattia senza speranza.
Sta rinchiusa in una stanza,
encefalogramma piatto,
con dei medici d’accatto
che fan finta di curarla,
ma non vogliono salvarla.
Quindici anni fa iniziò
questo mal che peggiorò
lentamente d’anno in anno.
Partì piccolo malanno
ma, all’inizio trascurato,
s’è col tempo trasformato
in mortale malattia.
Han sbagliato terapia
molti medici incapaci
con rimedi inefficaci,
con placebo e palliativi
senza effetti curativi,
fra riprese molto brevi
con effimeri sollievi
e pesanti ricadute
e pian piano la salute
non c’è più, è andata via.
Muore la democrazia
Senza solidarietà,
senza scuola che, in realtà,
si è soltanto trasformata:
era pubblica, è privata…
ma col voto di condotta.
La Giustizia malridotta
grazie ad Angelino Alfano
che per conto del caimano
la va destabilizzando.
Senza quel poter nefando
ch’è in democrazia la stampa
al qual del caiman la zampa
vuole mettere il bavaglo.
Con l’ambiente a repentaglio
fra cascate di cemento
e condoni in movimento.
Con le ronde per le strade,
le brutal verdi masnade
alla caccia d’immigrati.
Con i tanti licenziati
oramai senza palanche.
Coi prefetti nelle banche,
con l’angoscia per Brunetta,
di peggior cosa ci aspetta?
Zittir Camera e Senato.
Gravemente è già malato
l’italiano Parlamento
nel qual siedono al momento
i fedeli, non gli eletti,
un migliaio di schiavetti
scelti certo non da noi,
un costoso parco buoi
cui difetta sì il coraggio
ma non un sano foraggio.
Verdi, azzurri, rossi, neri
han votato fino a ieri?
Da domani andranno al mare,
la fatica di votare
toccherà solo ai mandriani
e in un prossimo domani
altre semplificazioni,
voterà sol Berlusconi.
Gli italiani che faranno?
Come sempre: applaudiranno.
Grave assai è la malattia
quando la democrazia
lascia spazio a un dittatore:
è la libertà che muore.
(14 marzo 2009)
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