Berlusconi e il Vaticano, chi strumentalizza chi

MicroMega

di Pierfranco Pellizzetti

C’è qualcosa in apparenza di incomprensibile nel comportamento dell’ultimo Berlusconi: mentre la maggioranza degli italiani esprime chiaramente la convinzione che le scelte personali di vita e di morte, compresa quella di non essere tenuti artificialmente in vita dall’alimentazione forzata tramite sondino nasogastrico, impongono il totale rispetto dell’opinione al riguardo del diretto interessato (del resto, quanto indicato chiaramente dalla Carta costituzionale che – come scrive Stefano Rodotà – «mette al riparo alcuni aspetti della vita dall’intervento esterno»), il premier più ossessivamente attento alle continue giravolte della pubblica opinione ha deciso di virare in senso contrario. In barba agli adorati sondaggi, sceglie di aggregarsi a quei vescovi rimasti soli con le loro bande beghine.
Spettacolo davvero singolare: il massimo propugnatore a mezzo etere di un neopaganesimo consumistico e godereccio, appiattito sulle posizioni di una Chiesa controriformista, isolata dal mondo e dal suo stesso popolo.
Ma il mistero si scioglie subito se si considera la reale natura del Cavaliere, non prestando attenzione ai manierismi recitati per i gonzi: la retorica dell’impolitico, tutto concretezza e pragmatismo, insofferente dei «teatrini della politica» e dei vari giochetti relativi.
In effetti, fuori dalla recita ad uso e consumo del proprio pubblico, Silvio Berlusconi è la quintessenza del politicante. Se lo intendiamo quale puro e semplice tecnologo del potere; praticato nelle contromosse tattiche e nei negoziati in cui la massima abilità è quella di mettere nel sacco l’interlocutore. Quanto a cui si è ridotta l’odierna politica, in cui il Nostro campeggia da incontrastato dominatore.
Dunque, dove vuole andare a parare il sire di Arcore predisponendosi a far approvare in Parlamento una norma sovversiva che svuota l’idea stessa di “testamento biologico”, sottoposto a farraginosi iter burocratici e a continui pellegrinaggi dal notaio, con il bel risultato che – alla fine – un medico può totalmente ignorarlo?
Qualcuno commenta: Berlusconi asservito al Vaticano! Ma è mai pensabile qualcosa di simile, solo considerando la sua intima natura e il suo ego ipertrofico?
Semmai sta avvenendo esattamente il contrario: è il Vaticano a essere strumentalizzato da Berlusconi. Perché il vero disegno non è quello di riaffermare una religione tradizionale di stampo oscurantista come norma fondamentale dello Stato. L’obiettivo è più squisitamente tattico: operare un raid all’interno dello schieramento avversario, già abbastanza malmesso, secondo l’antico insegnamento del “guai ai vinti”. O – come diceva Cesare Previti – del «non si fanno prigionieri».
Infatti, pigiando l’acceleratore sulle “tematiche sensibili” in chiave confessionale si creano ulteriori crepe sotto i piedi del Partito Democratico, mettendolo in confusione a causa della sua evidente natura di assemblaggio pasticciato. Perché una fetta delle bande bigotte si è acquartierata proprio sotto quelle insegne e ora va in fibrillazione al suono della Diana berlusconiana e dei suoi “neopagani devoti”, tipo Sacconi, Cicchitto o Gasparri. Difatti le varie Paole Binetti e compagnia hanno subito annunciato il voto a favore del governo in base a una presunta scelta per la vita che è solo fanatismo persecutorio, non avevano proferito parola contro l’indegno linciaggio di papà Englaro.
Questa la strategia.
Che – però – potrebbe trovare un intoppo imprevisto nell’elezione del nuovo segretario PD Dario Franceschini; un cattolico – guarda caso – ben più laico dei vari laici alla Massimo D’Alema, segnalati in piazza San Pietro alla proclamazione di José Escrivà del Balaguer beato, il filofranchista fondatore dell’Opus Dei.À
Si dice: «è un vaso di coccio, durerà poco». Lo si disse anche di un certo Bettino Craxi neosegretario del PSI, saltato fuori da un lontano congresso svoltosi al Midas.

(27 febbraio 2009)



MicroMega rimane a disposizione dei titolari di copyright che non fosse riuscita a raggiungere.