Berlusconi, il terrore corre sul filo?
Ovvero una telefonata può farlo scappare
Da quando ha detto che se è stata intercettata e viene rivelata una sua telefonata di un certo tipo lui lascerà il paese, siamo molto preoccupati per il nostro Presidente del Consiglio. Dove troverà ancora la forza e la tranquillità per la più amata delle sue attività: far felici le tante fanciulle che, secondo la leggenda, si giacerebbero con lui?. Il pisello non vuol pensieri, dice un proverbio sempre valido.
E, in secondo luogo, come fa a occuparsi seriamente degli affari di stato se sente sospesa su di lui una così affilata spada di Damocle?
Oltre che preoccupati siamo curiosi e ci piacerebbe saperne di più.
Che genere di telefonata è? Se la giudica così importante, quasi certamente il tema è di natura sessuale, vista l’ossessione che il "premier" ha per questo genere di svago. E, altrettanto certamente, dovrebbe essere una conversazione che offusca la sua immagine di grande amatore. Qualche irrimediabile cedimento durante l’azione?
Dopo questa curiosità frivola, sarebbe bene riuscire a soddisfarne una ben più seria. Che cosa ha fatto, fa, e sta facendo il Presidente del Consiglio perché una telefonata così ghiotta resti segreta? Usa le minacce dei Servizi, paga lautamente chi l’ha in archivio, offre sinecure e ministeri? Insomma è sotto ricatto?
In questo caso speriamo che la telefonata venga fuori. Così il nostro "premier" se ne andrà e potremo eleggerne un altro meno ricattabile. A meno che Silvio Berlusconi, come al solito, non dica che è stato male interpretato.
(27 dicembre 2008)
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