Berlusconi, malattia senza vaccino della nostra democrazia
Preg.ma Redazione di Micromega,
Sembra di sognare! Pare di assistere a quegli spettacoli di trasformismo dove l’artista, in rapida successione, indossa i panni e le vesti più svariate, passando dall’operaio al ferroviere e ora all’animatore di feste di ragazzi e ragazze poco più che adolescenti.
Altamente referenziato l’ultimo travestimento del Nostro, come posson testimoniare ex Capi di stato che nel recente passato hanno assistito, e forse anche goduto, di tali performance. Capace di cantare, metter la bandana, suonare la chitarra, fare il gesto delle corna sulla testa nel momento delle foto, come un adolescente che, alla foto di fine anno, vuole lasciare un goliardico ricordo al malcapitato compagno di turno. E si vocifera che Mr. Obaamaa! ne abbia chiesto la disponibilità per i prossimi compleanni delle bambine.
Indro Montanelli, intervistato da Laura Laurenzi per Repubblica e pubblicata il 26 Marzo 2001 affermava che: “Berlusconi è una malattia che si cura soltanto con il vaccino, con una bella iniezione di Berlusconi a Palazzo Chigi, Berlusconi anche al Quirinale, Berlusconi dove vuole, Berlusconi al Vaticano. Soltanto dopo saremo immuni. L’immunità che si ottiene col vaccino.”
Queste famose e più volte citate parole (anche da me, in effetti) tracciano una via crucis per gli italiani che è ancora ferma alle prime stazioni e che per la natura da vero climber del Nostro, che approfitta di tutto e non butta via nulla, per dirla anche qui alla Montanelli, sta allungando i tempi dell’agonia alle estreme conseguenze, contagiando tutto, uomini e idee.
La nostra società vegeta in una babele delle lingue in cui i giornali creano palinsesti televisivi, i programmi televisivi si trasformano in testate editoriali, il titolo di giornalisti si concede a tutti, quasi affacciandosi dalla finestra, come Carlo V ad Alghero, e gridando “todos Caballeros”.
Posso dunque sorprendermi se un Direttore di un quotidiano si limita semplicemente a dare al Secolo ciò che il Secolo chiede?
Si! Purtroppo si! Se arriva a collocare quale titolo di testa, quasi fosse una rivista patinata o scandalistica, “Veronica velina ingrata” accompagnando con delle foto di scena dell’edizione de «Il magnifico cornuto» rappresentato nella stagione teatrale 1979/1980 dalla Compagnia teatrale di Enrico Maria Salerno, quasi si trattasse del grande fratello o di qualche reality, con buona pace di Fernand Crommelynck e della sua pochade Le cocu magnifique (1921).
Il tutto, come lo stesso Direttore ammette, per richiamare all’ordine la capricciosa e rumorosa consorte che distoglie il marito dalle responsabilità da cui non può esser distratto e dalle feste di diciottesimo compleanno a cui partecipa… aggiungeremmo noi maliziosamente.
Se non si stesse parlando del Presidente del Consiglio parrebbe di descrivere le vicende di qualche personaggio della commedia all’italiana, interpretato da Ugo Tognazzi o da Renzo Montagnani, con la canzone La notte che son partito, cantata da Jimmy Fontana a far da sottofondo musicale, come nell’edizione cinematografica de Il magnifico cornuto del 1964 diretto da Antonio Pietrangeli, sempre per rimanere in tema.
Non ho domande da rivolgerLe, ne opinioni da chiederLe.
Le mie sono solo riflessioni ad alta voce di un giovane stanco ma per nulla rassegnato. La ringrazio anticipatamente se ad esse la Sua attenzione vorrà concedere.
Giuseppe D’Urso, insegnante molto precario
da Catania, città in equilibrio finanziario molto precario
(30 aprile 2009)
MicroMega rimane a disposizione dei titolari di copyright che non fosse riuscita a raggiungere.