Biolchini: “Offensivo accostarmi a Razzi e Scilipoti”. La risposta di MicroMega

MicroMega

Nei giorni scorsi mi è stato segnalato un articolo in cui si menziona il mio nome e il mio incarico istituzionale di Consigliere della Provincia di Milano. Si tratta del reportage dal titolo “Antonio Di Pietro: Idv, la deriva lombarda” a firma di Andrea Managò e Giacomo Russo Spena, pubblicato ne Il Manifesto del 22.11.2012, quale anticipazione estratta da Micromega.

Nel corso dell’articolo si fa riferimento al fatto che “A Milano avvengono anche casi analoghi a quelli nazionali, dove la mancata selezione della classe dirigente ha portato a eleggere onorevoli come Antonio Razzi e Domenico Scilipoti, passati al centro-destra subito dopo aver ottenuto una poltrona. Qualche altro esempio? Alle ultime provinciali l’establishment lombardo propone di candidare Maddalena Scognamiglio in un collegio sicuro, in precedenza occupato dall’ex partigiano Ernesto Nobili. Si tratta di una semisconosciuta che poco dopo il voto passerà al Pdl. Scelta analoga per un altro consigliere, Roberto Biolchini, che approda velocemente a nuovi lidi nell’Udc.”
A questo riguardo mi preme fare alcune precisazioni per evitare che notizie tendenziose o distorte nei contenuti siano divulgate da questa o altra testata giornalistica.

Innanzitutto, ritengo offensivo della mia persona e reputazione politica il definire la scelta della mia candidatura al Consiglio provinciale il frutto di “una mancata selezione della classe dirigente” e respingo con decisione qualsiasi vostro tentativo di accostare il mio operato politico a quello, discutibile, degli Onorevoli Razzi e Scilipoti anziché a quello della Consigliera Scogliamiglio, con i quali non ho condiviso nulla se non la passata appartenenza al medesimo partito. Consapevole di non essere al centro della vita politica del Paese e non avendo la pretesa di godere della vostra attenzione, è evidente la vostra mancanza di conoscenza di quello che è stato il mio passato politico e la mia storia che, probabilmente, anche la fonte o le fonti del reportage realizzato non conoscono. Storia personale e politica che nell’articolo viene mortificata e ridotta in termini tali da ricollegarla e parificarla, indebitamente, a situazioni ben diverse. Questo vale per la mia elezione al Consiglio provinciale del 2009 che, a differenza di quanto viene scritto, non è stata “calata dall’alto”, ma è avvenuta nell’area dell’allora Collegio n. 40 Pioltello-Cernusco s/N, nel quale da sempre risiedo e svolgo la mia vita e attività di volontariato e nel quale, da undici anni, sono impegnato politicamente e a livello istituzionale, prima come vice sindaco del Comune di Pioltello e poi come Consigliere provinciale e comunale. Se ho una presunzione è quella di ritenere di essere stato io, con il mio consenso personale, frutto del lavoro sul territorio, a permettere a IDV, a sorpresa e in un collegio elettorale non sicuro, di ottenere un Consigliere provinciale: non certo viceversa!

La scorretta informazione sul mio conto riguarda anche la motivazione della mia scelta politica di lasciare IDV che trova la sua origine proprio nelle stesse ragioni emerse nell’articolo in questione, come anticipatamente scrissi nella mia lettera di dimissioni del 21.10.2011 e che allego per vostra informazione. Faccio rilevare come il mio operato sia sempre stato coerente con le mie idee e l’area culturale di appartenenza e come, attualmente, io continui a sedere sempre sulla stessa, scomoda, “poltrona”: all’opposizione prima con IDV e all’opposizione oggi con l’UDC. Pertanto accostarmi a personaggi come Razzi e Scilipoti o alla Scogliamiglio, che nel loro passaggio “a nuovi lidi” hanno scelto di approdare, rispettivamente, verso la maggioranza parlamentare e quella del Consiglio provinciale, facendo supporre che anche nel mio caso ci sia stato qualche tornaconto (monetario o di potere?), non riguarda assolutamente la mia persona.

A proposito di ciò, poi, non posso evitare di evidenziare come la mia scelta di passare all’UDC, ripeto coerentemente con mia storia personale e cultura di riferimento, sia definita in termini approssimativi e opportunistici mentre l’altrettanto e più veloce fuga di Giulio Cavalli verso SEL risulti in qualche modo idealizzata e giustificata dalla deriva interna di IDV.
Semplificando: chi va a sinistra è bravo e chi va al centro è cattivo? Utilizzando un’immagine calcistica: sudditanza psicologica? Utilizzando un’immagine politica: giustificazione ideologica? A voi l’ardua sentenza.

Senza voler entrare in ulteriori precisazioni su affermazioni fatte, fuorvianti della realtà, Vi invito, pertanto, a non insistere – aggravando il conseguente danno di immagine – nella diffusione di notizie prive di qualsiasi fondamento e oggettivamente false con riferimento ai dati sopra richiamati e nel rivedere e integrare, alla luce delle informazioni inviatevi, il passaggio che mi coinvolge.

A disposizione per eventuali chiarimenti, rimango in attesa di un Vostro cortese riscontro porgo distinti saluti.

Roberto Biolchini

Egregio dott. Biolchini,
pubblichiamo volentieri la sua richiesta di rettifica, ci preme però sottolinearle alcune considerazioni. La nostra inchiesta punta a mettere in luce alcune dinamiche alla base della profonda crisi che sta scuotendo l’Italia dei Valori in Lombardia come nel resto del Paese. Come avrà potuto leggere abbiamo passato al setaccio i metodi di gestione della federazione lombarda e le biografie dei dirigenti, non la sua decennale attività politica. Il breve passaggio che la riguarda racconta un dato di fatto: dopo essere stato eletto in Consiglio provinciale a Milano lei è passato dall’Idv all’Udc. Anche se a differenza di Razzi, Scilipoti e la Scognamiglio è rimasto all’opposizione ci permetta di farle notare che si tratta di due partiti non propriamente affini per storia, programmi politici e collocazione elettorale.
Cordiali saluti.

Andrea Managò
Giacomo Russo Spena

(5 dicembre 2012)



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