Boff: abbiamo bisogno di molto coraggio

Leonardo Boff

, da www.cdbitalia.it, traduzione di Romano Baraglia

Il 14 settembre scorso, ha festeggiato i 90 anni di età una delle figure religiose brasiliane più importanti del secolo XX: il cardinale Paulo Evaristo Arns. Di ritorno dalla Sorbona, è stato mio insegnante quando ancora portavo i calzoni corti ad Agudos-SP e in seguito a Petropolis-RJ, quand’ero già frate, come insegnante di liturgia e teologia dei Padri della chiesa antica. Ci obbligava a leggerli in lingua originale, greco e latino, cosa che ha istillato in me un amore viscerale per i classici del pensiero cristiano.

Poi fu eletto vescovo ausiliare di San Paolo. Paolo VI lo fece Cardinale allo scopo di proteggerlo, dato che difendeva i diritti umani e denunciava a rischio della vita la tortura a prigionieri politici nelle celle degli organi di repressione.
Sebbene profetico, ma mansueto come Francesco, sempre mantenne la dimensione della speranza, anche nella notte di piombo della dittatura militare. Tutti coloro che l’incontravano, potevano udire, come io udii, questa parola forte e decisa: “Coraggio, sempre avanti, di speranza in speranza”.

Coraggio, ecco una virtù urgente al giorno d’oggi. Mi piace cogliere nella sapienza dei popoli indigeni, il senso più profondo dei valori umani. Al punto che, nella riunione della Carta della Terra all’Aja nel giugno del 2010, dove mi sono attivato sempre insieme a Mercedes Sosa, quando ancora era viva, domandai a Pauline Tangiora, anziana della tribù dei Maori della Nuova Zelanda qual era secondo lei la virtù più importante. Con mia sorpresa lei disse: “È il coraggio”. Io le domandai: “Perché esattamente, il coraggio?”.

Rispose: “Noi abbiamo bisogno di coraggio per schierarci a favore del diritto, dove regna l’ingiustizia. Senza il coraggio tu non puoi scalare nessuna montagna, senza il coraggio tu mai potrai arrivare al fondo della tua anima. Per affrontare la sofferenza tu hai bisogno di coraggio; solo con il coraggio tu puoi tendere la mano a chi è caduto e rialzarlo. Abbiamo bisogno di coraggio per generare figli e figlie per questo mondo. Per ritrovare il coraggio necessario abbiamo bisogno di stare uniti al Creatore. È lui che suscita in noi il coraggio a favore della giustizia”.

È appunto questo il coraggio che il cardinale Arns sempre ha istillato in tutti coloro che, coraggiosamente, si opponevano a quelli che ci avevano sequestrato la democrazia, che arrestavano, torturavano e assassinavano in nome dello Stato di Sicurezza Nazionale (in realtà, leggi: Sicurezza del capitale).

Io aggiungerei: oggi abbiamo bisogno di coraggio per denunciare le illusioni del sistema neoliberale, le cui tesi sono state rigorosamente confutate dai fatti; coraggio per riconoscere che non stiamo andando in direzione del riscaldamento globale ma che ci siamo già dentro; coraggio per mostrare i nessi causali tra gli innegabili eventi estremi, conseguenze del riscaldamento; coraggio per rivelare che Gaia sta cercando l’equilibrio perduto il che può implicare l’eliminazione di migliaia di specie e, se non faremo attenzione, della nostra stessa specie; coraggio per accusare l’irresponsabilità di coloro che prendono decisioni e che continuano ancora con il sogno vano e pericoloso di continuare a crescere e a crescere, spremendo dalla Terra beni è servizi che essa non può ormai più ricreare e per questo si indebolisce di giorno in giorno; coraggio per riconoscere che il rifiuto di cambiare il paradigma di relazione verso la Terra e il modo di produzione può condurci, irreparabilmente, a un cammino senza ritorno e quindi compromettere pericolosamente la nostra civiltà; coraggio per fare l’opzione per i poveri contro la loro povertà e a favore della vita e della giustizia, come fanno la Chiesa della liberazione e Dom Paolo Evaristo Arns.

Abbiamo bisogno di coraggio per sostenere che la civiltà occidentale sta fatalmente in declino, senza capacità di offrire una alternativa al processo di mondializzazione; coraggio per riconoscere l’illusione delle strategie del Vaticano per riscattare la visibilità perduta della Chiesa e la fallacia delle chiese mediatiche che annacquano il messaggio di Gesù riducendolo a un sedativo a basso costo per alienare le coscienze dalla realtà dei poveri, in un processo vergognoso di infantilizzazione dei fedeli; coraggio per annunciare che una umanità che è arrivata a percepire Dio nell’universo, portatrice di coscienza e di responsabilità, può ancora riscattare la vitalità della Madre Terra e salvare la nostra prova di civiltà; coraggio per affermare che togliendo e sommando tutto, la vita ha più futuro che la morte e che un piccolo raggio di luce è più potente di tutte le tenebre della notte buia.

(10 ottobre 2011)

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