Brunettolo, il fannullino
Va Brunetta ormai da maggio
tutti i giorni all’arrembaggio
degli odiati fannulloni.
Sono buone le ragioni
per far ‘sì che gli statali
al lavoro sian normali:
non sian sempre fuori stanza,
per andare un po’ in vacanza
non si fingano malati,
non frequentino i mercati
nell’orario di lavoro,
non occhieggin di straforo
sul pc filmetti porno,
alla sera e a mezzogiorno
non accettin di timbrare,
come fa il parlamentare,
di presenza il cartellino
di un amico birichino
che vuol farsi i propri cazzi.
Porre fine a questi andazzi
è una cosa meritoria,
ma Brunetta cerca gloria
con sistemi fantozziani.
Certo è tipico dei nani
usar l’aggressività
e Brunetta è, ben si sa,
alto due soldi di cacio.
Se all’amica scocca un bacio
fa purtroppo un atto osceno,
non perché le baci un seno,
ma perché, con panchettina,
sol le arriva alla vagina.
Spiega bene la sua storia
di Brunetta la gran boria
ed il fatto che è arrogante.
Suo papà era ambulante,
venditor di paccottiglia,
e l’onor della famiglia
prese in carico Renato.
Non appena laureato,
sgomitò per risalire.
Socialista, manco a dire,
fu di Craxi consigliere,
poi di Amato e Cavaliere.
C’è chi dice, Dio ci scampi…,
che lo fu pure di Ciampi.
Giunse all’Europarlamento
ottenendo nel cimento
centomila preferenze,
fece mille consulenze.
Forse in piedi su un banchetto
di se stesso un giorno ha detto:
“Senza aiuti dai massoni,
senza raccomandazioni,
oggi sono un professore,
un prolifico scrittore,
il ministro potrei fare
ed il Nobel conquistare,
oltre al Parlamento Ue.
E chiarissimo è il perché:
sono molto intelligente
e apprezzato dalla gente,
tanto che mi segue già
tutto un pien Maracanà!”
Senza Nobel, al momento,
è approdato in Parlamento,
è ministro di successo,
visto che a pugnar s’è messo
contro i tanti fannulloni.
Ogni dì dichiarazioni
con minacce a brutto muso.
A colpir nel mucchio aduso
capouffici alla Fantozzi,
tutti grida e predicozzi
vuol nell’Amministrazione.
Non sa l’intelligentone
che oggidì la fantasia
non richiede scrivania,
che non conta l’esser lì,
ma col mouse e col pc
lavorar si può da casa
e la produzion si basa
oggigiorno sui cervelli,
senza l’uso di tornelli.
L’energumeno da tasca
in contraddizione casca
poiché è un vero fannullone.
Dalla documentazione
fu nell’Europarlamento
del quarantadue per cento
la sua personal assenza,
mentre, ahimé, la sua presenza
alla Camera oggidì
circa è zero o giù di lì,
pur se due stipendi incassa:
da ministro che tartassa
chi non vuol darsi da fare
e pur da parlamentare
che alla Camera non c’è.
Ma ogni dì Brunetta, ahimé,
contro i fannulloni insiste,
con accuse qualunquiste,
con minacce ed autolodi:
“Siamo a un passo dal Bengodi,
sono bravo, sono tosto,
non do fumo ma do arrosto,
di miracoli un fottio,
meglio son di Padre Pio
e fra un lustro, non più tardi,
ben duecento e più miliardi
infin recupererò.
Chi lavora premierò
e ai laiani botte i testa!
L’Amministrazione è in festa
per le assenze dimezzate,
dai tornelli controllate.
Cambierò filosofia:
sol con meritocrazia
si potrà fare carriera…”
Non ci spiega la leggera,
che non sa cos’è il rossore,
che per fare il professore
fu nel Veneto bocciato
ed, a Teramo approdato,
ordinario diventò.
In compenso raccontò,
per destare compassione,
ch’è nell’occhio del ciclone,
sotto scorta da vent’anni.
La morale? Non si affanni
a attaccarlo un brigatista,
che Brunettolo è un artista,
un ministro da operetta,
una comica macchietta,
un cotal quaraquaquà,
che di satira morrà!
(24 novembre 2008)
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