Cara Veronica, liberati di Berlusconi
Cara Veronica,
sono una signora bolognese (quindi tua ex concittadina), la parola plauso a quanto accaduto la ritengo riduttiva, in quanto da moltissimo tempo mi domandavo, come si domandavano gli italiani dotati di un minimo di cervello, dove fosse finita quella signora che già due anni fa fece sentire la propria voce!
Bentornata tra noi, tra la gente comune, che combatte ogni giorno le vere battaglie, fatte di conti da pagare, lavori che finiscono, figli già adulti ancora da mantenere, malattie dei genitori anziani e loro accudimento. Credo che la tua sfuriata, frutto di anni di umiliazioni subite da un uomo per me inqualificabile, sia stata una mossa veramente utile, oltre che per te, per noi donne italiane normali, che ci sentiamo considerate men che zero da questo tizio invasato, che non riesce più a distinguere la differenza tra fiction e realtà, il cui ego smisurato lo fa assomigliare sempre più a personaggi della storia tristemente noti.
La tua lettera di ieri ci ha aperto uno spiraglio di speranza. Una donna intelligente, colta, ed ora molto incazzata, che non si è fatta mai abbagliare dalla smisurata quantità di denaro che il destino le ha messo a disposizione, denota una eccezionale forza di carattere, unita ad un sentimento profondo di solidarietà umana, che purtroppo fino ad oggi non ha potuto o voluto esternare.
Quando ieri, intervistato dai vari giornalisti, con quella faccia strafottente ti ha definita: ”la signora che si è fatta influenzare dalla stampa di sinistra”, smentendo come fa di solito quanto da lui stesso affermato il giorno prima (difendeva le sue candidate definendole persone di alto valore culturale), ho pensato che se mio marito si fosse permesso di trattarmi pubblicamente come una ”minus habens”, neppure in grado di avere una propria opinione, lo avrei sbattuto fuori di casa senza tanti mezzi termini!
A nome mio e di tutte le donne, ti chiedo, cara Veronica, oggi che i tuoi figli sono abbondantemente adulti, smisuratamente ricchi, ottimamente istruiti, di riflettere sulla necessità di fare anche tu qualcosa di veramente utile per il tuo e nostro povero paese, per tutte le donne che non hanno alcuna rappresentanza se non sono attricette, cantanti, letterine e letteronze, delle quali tuo marito fa grande sfoggio, gettando il nostro paese nel ridicolo e umiliando pubblicamente la propria moglie ed i propri figli!
So che i tuoi genitori erano onesti lavoratori, persone perbene, quindi tu sei certamente cresciuta tra sani principi e lo si vede da come hai gestito i tuoi figli, tenendoli il più possibile fuori dal teatrino mediatico nel quale tuo marito ha voluto gettare se stesso, ma soprattutto l’Italia tutta, che con abilità assolutamente geniale, è riuscito a sottrarci
Perché di sottrazione si tratta, operata con l’inganno, approfittando delle persone deboli, di bassa cultura, spesso donne condannate a vivere solo tra le pareti domestiche, giovani e anziani, ai quali sono stati inviati messaggi più o meno subliminali, che li hanno convinti che lui sarebbe stato il salvatore della patria!!
Tutto questo corredato da una campagna mediatica senza precedenti, demonizzando i comunisti, ormai estinti anche nei paesi dell’est, esseri orrendi mangiatori di bambini, che improvvisamente sono comparsi tutti qua! Tu che sei vissuta fino a vent’anni nella città più comunista d’Italia, nella quale hanno sempre convissuto pacificamente l’anima di sinistra e l’anima clericale, in una condivisione ed attenzione soprattutto degli interessi dei cittadini, potrai facilmente smentire questa favoletta!
Nonostante ciò, dopo più di sessant’anni dalla fine della guerra, lui lascia circolare sui siti del suo partito azienda, storie truculente del tipo “per fortuna nella mia famiglia non c’è mai stato un comunista…”. Quando ne ho letto i contenuti non ci volevo credere… di fronte a tanto imbarbarimento culturale e sociale, nel solo intento di creare odio e divisioni tra cittadini una volta pacifici, credo sia giunta l’ora di alzare la testa e gridare basta! Ora stiamo correndo veramente il pericolo di perdere la libertà della quale tuo marito si riempie la bocca e della quale non conosce il vero ed intrinseco significato! Ricordagli che la libertà è principalmente rispetto degli altri – non prevaricazione e strapotere di un uomo solo! Questa si è chiamata sempre in un solo modo – dittatura! E’ questo che vogliamo?!
Certamente il denaro conta molto, ma credo che a questo punto tu ne abbia abbastanza di tuo per liberarti da questo vecchio incartapecorito, che certamente non merita né stima né rispetto. So che la mia opinione è molto dura, ma ho intravisto nel tuo comparire alla ribalta, nel momento e nel modo giusto, l’unica persona in grado di tenergli testa, nell’ultimo tentativo di riscattare l’Italia, ormai ridotta a fumetto internazionale, insieme a tutte le sue donne che sono dotate nella maggior parte di grandissimo ingegno, operosità, senso del dovere ed intelligenza.
Con tutta la mia simpatia
Nara Nevola
(30 aprile 2009)
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