Caro Zingaretti, l’unico antidoto al “tafazzismo” è passare dalle parole ai fatti

Paolo Flores d’Arcais

Caro Nicola Zingaretti, quale segretario del Pd lei ha scritto via Twitter che è “ridicolo”, e che dimostra che “Tafazzi non è stato inventato per caso”, se delle forze politiche alleate nel governo – e che intendono restarlo fino a fine legislatura o almeno eleggere insieme il Presidente della Repubblica – non riescono a proporre candidati comuni per le prossime regionali. Giustissimo, visti oltretutto gli enormi poteri dei presidenti e gli effetti politici quasi sempre seguiti ai risultati del voto, mi permetto di aggiungere.

Dunque, lei ha perfettamente ragione. Ma a questi inoppugnabili rilievi lei darebbe forza politica se ai cinguettii facesse seguire i fatti. Ad esempio: c’è una regione dove, smentendo per felice sortilegio la ormai straripante sindrome al cupio dissolvi, il M5S ha offerto la sua disponibilità a un candidato comune con il Pd. Per sovrabbondanza, anzi, perfino due fra cui scegliere: Ferruccio Sansa, grande giornalista, che per quanto riguarda la Liguria da decenni è autore di esemplari inchieste (di quelle che stampa e web sempre più raramente fanno, e che invece sono l’onore irrinunciabile del giornalismo), con cui ha denunciato marcio e collusioni (e possibili soluzioni) nei nodi strategici del (mal)governo, e Aristide Massardo, ex preside di Ingegneria, proposto “dal basso” da una coalizione di movimenti civici, e con un programma in grande sintonia con contenuti e valori degli articoli di Sansa. Oltretutto su Ferruccio Sansa c’era l’accordo esplicito della sua segreteria, visto che il vicesegretario, Andrea Orlando, da lei mai smentito, era stato inviato a Genova proprio per fare approvare l’accordo al Pd regionale.

A dire niet e porre il veto è stato però il mondo burlandiano, ancora maggioritario nel Pd locale, evidentemente, mondo che non pochi in Liguria non giudicano lontanissimo dal famoso (e ormai quasi riabilitato: mala tempora) “mondo di mezzo” capitolino.

Ora, se lei come segretario che giustamente cinguetta di assurdità per i mancati candidati comuni, al veto cementifero del mondo burlandiano non è in grado di passare sopra asfaltandolo, nell’accezione del linguaggio giovanile, dimostrerà che la sua credibilità (che in politica significa sempre anche forza) ha la caratura gradevole ma insignificante del trillare delle allodole. E non potrà più – ahimè – muovere appunti ai Cinque stelle per la loro protervia suicida nelle altre regioni. Con quel che segue, visto che è lei per primo a paventare che con un cappotto delle destre alle regionali di settembre caduta del governo e incubo Meloni/Salvini/Berlusconi incombono.

Cominci dunque con un gesto politico, con un fatto, con l’azione, anche per tweet, se preferisce. Dichiari oggi stesso che il Pd in Liguria ha deciso per la candidatura Sansa e/o Massardo (sono certo che date le affinità programmatiche, i due candidati troveranno il modo di dividersi i ruoli in sinergia, altrimenti dimostrerebbero di non essere degni della candidatura) e che chi nel Pd ligure non se la sente di accettare con convinzione e lealtà questa decisione può togliere il disturbo.


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Questo atto, immediato, perché in politica i tempi sono decisivi e lei per primo stigmatizza che siete in ritardo enorme, potrebbe essere addotto a virtuoso precedente per avanzare ai 5S una proposta che valga per tutte le altre regioni: candidature di società civile di alto profilo, come si dice: scomode per i poteri fin qui vigenti. Con programmi che prendano lezione dai guasti trentennali resi drammatici dalla pandemia, e virino nella direzione opposta: eguaglianza, onestà, ecologia, competenza, efficienza.

Chi scegliere e come? Poiché su questa pietra inciampa sempre la politica e rivela il suo essere partitocrazia: candidati per i quali i valori solennemente proclamati e i programmi fastosamente promessi siano carne e sangue e fibra della loro stessa esistenza, anziché il solito flatus vocis con assicurato tradimento degli elettori.

Potrebbe lei stesso chiedere ai Cinque Stelle di creare una commissione comune di cinque o sette personalità di area Pd e Cinque stelle, di quelle che i vostri due partiti hanno sempre evocato nei momenti difficili, Carlassare, Zagrebelsky, Barca, Saraceno, Montanari, Urbinati… che consultino tutte le realtà locali di lotta e impegno civico, per individuare i candidati che entrambe le forze si impegnerebbero ad appoggiare.

Oppure si prepari a consegnare l’Italia alla Meloni, oggi accattivantissima madamina patriottica, ma fino a ieri indimenticabile fascistissima, non come giovanile momento esantematico, ma radice e Bildung.
(23 giugno 2020)




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