Casaleggio contro le Fake News: da che pulpito

Daniele Nalbone

e Alberto Puliafito*

Davide Casaleggio che si lamenta delle “fake news” pubblicate contro il Movimento 5 stelle è la chiusura del cerchio. Il sistema escogitato dalla Casaleggio Associati nel 2011 per fare “boom” su Internet si è rigirato contro il suo ideatore. In questo estratto del libro “Slow Journalism. Chi ha ucciso il giornalismo” (ed. Fandango 2019) ripercorriamo le bufale più famose (e pericolose) messe in giro da siti come Tze Tze, La Fucina e Beppegrillo.it.

Anno 2011. Tze Tze e La Fucina. Vi dicono niente? Per anni, fino a quando un’inchiesta di Buzzfeed a firma Alberto Nardelli e Craig Silverman mise nero su bianco il sistema della narrativa pentastellata, questi due siti hanno letteralmente invaso i social al motto di “Clicca qui”.

Dietro i non scoop, gli allarmi, i “clamoroso” e l’immancabile “quello che i tg non ci stanno dicendo” c’era la Casaleggio Associati. Per anni la pagina ufficiale e il blog di Beppe Grillo diedero risalto a tutta una serie di fake news per attirare prima clic, poi lettori, infine elettori. Nessuna centrale operativa segreta nelle stanze della Casaleggio Associati, quindi, ma una vera e propria rete di siti e fan page, ufficiali e non, che avevano il compito di spammare nel web qualsiasi tipo di materiale utile alla propaganda del Movimento.

In prima fila, ovviamente, il blog di Beppe Grillo che, in un post del 21 luglio 2011 incredibilmente ancora oggi raggiungibile tanto da beppegrillo.it che da ilblogdellestelle.it, partiva da uno dei cavalli di battaglia del Movimento, la questione Tav in Valsusa e, iniziando una lunga digressione contro le “informazioni convenzionali, cartacee, televisive completamente fuori dalla realtà con una visione completamente distorta” avvertiva i fan/lettori/elettori: “Oggi abbiamo la conferma che le uniche informazioni veritiere, la verità, nascono e si propagano attraverso la Rete. È finito il mondo del cartaceo, il mondo della televisione, a parte qualche mosca bianca”. Quale? Udite, udite: Il Fatto Quotidiano.

Perché, come dice il verbo di Grillo, “l’informazione vera, plausibile e credibile si trova in Rete”. Ed eccoci alla descrizione di Tze Tze, un “servizio straordinario che convoglia tutte le informazioni in tempo reale che si trovano e si fanno in rete, quindi i blog e i siti. Tutta la gente che naviga on line può fare informazione. Ogni mezz’ora viene aggiornata, in base alla posizione, all’interessamento, al tipo di argomento”.

Presentato come una sorta di enorme centrale di intelligenza artificiale ideata dalla Casaleggio Associati per squarciare il velo alzato dagli organi di informazione mainstream davanti agli occhi degli italiani, Tze Tze negli anni ci ha aiutato a scoprire, ad esempio, notizie SCONVOLGENTI (qui il maiuscolo è d’obbligo) come quella che vedrebbe dietro il “traffico di migranti verso l’Italia” la regia occulta degli Usa, addirittura additati come “finanziatori”. Il tutto con una serie di frecce che dal Maghreb, attraverso il Mediterraneo, puntano dritti verso Italia e Spagna. Nemmeno il ministro della Paura creato dalla fervida mente di Antonio Albanese arrivò a tanto.

“Partner” di Tze Tze è stato Sputnik Italia: molte le notizie che dal sito di “controinformazione” con sede e redazione a Mosca sono state negli anni condivise dal sito della Casaleggio Associati. Una a caso? La stessa, identica notizia: gli Usa finanziano “neri e scafisti”. “Incredibile! Sensazionale.” Una cosa “che nessuno vi dirà mai”. A questa fonte di “informazione” si sono abbeverati per anni milioni di italiani tramite tutti, ma proprio tutti, gli organi di diffusione della Casaleggio Associati, compresa la famosa La Cosa, il sito usato dal Movimento per caricare e spammare spezzoni degli interventi dei parlamentari stellati.

Il metodo usato? Lo stesso, per capirci, di una serie di pagine non ufficiali da decine di migliaia di fan: Beppe Grillo Fan, Orgoglio 5 stelle, W IL M5S, Alessandro Di Battista presidente del Consiglio, Perché votare Movimento 5 stelle…


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Vediamo allora cosa pubblicava Tze Tze, un “servizio fatto attraverso una moschina”, spiegava Beppe Grillo, con “un simbolo da inserire nei vostri siti, nei vostri blog” che “vi darà l’opportunità di apparire sia nel portale Tze Tze che in beppegrillo.it”. Ovviamente non poteva mancare la “polemica” sulle “eventuali polemiche”: “Anticipo gli sfigati”, scriveva Grillo, “che diranno ‘Ecco che la Casaleggio Associati metterà la lunga mano sull’informazione’. Pensate quello che volete. A me personalmente sembra che questo sia un portale straordinario e interessante”.

Straordinario e interessante come la “RIVOLUZIONE SENZA PRECEDENTI” – ovviamente in maiuscolo – con uno “SCIENZIATO CHE DICE DI AVER SCOPERTO LA… (macchina che va ad acqua, ndr)” – clicca clicca clicca –, spaventoso e allarmante come il salmone di allevamento Usa da “evitare come la peste”. Bufale rimbalzate di bacheca in bacheca.

Non c’è che dire, però: un sistema tra il diabolico e il geniale che ha inondato la rete di quelle che ormai conosciamo come “bufale” e ha portato milioni di persone a leggere notizie perfette per la chiacchiera da bar.

Peggio di Tze Tze ha fatto solo, forse, La Fucina che ha avuto nel suo core business la diffusione di bufale e non-notizie di matrice scientifica (ricordate il cancro che si sconfigge con il limone? Per non parlare delle scie chimiche e dei vaccini che causano l’autismo) dando troppo spesso spazio e diffusione, ad esempio, al famoso “metodo Di Bella”, con tanto di messa in vendita di un dvd. E a fare da cassa da risonanza “ufficiale”, ovviamente, c’era lui: Beppe Grillo.

*Estratto del libro "Slow Journalism. Chi ha ucciso il giornalismo" (ed. Fandango, 2019)

(22 giugno 2020)





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