Caso Boffo, Noi Siamo Chiesa: “Ora serve una svolta nel giornalismo cattolico”
di Vittorio Bellavite, portavoce di “Noi Siamo Chiesa”, 5 settembre 2009
“Il caso “Giornale/Boffo” presenta molti lati oscuri. Si intuisce l’esistenza di rapporti fondati anche su ricatti, in atto o potenziali, di contrasti ai vertici della Chiesa e di un inizio di difficoltà nei rapporti col governo.
C’è di tutto meno che l’evangelico “SI, SI, NO, NO, il resto viene dal maligno”; questo insegnamento è stato disatteso dal quotidiano della Conferenza episcopale nei confronti della legge sulla sicurezza e degli scandali che hanno coinvolto il Presidente del Consiglio. In questi due episodi, i silenzi durati settimane, le reticenze, le mezze parole sono stati eticamente e professionalmente censurabili tanto da determinare la reazione vivace di una parte consistente del mondo cattolico. Questo abbiamo denunciato da tempo con convinzione, anche se il troppo poco che è stato poi tardivamente scritto in merito è stato sufficiente per scatenare la reazione del potere politico che governa il nostro paese che cerca di manomettere le istituzioni democratiche, non tollerando alcun spazio di critica .
Ora bisogna nominare il nuovo Direttore. “Noi Siamo Chiesa”, come già più volte in passato, propone e chiede una svolta. Chiede che l’Avvenire sia guidato da una personalità indipendente e che diventi espressione di tutto il mondo cattolico nelle sue pluralistiche espressioni (per esempio anche dei tanti si sono autonomamente ritrovati a Firenze il 16 maggio per discutere delle prospettive della nostra Chiesa). Il pluralismo e il legittimo dibattito non sono mai esistiti con la gestione Boffo, tanto che una parte dei cattolici attivi nella Chiesa non legge più da tempo l’Avvenire. Il quotidiano in particolare non deve essere affidato, direttamente o indirettamente, a gruppi organizzati. Questa svolta ho chiesto, con molta determinazione, in un incontro che avuto col Card. Bagnasco tempo fa. E’ quindi il momento in cui il Consiglio Episcopale permanente della CEI si prenda le sue responsabilità di fronte alla base cattolica ed inizi così, con questa decisione, una svolta che porti i Vescovi italiani a una linea più pastorale, lontana dalle “campagne” e dai “progetti culturali” di questi anni e più vicina invece, nel proporre il Vangelo di Gesù, ai problemi veri, alle sofferenze, alle gioie ed alle ricerche eticoesistenziali dell’uomo di oggi nel nostro paese, bisognoso di semplici parole di verità e di accoglienza.”
(7 settembre 2009)
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