Comitati Dossetti: Perché aderiamo allo stop della Cgil
Raniero La Valle
e Luigi Ferrajoli, il manifesto, 2 settembre 2011
I Comitati Dossetti per la Costituzione condividono le ragioni dello sciopero generale convocato dalla Cgil per il 6 settembre e partecipano alla giornata di mobilitazione nazionale contro questa manovra che, più che puntare al riequilibrio dei conti pubblici, approfitta della crisi finanziaria per manomettere i caratteri originali democratici e sociali della Costituzione italiana e per cancellare, sul piano simbolico, l’identità della Repubblica.
È fondamentale che dalla manovra venga eliminato l’articolo 8, sui contratti collettivi aziendali, che, nulla avendo a che vedere con il riequilibrio dei conti pubblici, mira a smantellare l’edificio del diritto del lavoro, affidando a soggetti privati il compito di dettarne le regole, in deroga alla Costituzione e alle leggi dello Stato, abrogando – in via di fatto – la tutela pubblica contro il licenziamento illegittimo, anche in violazione dell’articolo 30 della Carta dei Diritti fondamentali dell’Unione Europea.
Non a caso è collegata alla manovra la proposta di manomissione dell’articolo 41 della Costituzione, norma di importanza fondamentale che sancisce che l’iniziativa economica privata è libera, ma: «non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo di arrecare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana». L’articolo 8 e la proposta di manomissione dell’articolo 41 della Costituzione prefigurano un inaccettabile imbarbarimento dei rapporti economico-sociali e svelano un disegno golpista e anticostituzionale che punta a demolire l’edificio dei diritti dell’uomo.
La proposta di modifica dell’articolo 81 della Costituzione in materia di bilancio come strumento per reagire al disastro dei conti pubblici, è mistificatoria e ingannevole perché attribuisce alla Costituzione il fallimento economico determinato, invece, da una politica dissennata di dissipazione del bene pubblico dell’Erario (condoni e regali agli evasori, scudi fiscali, etc.).
Infine la declassazione delle festività civili del 25 aprile, primo maggio e 2 giugno mira a umiliare, anche sul piano simbolico, il valore della Costituzione, nata dalla Resistenza, nella quale all’articolo 1 si delinea il volto dell’Italia come quello di una Repubblica democratica fondata sul lavoro.
Anche questa volta, come in occasione del tentativo di modifica dell’articolo 18 e del referendum del 2006, si è aperto uno scontro politico che ha per oggetto la Costituzione. Ancora una volta la mobilitazione della Cgil è di importanza fondamentale per preservare e consegnare alle generazioni future i valori della Costituzione.
(2 settembre 2011)
Condividi | |
MicroMega rimane a disposizione dei titolari di copyright che non fosse riuscita a raggiungere.