Le Comunità cristiane di base contro Bagnasco
Non possiamo condividere il disegno di legge della maggioranza parlamentare sul testamento biologico: né come cittadini/e, né come credenti. In esso si configura la sottrazione del nucleo più prezioso e intimo della nostra esistenza e della nostra stessa fede.
Il disegno di legge su "fine vita e testamento biologico" attualmente in discussione al Senato, proposto dalla maggioranza, relatore Raffaele Calabrò del Pdl, ci preoccupa come persone amanti della vita e dell’autonomia della propria coscienza nutrita di relazioni, ci inquieta come cittadini amanti della Costituzione e pronte a difenderla, ci scandalizza come cristiani amanti del Vangelo e del Concilio Vaticano II.
Ad una lettura attenta appare evidente che quel disegno di legge è incostituzionale: nega del tutto la sovranità della persona sulla propria vita nella fase del morire, burocratizza e, in questo senso, banalizza le direttive anticipate e, come è stato detto da molti, ci fa fare un passo indietro di mezzo secolo rispetto a quella che era stata la conquista progressiva, da parte della civiltà giuridica, del diritto della persona di decidere sulla propria vita. E’ completamente annullato il nuovo soggetto morale riconosciuto da quella civiltà giuridica e politica frutto di tanto impegno. E’ annullata la rilevanza primaria del consenso della persona. Il corpo del paziente torna completamente nelle mani della burocrazia e della medicina. Consideriamo quindi quella proposta un passaggio culturalmente e politicamente molto più grave di una semplice disciplina restrittiva del testamento biologico. Siamo di fronte al tentativo di instaurare un regime autoritario e repressivo. Questi nostri sentimenti, preoccupazioni e idee sono ampiamente diffuse e condivise nel paese.
Ci appelliamo ai parlamentari impegnati nella difesa dei valori della democrazia costituzionale perché se ne facciano portatori in Parlamento e attuino tutte le azioni possibili per impedire che quel disegno di legge sia approvato. Una loro complicità anche solo omissiva con l’approvazione di una legge che consideriamo truffaldina, una loro debolezza nel contrastarla ce li farebbero apparire come soggetti politici incapaci e indegni di rappresentarci.
Non siamo di fronte ad un’astratta difesa della Costituzione, si tratta della difesa di uno dei suoi nuclei essenziali, il principio supremo di laicità, sancito dalla Corte Costituzionale in una sentenza dell’89, come baluardo della libertà individuale e della libertà di coscienza di ciascuno di noi.
Ci appelliamo anche a tutti i fratelli e a tutte le sorelle che si riconoscono nel Vangelo come grande testimonianza di liberazione da ogni alienazione e nella tradizione cristiana come esperienza di amore universale che valorizza la soggettività di ogni singola persona e che afferma il primato della coscienza individuale nutrita di relazioni e libera da ogni potere sia quello religioso che quello secolare. Non restiamo muti/e e inattivi/e. Ci stanno sottraendo il nucleo più prezioso e intimo della nostra esistenza e della nostra stessa fede.
Le Comunità cristiane di base italiane
Milano, 15.02.09
(17 febbraio 2009)
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