Comunità dell’Isolotto: Gaza, fondamentalismi e violenza

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Riceviamo e pubblichiamo dalla Comunità dell’Isolotto di Firenze.

La guerra "piombo fuso" è iniziata in giorno di sabato, nella festa delle luci di Hanukkah. Il governo e le forze armate israeliane hanno chiesto e ottenuto dai rabbini l’autorizzazione a violare il "sabato". Non riguarda solo gli ebrei ma ogni coscienza, religiosa e laica, il fatto che nella catena delle cause di un eccidio ci sia una decisione dei rabbini.

Lo Stato di Israele ha tutto il diritto di essere rispettato, anche da posizioni differenti o critiche, nel proclamarsi Stato ebraico. Ma ciò pone alcune questioni su cui bisogna interrogarsi allo scopo di alimentare con razionalità critica il nostro impegno concreto per la fine del massacro e per la pacificazione. Per mantenere il suo carattere ebraico, così come oggi viene concepito, lo Stato di Israele non può ammettere una maggioranza non ebraica nei propri confini. Appare così inevitabile il dominio del fondamentalismo religioso e il mito di uno Stato che sopravvive solo grazie alla ragione della forza e alla propria capacità militare. Il dominio del fondamentalismo si accompagna sempre al dominio della violenza.

La situazione di Hamas è speculare. La società palestinese, che era una delle realtà più laiche nel panorama del mondo islamico, rischia di cadere sotto il dominio del fondamentalismo di cui Hamas è espressione. I due fondamentalismi, quello ebraico e quello islamico si alimentano reciprocamente, così come il mito della violenza sovrana. In Occidente non siamo estranei a una simile tendenza. Sappiamo quanto le nostre società siano influenzate se non dominate da correnti fondamentaliste, sia nel campo religioso sia in quello politico, le quali aprono scenari di scontro di civiltà. Lo afferma anche la Sinistra Cristiana in un documento.

La nostra speranza è che tanto l’ebraismo quanto l’islamismo, nella cui storia è parte così significativa la componente profetica, diano spazio e voce oggi a tale componente. Saranno così in grado di offrire l’esempio di una fede laica, in dialogo con tutte le religioni e le culture, capace di favorire la rottura della spirale della violenza e il raggiungimento della pace. Il superamento dei fondamentalismi religiosi e delle idolatrie politiche è un problema che mette in questione tutti. Insieme sarà più facile uscirne.

(9 gennaio 2009)



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