Corinna Gosmaro, i nodi parlanti della memoria
Mariasole Garacci
The Gallery Apart ospita una personale della giovane artista piemontese Corinna Gosmaro. Un viaggio tra gli episodi figurativi di una storia millenaria, alla ricerca dell’impulso primario della comunicazione attraverso il codice universale delle immagini.
Corinna Gosmaro ha appena trent’anni, ma alle sue spalle un bagaglio di cultura figurativa millenario, che spazia dall’antico Egitto alla Cina del XIX secolo, passando per la suggestione di antichi e indecifrati codici inca. Talking Knots è il titolo della sua personale ospitata da The Gallery Apart e richiama allusivamente, appunto, i quipu peruviani, “nodi” in lingua quechua. Manufatti composti da molteplici cordicelle tenute insieme da una corda più grande, annodati ad altezze diverse secondo uno schema sistematico che non è stato possibile, a tutt’oggi, decrittare, e che recano un messaggio sconosciuto: strumento per calcoli matematici, ausilio mnemonico per racconti orali, o essi stessi testo complesso di una lingua dimenticata?
Nodi della memoria sono anche gli episodi figurativi lontani nel tempo e nello spazio depositati in un repertorio visivo (quello di Gosmaro è particolarmente ricercato) che ci lega alla famiglia umana. Una lettura particolarmente significativa in un momento storico in cui le ricerche sul DNA hanno svelato che le razze non esistono, che gli esseri umani condividono oltre il 99% del patrimonio genetico e che in ognuno di noi permangono tracce di gruppi etnici lontani e insospettabili. Nel lavoro di questa artista c’è appunto una programmatica ricerca sull’impulso primario della comunicazione attraverso il codice universale delle immagini: così vengono recuperate le antichissime palette zoomorfe dell’Egitto predinastico risalenti al XXXI secolo a.C., riprodotte in scala maggiore e su dibond, il materiale dei cartelloni pubblicitari, qui supporto a una pittura informale che in realtà cita le tracce di pigmenti variopinti ritrovati su questi reperti. Manifestazioni artistiche distanti sono fuse in una sintesi, incrociate con la comunicazione moderna di una società industriale per omaggiare una comune e intramontabile esigenza.
Il senso di appartenenza a una famiglia accomunata dalla capacità di elaborare e ricevere una meta-rappresentazione simbolica, con quel valore affettivo che penetra e riscalda il linguaggio ora astratto ora figurativo ma sempre originato da una riflessione intellettuale di questa artista, è evidenziato dalla coppia di cagnolini in porcellana turchese invetriata, in realtà una citazione letterale dei cani Fo della tradizione cinese, da Gosmaro trasformati in presenze domestiche, accoglienti, come il colore rosso scelto per l’allestimento della mostra. Questo colore, così come i molossi e le palette egizie, è legato anche alla ritualità funebre di diverse civiltà: l’uomo riconosce la propria interiorità nel momento storico in cui inizia a interrogarsi sul proprio destino, sulla fine e sul fine della propria esistenza terrena.
Dunque, Gosmaro individua nel rito l’episodio originario del bisogno di esprimere un Sé autoconsapevole che è alla base delle più antiche manifestazioni artistiche. L’uso di immagini lascia presumere appunto la condivisione di un linguaggio, implicita in ogni atto comunicativo in grado di essere ricevuto da altri soggetti (tornano inevitabilmente le parole “comune”, “comunicare”, etimologicamente legate al concetto di partecipare l’altro di qualcosa, di una notizia, di uno stato, e infine al senso religioso del secondo termine). Un potenziale che, secondo le moderne teorie del neostoricismo, irradia senza mediazione una risonanza percepita in prima persona anche dall’osservatore di oggi.
Talking Knots
Corinna Gosmaro
Fino all’8 giugno 2018
The Gallery Apart, via Francesco Negri 43, 00154 Roma
Orario: da martedì a venerdì 15.00-19.00 o su appuntamento
tel/fax 06 68809863 www.thegalleryapart.it
(4 giugno 2018)
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