Così parlò Marcellino
di Gianni Barbacetto, da www.societacivile.it/blog/
L’antifascismo? "Un concetto obsoleto". Mussolini? "Un uomo di valore". L’antimafia? "Troppo costosa". Saviano? "Il suo libro ha enfatizzato la camorra". La Rai? "Ci sono ancora troppi dirigenti di sinistra". Lo stalliere di Berlusconi? "Fu a suo modo un eroe". Ecco alcuni dei giudizi espressi da Marcello Dell’Utri, fondatore di Forza Italia, senatore e pregiudicato, nella lunga intervista rilasciata a Klaus Davi su "Klaus Condicio", su YouTube .
Il fascismo. "Mussolini sbagliò, non c’è dubbio, ma quando era al potere lo Stato era più presente di quanto non lo sia adesso. Aveva dato, e in questo è stato l’unico, un senso di patria al Paese". Dell’Utri rilegge, la sera, i Diari di Mussolini (falsi?) che dice di aver ritrovato. Da quelle carte "viene fuori l’immagine di un uomo di valore, dal punto di vista sia umano che culturale. Mussolini cita spesso le classi deboli e più bisognose. Molti provvedimenti in loro favore e diverse leggi sociali, come quelle che disciplinano la previdenza contro gli infortuni e la nascita dell’Inps e dell’Inail, risalgono proprio al famigerato Ventennio. Che dire poi delle colonie? L’Italia, essendo un Paese che occupa tutto lo spazio del Mediterraneo, non poteva restare fuori dalla politica di espansione delle potenze occidentali". Oggi l’antifascismo è "un concetto obsoleto" che "ritorna puntualmente in auge perché mancano nuovi argomenti seri di discussione e si finisce con il rivangare sempre gli stessi" e "ogni qual volta si tocca questo tasto succede un’insurrezione poiché questa situazione non è mai stata chiarita del tutto e la verità non è mai venuta a galla".
La mafia. "Penso che Roberto Saviano abbia ragione a voler andarsene dall’Italia. Il libro che ha scritto è un libro denuncia e in quanto tale oggetto di tante attenzioni poco piacevoli", ma quel romanzo-documentario "certamente non è una gran pubblicità per il nostro Paese, anche se il male, purtroppo, esiste e quindi non possiamo negarlo. Forse però non dovrebbe essere enfatizzato in questo modo. Il premier Silvio Berlusconi è andato a Napoli per affrontare il problema della monnezza ed è riuscito a toglierla dalle strade, ma la camorra non è altrettanto facile da estirpare".
L’antimafia? "Non è finita. C’è e ci sarà finché esiste la mafia ed è un bene. Credo, tuttavia, che, allo stato attuale, il rapporto tra costi e benefici sia assolutamente sproporzionato, soprattutto quando alcuni procuratori antimafia fanno politica". Il riferimento è a Gian Carlo Caselli , che aveva denunciato la difficoltà per i giudici di processare e condannare i politici collusi con la mafia. Dell’Utri (una condanna a 9 anni in primo grado per concorso esterno in associazione mafiosa e una condanna definitiva per frode fiscale) attacca "i procuratori di Palermo che hanno usato molto e a sproposito lo strumento dell’aggressione politica. Io, onestamente, me ne sento in assoluto una vittima. Non ci sarebbe stata l’accusa nei miei confronti se non ci fosse stata la grande affermazione di Forza Italia in Sicilia nel 1994".
Vittorio Mangano, lo "stalliere di Arcore" (condannato all’ergastolo per duplice omicidio) è "un eroe, a modo suo" perché "malato com’era, sarebbe potuto uscire dal carcere e andare a casa, se avesse detto solo una parola contro di me o contro il presidente Berlusconi. Invece non lo ha fatto".
La tv. "Negli ambienti della Rai ci sono ancora oggi dirigenti che sono stati messi dalla sinistra e che quindi rispondono a logiche di sinistra. È difficile pensare che migliori la qualità della comunicazione quando a guidarla c’è gente che alimenta una visione negativa della vita", afferma Dell’Utri, di rincalzo a Berlusconi che, con incredibile senso dell’umorismo (involontario), negli stessi giorni dichiara che in tv c’è troppa gente di sinistra ("Tutti i giorni ci sono attacchi televisivi nei nostri confronti, con tutti questi conduttori appecoronati sulla sinistra") e che la televisione è troppo ansiogena: "Io adesso cercherò di fare tutto il possibile perché le tv pubbliche e private non siano dei fattori ansiogeni, come purtroppo stanno diventando». In particolare «la televisione pubblica, che dovrebbe cooperare perché le cose vadano al meglio, adesso è il punto principale di diffusione del pessimismo".
Dell’Utri lo sostiene: "Le notizie, certo, bisogna darle, sennò si torna al fascismo, ma c’è modo e modo di comunicarle. Magari con conduttori più gradevoli di adesso. Io guardo il Tg3, ad esempio, e vedo che ci sono degli anchorman che hanno già una faccia un po’ gotica, un po’ dark".
Le telefonate. Intanto il 30 ottobre 2008 la giunta per le autorizzazioni a procedere del Senato ha respinto la richiesta del gip di Palermo di utilizzare nel processo d’appello per mafia le telefonate tra Dell’Utri e il mafioso Vito Roberto Palazzolo, già condannato per droga nel processo Pizza connection e poi per mafia (9 anni anche lui, come Dell’Utri) e latitante in Sudafrica. "Non devi convertirlo, è già convertito", dice al telefono Palazzolo alla sorella nel 2003: cioè ha rapporti d’antica data con Cosa nostra e quindi è già disponibile. Ma le telefonate non potranno essere essere utilizzate in aula, a causa della legge boiata-Boato che impone di avere il permesso delle Camere per trascrivere e utilizzare le telefonate dei parlamentari.
(6 novembre 2008)
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