Cossiga e “Il ritorno del principe”
A guardare gli scontri avvenuti in piazza durante i cortei della settimana scorsa viene il dubbio che il ministro Maroni abbia seguito i consigli del presidente Cossiga (vedi intervista di Cangini pubblicata su Quotidiano Nazionale). Naturalmente è una battuta, penso invece che le dichiarazioni di Cossiga nella citata intervista corrispondano alla verità, penso che la degenerazione violenta dei vari movimenti e della protesta che c’è stata in Italia dal ’68 in avanti sia stata voluta, perseguita e creata da pezzi dello stato italiano con i metodi di cui parla Cossiga, quei pezzi dello stato italiano di cui parla Roberto Scarpinato nel suo bellissimo libro “Il ritorno del Principe”. Colpisce che sull’intervista di Cossiga non ci siano state reazioni, che nessuno abbia chiesto per esempio l’apertura di un’inchiesta. Colpisce il silenzio della stampa, della TV, dei politici, dei sindacati, su tutto quello che Scarpinato scrive nel suo libro; per me è stato sconvolgente, non perché non avessi dei sospetti ma perché quei sospetti, per me, sono diventati certezza: solo così ci si può spiegare tutto quello che è successo e che ancora succede in questo Paese. La prima reazione è stata un senso di impotenza e di perdita di speranza, poi ho pensato che se non si capisce bene la malattia è impossibile trovare la cura, per quanto grave sia un fenomeno solo la sua conoscenza può aiutare a trovare i rimedi, se non si vuole soccombere, e quindi ringrazio Scarpinato per questo libro coraggioso. La vera emergenza in Italia è il deficit di democrazia che ha accompagnato la storia del nostro Paese dalla sua nascita ai nostri giorni, la vera emergenza è questa finzione democratica alimentata finora da tutti, dai partiti, dai sindacati, dall’informazione, compreso quelli di sinistra, quella sinistra battuta e ormai impotente che ha preferito ignorare la realtà che poi le si è ritorta contro come un boomerang. Si è vero che molti si sono opposti e molti sono morti, e questo fa ancora più male perché quelle morti non sono servite a nulla. Penso che le forze democratiche (vere) che in questo paese ci sono (se pur minoranza), la sinistra tutta, anche quella radicale se vuole riprendere a vivere e fare qualcosa di utile per questo Paese, debbano mettere al centro della politica proprio l’emergenza democratica, la malattia va affrontata non c’è altro modo per provare a debellarla. Certo, c’è anche la crisi economica, ma l’assenza di un vero Stato di Diritto determina l’assenza di giustizia sociale ed economica, e qualunque crisi diventa normalità.
Rosa Ferrarotto, Bologna
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