Craxi come Giordano Bruno? Un paragone indecente
Sig Direttore,
la campagna di riabilitazione di Craxi non conosce la decenza. In Parlamento, si concedono i contributi alla Fondazione Craxi e si negano alle Fondazioni dei Padri della patria, Pertini, Nenni, La Malfa, Di Vittorio. La Moratti ardisce fare paragoni acrobatici, da circense folle. Compara Craxi a Giordano Bruno: entrambi vittime della giustizia. Craxi è stato giudicato da due tribunali di uno stato democratico e condannato non a morte ma a 10 anni di carcere per corruzione, si parlò di 150 miliardi di lire. Reo confesso. In Parlamento sfidò il Paese nel tentativo di coinvolgere gli altri partiti: tutti ladri nessun ladro. Non pagò per i suoi reati, fuggì nella sua villa dorata in Tunisia. Bruno ha combattuto per la libertà di pensiero, quella di cui, anche grazie a lui, noi godiamo. Lottò contro il peggiore dei poteri, quello teocratico, assoluto, che presume di parlare e agire nel nome di Dio. Il potere “asinino”, come lui lo bollava. Fu bruciato vivo a Campo de’ Fiori a Roma. Cosa ha in comune con Craxi? Niente. Costoro stanno inquinando la memoria storica di un Paese. Perché? Se Mangano è un eroe, Craxi un grande statista, quanto grande è il “principe” della presente stagione?
Ezio Pelino
(5 gennaio 2010)
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