Cripta d’oro per Padre Pio, don Farinella: “Non c’è più religione!”
Paolo Farinella
, prete
Una mia amica di Facebook ha creato una pagina contro la nuova cripta di padre Pio da Pietralcina. Mi era sfuggita la notizia che fosse inaugurata, ma ancora di più mi era sfuggita la notizia che il nuovo «loculo» (si fa per dire) di 2.000 metri quadrati (sì, sic!), cioè l’equivalente di 25 appartamenti di 80 metri quadri. Non c’è che dire, come inno alla povertà francescana e alla supposta semplicità del festeggiato, era il minimo che si potesse fare. 2000 metri quadrati non si negano a nessuno e se poi questo loculo così discreto è tutto ricoperto d’oro massiccio e di mosaici, siamo pari e patta. Tutto è logico e tutto si tiene: il vangelo che lascia in eredità i poveri (li avrete sempre con voi), che chiede di non portare due tuniche e borse con denaro, tutto è coerente, anzi l’oro scintillante servirà da specchio per le coscienze dei frati perché vedano il nero che le copre.
I frati hanno angariato p. Pio quando era in vita, lo hanno spiato, lo hanno tradito, lo hanno esiliato, lo hanno fatto soffrire e ora gli stessi lo onorano, lo celebrano e lo seppelliscono sotto una montagna di oro massiccio che grida vendetta al cospetto di Dio. La gerarchia cattolica che ha perseguitato p. Pio imponendogli ogni sorta di sopruso e di umiliazione, fino alla proibizione della Messa, oggi come se niente fosse lo additano come modello di santità e di umiltà e di povertà. Veramente non c’è più religione!
La mia impressione è che dietro quest’uomo mite e anche strano, vi sia oggi più che mai un enorme processo di marketing, una macchina per fare soldi facili facili per ingannare chi si lascia drogare da una religione che è la negazione della santità e del buon senso. Lasciamo stare il vangelo da parte che non c’entra nulla in questo come in tanti altri affari della bottega religiosa a buon mercato, anzi a peso d’oro.
Io mi chiedo come possa venire voglia di pregare in una cripta d’oro massiccio e chi è quell’imbecille che possa pensare che una cosa simile possa dare «gloria a Dio». Chi ha pensato una cosa del genere, chi crede che un simile delitto possa confondere Dio, si sbaglia di grosso perché quell’oro poteva e doveva essere impegnato per alleviare le sofferenze, nella ricerca medica, nell’aiuto ai poveri.
Nell’anno di grazia 2010, mentre migliaia di famiglie sono sul lastrico per mancanza di lavoro e altre migliaia perdono la casa per impossibilità di onorare gli impegni ipotecari; mentre una miriade di miriade di giovani sono senza lavoro e senza futuro, mentre bambini, uomini e donne muoiono di fame, letteralmente anemici e disidratati, mentre la chiesa cattolica manda gli spot per la raccolta dell’8×1000, mettere su una cripta d’oro massiccio per onorare un morto, già decomposto visto che è deceduto nel 1968, è un insulto a Dio, alla fede, alla dignità dei poveri, a San Francesco e allo stesso p. Pio.
Un nuovo vitello d’oro è nato e così chi è aduso a fare orge di religione a buon mercato, può andare con tranquilla coscienza a farsi fotografare nella cripta d’oro di p. Pio, stando attento però a che tutto quell’oro non gli accechi l’anima. Quando la religione si trasforma in mercato delle vacche, tutto è possibile, anche che Dio non esiste, come afferma lo stolto del salmo. Personalmente prendo un impegno per la vita: non sono mai stato a San Giovanni Rotondo e mai andrò perché non credo in quei fenomeni che vogliono fare passare per straordinari e non credo nelle apparizioni. Mi basta e avanza Gesù Cristo e credetemi, ne avanza anche tanto.
(6 maggio 2010)
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