Curzio Maltese: la mia battaglia per una sinistra popolare

Curzio Maltese

Pubblichiamo la lettera che Curzio Maltese ha inviato al gruppo Gue per ringraziare i deputati per l’affetto che gli hanno dimostrato dopo il delicato intervento chirurgico a cui ha dovuto sottoporsi all’inizio di agosto e cogliendo così l’occasione per esprimere le sue riflessioni sul futuro della sinistra europea.

Care compagne e cari compagni,

vi ringrazio di cuore per i vostri affettuosi messaggi. Come sapete, ho avuto un serio problema di salute, ma oggi incredibilmente sono in ripresa e, anche se al momento non sono ancora in grado di usare direttamente la mia penna, sento il bisogno di comunicarvi le mie riflessioni.

Quattro anni fa ho cominciato questo mandato con profonda passione politica, rinunciando in parte al mio lavoro di giornalista, mantenendo però la rubrica settimanale “Contromano”, con l’orgoglio e l’onore di essere il testo di apertura del Venerdì di Repubblica. In queste settimane la dimostrazione d’affetto ricevuta proprio dai miei lettori è stata tale da confermarmi quanto sia importante restare, come ho fatto sempre, al loro servizio.

Per quanto riguarda il mio paese, purtroppo non credo che le varie formazioni nate in questi ultimi anni, penso a Liberi e Uguali o a Potere al Popolo, possano essere espressione di un vero movimento politico di sinistra, anzi credo fermamente che ne saranno la rovina. Non è più possibile rimanere ostaggi delle beghe di un piccolo ceto politico, che insiste a guardarsi l’ombelico e non vede né intercetta i bisogni delle persone, ma rimane intrappolato in battaglie di potere e posizionamento. Davvero, non se ne può più. E’ necessario ripartire da un Movimento politico vero che sappia mettersi in ascolto delle persone e che abbia il coraggio di proporre una visione alternativa a quella dominante. Naturalmente io porterò avanti il mio mandato al meglio delle mie possibilità, in particolar modo riguardo ai beni comuni, all’educazione e alla cultura, ma di certo non parteciperò a una nuova campagna elettorale se non si creerà un nuovo movimento politico solido, autentico e veramente popolare: un movimento della gente. Solo così potrò continuare a essere al servizio dei miei lettori per una concreta battaglia politica, altrimenti tornerò a fare il giornalista.

In questi anni sono successe tante cose importanti. Ho partecipato con gioia alle rinascite politiche di Spagna e Portogallo e ho sofferto con tutto il cuore che la Grecia non abbia avuto la stessa forza per compiere la rivoluzione promessa e si sia dovuta piegare alla Germania della signora Merkel. Per me, che a dieci anni davanti alla strage di piazza Fontana a Milano, ho capito quanto fosse fondamentale la lotta antifascista, ho sempre visto in Manolis Glezos, il più grande esempio di coraggio in tal senso.  E poi, qui con voi, ho avuto l’immenso onore di conoscerlo. Un uomo che, a dispetto della sua età anagrafica, rimane la testa più giovane con cui ho dialogato in questi anni.

Se un ragazzino di 18 anni trova l’immenso coraggio di strappare sull’acropoli la svastica nazista per alzare la bandiera greca, anche noi, con il nostro lavoro, possiamo tentare di costruire per i nostri ideali e per i nostri figli un grande movimento che possa coprire il grande vuoto che si è creato e possa rappresentare di nuovo finalmente la sinistra popolare europea.

Vi abbraccio con tutto l’entusiasmo che posso.

Con l’occasione di pubblicare questa lettera su MicroMega, aggiunge qualche riflessione specifica sulla situazione politica del nostro paese.

Battaglie per il referendum dell’acqua pubblica, la nuova Morale (il celebre "Onestà Onestà!"), Notav, Notap, F35, Ilva. Da questo è nato il Movimento 5 Stelle. Per milioni di italiani è sembrato un sogno che si avvera. Un grande movimento popolare, nato purtroppo nell’ambigua ignoranza e incapace di guardare al futuro e che si ritrova ora a rinnegare senza pudore questi stessi obiettivi per firmare solo uno schifoso condono.

Come ci sono arrivati? Innanzitutto candidando Virginia Raggi a sindaco di Roma, carta vincente dato che ha cominciato la sua carriera non a caso nello studio Previti e poi, fresca di nomina, ha subito appoggiato il progetto per la costruzione del nuovo stadio della Roma. Per fortuna esistono ancora i magistrati e l’hanno bloccato.

Di Maio e la Raggi hanno schiantato la questione morale, hanno distrutto il sogno di quei milioni di elettori che sono la parte giovane e sana dell’Italia e sono finiti come pietosa imitazione del modello leghista. Almeno i ministri della lega con Salvini, Tria e Savona hanno in mente un progetto ben preciso, l’uscita dall’Euro, mentre i pentastellati sono totalmente confusi e incompetenti. E in tutto ciò non sarà certo il ridicolo Matteo Renzi a salvarci da questa grottesca situazione o la sua spalla comica, Silvio Berlusconi.
(30 ottobre 2018)





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