Da Napolitano prese di posizione pilatesche
Caro Presidente Napolitano,
Sono una cittadina qualunque e non metto in dubbio la Sua conoscenza della Costituzione.
Mi permetto, tuttavia, di essere un po’ pedante (sa sono stata professoressa) e vorrei puntualizzare che conoscere ed interpretare non sono sinonimi.
A me pare che la Sua conoscenza della Carta Costituzionale sia, oserei dire, “scolastica” ed, inoltre, intrappolata dalla matrice totalitaria della sua formazione politica giovanile.
Mi permetto di ricordarLe che Ella stessa ha ammesso di aver plauso all’invasione dell’Ungheria da parte dell’URSS nel lontano 1956!
Io, invece, ricordo mio padre ascoltare i giornali radio con timore di una nuova guerra mondiale: mio padre era stato schiavo di Hitler per due anni.
Premetto ciò per esprimere la mia indignazione di fronte al suo procedere caratterizzato da “ne quid nimis”, da una cautela che sfiora l’ignavia, da prese di posizioni degne di Pilato.
Cosa posso pensare?
Che Ella in buona fede è preso in contropiede dalla sfrontatezza dell’agire e del dire del capo del governo – eletto con una legge anticostituzionale – mi scusi se glielo rammento, la cosiddetta legge porcata.
Se ella non fosse in buona fede – ma è solo un’ipotesi – l’inerzia con cui guarda affondare i valori della civiltà italiana, i Suoi inviti alla moderazione mentre il paese è diventato oramai impresentabile agli occhi del mondo intero, mentre una parte della popolazione é senza lavoro, e l’altra parte imbambolata di fronte allo sciorinare sontuoso dei vizi e degli stravizi dei governanti mi permetterei di stigmatizzare il modo di gestire il Suo ruolo con l’espressione del grande Manzoni: “canizie vituperosa”.
Con rispetto,
Concetta Centonze, San Donà di Piave
(11 settembre 2009)
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