Da oggi in edicola il nuovo numero di MicroMega: “A sinistra!”
Miguel Benasayag
MicroMega torna in edicola e libreria mercoledì 21 dicembre con un corposo miscellaneo dal titolo “A sinistra!”.
Nella prima sezione la rivista interroga filosofi, sociologi e giornalisti sul senso odierno della “sinistra”: ha ancora valore questa parola o è una categoria novecentesca? Il direttore Paolo Flores d’Arcais vede nell’eguaglianza e la libertà le due “bussole” e individua nei movimenti la speranza per una nuova sinistra. Michael Hardt e Antonio Negri affidano ad un “nuovo potere costituente” la capacità di ristrutturare la sinistra. Per Alain Touraine la sinistra, invece, dovrebbe abbandonare l’idea astratta delle classi sociali e mettere al centro della sua azione politica gli individui. Sulla stessa scia, Cinzia Sciuto spiega le potenzialità “dell’individualismo virtuoso” che contraddistingue molti movimenti apparentemente non politici.
Il filosofo Roberto Esposito auspica un passaggio dalla teologia economica ai beni comuni, mentre Edwy Plenel focalizza sul nodo dell’uguaglianza, “il diritto di avere diritti”, e Michael Walzer sottolinea come quella della sinistra sia un’eterna corsa ad ostacoli, una storia di sconfitte ma anche di grandi conquiste. Di contrapposizione tra popolo ed èlite scrive Laurent Joffrin, mentre Tahar Ben Jelloun individua nel liberismo selvaggio il nemico della sinistra, sia in Europa che nel mondo arabo. Emilio Carnevali si chiede se abbia senso parlare di “economisti competenti” e se la sinistra possa abbandonare la sua vocazione ‘faziosa’ senza snaturarsi, questione al centro anche del contributo . Chiude la ricca sezione il filosofo Jean-Luc Nancy, per il quale la sinistra non può che ripartire dall’evidenza del “noi siamo”.
Un vivace dialogo tra l’intellettuale Marco Revelli e il sindacalista Fiom Giorgio Cremaschi riporta alle dinamiche italiane: è necessario “baciare il rospo” Monti? Anche tre autorevoli esponenti di “movimento” – Francesca Comencini, Luca Casarini e Alberto Perino – si confrontano sulle prospettive future e sul nodo della rappresentanza ai tempi del governo Monti. Ancora sui movimenti: il giornalista Federico Rampini intervista Kalle Lasn, l’‘‘inventore” di Occupy Wall Street; Benjamin Kunkel, Charles Petersen e Mark Roth, che conoscono in prima persona il movimento americano, spiegano il significato dello slogan “Siamo il 99 per cento!”; Fernando Savater sottolinea invece le contraddizioni e i limiti degli indignados spagnoli, mentre il sociologo Zygmunt Bauman analizza il ruolo dei movimenti nella “modernità liquida” e Sergio Luzzatto illustra il significato della parola “degnazione”, l’opposto dell’indignazione, tratteggiando grazie ai Promessi Sposi una vera a propria antropologia degli italiani.
Nella sezione “labirinto”: Valerio Gigante ricorda don Enzo Mazzi, prete del dissenso scomparso lo scorso 22 ottobre; Pierfranco Pellizzetti analizza i “berluschini di sinistra”, ovvero quegli esponenti del centrosinistra – Renzi in primis – incapaci di essere un’alternativa anche solo etica ed estetica al Cavaliere. Guido Caldiron fa un’analisi delle diverse rivolte che hanno scosso il mondo negli ultimi anni e Luciano Gallino esamina il modello Olivetti, la lezione industriale – tutt’altro che superata – di un capitalista democratico.
Infine, immancabile, lo “scherzo” che indaga lo strano caso dell’ipnosi permanente degli italiani.
(21 dicembre 2011)
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