Da oggi in edicola MicroMega 1/2019: Almanacco di filosofia – Cent’anni dopo Weber e la politica come professione
Jonathan White
A confrontarsi con i contenuti della conferenza in cui il sociologo tedesco traccia i pilastri di quella che potremmo definire una vera e propria teoria dello Stato e della politica MicroMega ha chiamato il filologo e storico Luciano Canfora nonché i politologi Pere Vilanova e Joan Subirats (quest’ultimo tra l’altro assessore alla cultura nella giunta Colau).
Ma a Weber è dedicata anche una seconda sezione del numero che offre per la prima volta al pubblico italiano tre delle circa 130 lettere che il sociologo inviò al collega Robert Michels con il quale intrattenne un intenso carteggio tra il 1905 e il 1915: testi – presentati da Dimitri D’Andrea – che offrono uno sguardo su una fase cruciale della riflessione weberiana, quella sul rapporto fra etica e politica che nel corso degli anni guadagnerà rilievo fino a divenire centrale in “La politica come professione”.
Gli inediti contenuti nel nuovo almanacco di filosofia non finiscono qui. Del filosofo Theodor W. Adorno MicroMega presenta per la prima volta in italiano tre recensioni alla celebre biografia di Richard Wagner scritta da Ernest Newman. Tre testi redatti tra il 1938 e il 1947 – qui introdotti da Leonardo V. Distaso – che corrispondono ad altrettanti significativi momenti del percorso adorniano e che contribuiscono a delineare un momento chiave nello sviluppo del suo pensiero e della storia, drammatica e travagliata, del secolo scorso. Del filosofo Jean-Jacques Rousseau la rivista diretta da Paolo Flores d’Arcais pubblica invece due minora – presentati da Marco Menin – che fanno emergere in tutta la sua forza lo straordinario eclettismo di Rousseau, capace di mettere al servizio della propria riflessione filosofica i più svariati registri letterari.
Alla filosofia della scienza è dedicata un’altra sezione del numero che presenta la lectio magistralis tenuta da Michela Massimi per la consegna della medaglia Wilkins-Bernal-Medawar 2017 della Royal Society e un articolo dei docenti dell’Università di Bristol Marcus R. Munafò e George Davey Smith.
Il nuovo almanacco di filosofia ospita poi un’ampia intervista a Jürgen Habermas – curata da Isabelle Aubert e Jean-François Kervégan – in cui l’autore di Teoria dell’agire comunicativo, alla soglia dei novant’anni, indaga il ruolo della storia della filosofia nella sua personale elaborazione teorica, affronta il suo rapporto con gli altri esponenti della teoria critica, propone le sue riflessioni sull’attualità politica; nonché il racconto di un lontano pomeriggio del 1977 in cui l’allora direttore della New Left Review, Perry Anderson, ebbe occasione di confrontarsi a tutto tondo con il filosofo Louis Althusser in visita presso la sede della rivista.
Arricchiscono poi il numero la «Democracy Lecture» sul rapporto tra progettazione delle città e qualità delle relazioni sociali tenuta dal sociologo Richard Sennett l’8 novembre 2018 a Berlino; un saggio e Lea Ypi sulla rinascita della forma partito a partire dal caso del Labour di Corbyn; e infine l’intervista a Eric Foner, tra gli storici americani più conosciuti a livello internazionale, condotta da Alessandra Lorini: un vero e proprio viaggio nella storia degli Stati Uniti, dalla guerra civile alle presidenze di Trump e Obama, passando per la tradizione radicale americana e la Red Scare.
Pere Vilanova – Rimpiangendo Max Weber
Nella celebre conferenza intitolata “La politica come professione” (1919), Max Weber esordisce affermando che non avrebbe parlato dei contenuti che bisognerebbe apportare all’attività politica. “Perché”, dice, “tali questioni non c’entrano con il problema generale, ossia che cosa è la politica come professione e che cosa può significare”. Un testo che, a cent’anni dalla sua pubblicazione, ha ancora molto da dire: le riflessioni sui partiti e soprattutto sui rapporti tra etica e politica che il sociologo sviluppa in quella occasione a partire da quella premessa dovrebbero infatti essere oggetto di studio obbligatorio da parte di chi aspiri a ‘fare politica’.
Joan Subirats – Weber ai tempi del populismo
Pur essendo trascorso esattamente un secolo dalla conferenza sulla “Politica come professione”, le riflessioni di Weber mostrano ancora oggi tutta la loro fecondità. A partire dalla discussione fra etica della responsabilità ed etica dei princìpi e dal rapporto che deve intrattenere con esse il politico. Da quest’ultimo Weber esige passione per la causa che difende, ma al contempo senso della realtà in cui opera e responsabilità per gli effetti che tale causa potrebbe scatenare. Passione e lungimiranza sono dunque ugualmente necessari al politico, anche se paiono in contraddizione. Una lezione da tenere bene a mente, in tempi di populismo, perdita di orizzonti di valore e incapacità di guardare più in là del proprio naso.
Luciano Canfora – Weber fra Machiavelli Gramsci (e Demostene)
“Finché sarà necessario uno Stato, finché sarà storicamente necessario governare gli uomini, qualunque sia la classe dominante, si porrà il problema di avere dei capi, di avere un capo”. Così scriveva Gramsci nel 1924. E di questa necessità era ben consapevole anche Weber, che nel suo “La politica come professione” traccia il profilo del ‘capo carismatico’. Una figura che va analizzata in una prospettiva di lungo periodo, prendendo le mosse da Demostene per approdare a Machiavelli.
INEDITO 1
Max Weber – Realismo anomalo: tre lettere a Michels (con una presentazione di Dimitri D’Andrea)
Per una decina d’anni, dal 1905 al 1915, fra Max Weber e il sociologo Robert Michels si svolse un intenso carteggio. Tutte le lettere di Michels sono purtroppo andate perdute, mentre le circa 130 di Weber sono state pubblicate in tedesco nei volumi dell’edizione completa delle sue opere. Le tre che presentiamo qui per la prima volta in italiano offrono uno sguardo su una fase cruciale della riflessione weberiana, quella sul rapporto fra etica e politica che nel corso degli anni guadagnerà rilievo fino a divenire centrale in “La politica come professione”, che costituisce, in qualche misura, il suo testamento intellettuale.
ICEBERG 2 – filosofia e scienza
Michela Massimi – Il salto della pulce ovvero a cosa serve la filosofia della scienza
A cosa servono i filosofi? A misurare il salto di una pulce! Così Aristofane in Le nuvole derideva Socrate e i sofisti. Quella della presunta ‘inutilità’ della filosofia è sempre stata una costante della sua storia, e a maggior ragione di quella della filosofia della scienza. In questa lectio, la medaglia Wilkins-Bernal-Medawar 2017 della Royal Society smonta uno per uno gli argomenti contro questa disciplina e ne indaga il ruolo, che si rivela cruciale specialmente per una società democratica.
Marcus R. Munafò e George Davey Smith – Triangolazione: per un nuovo paradigma nella ricerca scientifica
A partire dagli anni Cinquanta e dalla famosa massima di Popper secondo cui le teorie scientifiche non possono mai essere provate ma solamente falsificate, si è comunemente accettata l’idea che la replicazione di un medesimo esperimento sia sufficiente per stabilirne l’affidabilità. Ma risultati coerenti potrebbero in realtà nascondere difetti nella progettazione dello studio, nei metodi e negli strumenti di analisi. Per ridurre al minimo la possibilità di errore sarebbe invece necessario osservare un medesimo problema da diversi punti di vista, con metodi diversi. Questo però significa aprirsi a una interdisciplinarità che la comunità scientifica fatica ad accettare.
INEDITO 2
Theodor W. Adorno – Il caso Richard Wagner (con una presentazione di Leonardo V. Distaso)
L’interesse di Theodor W. Adorno per Richard Wagner è noto. Nell’arco della sua vita il filosofo tedesco dedicò infatti al compositore ben due saggi: “Versuch über Wagner” del 1937-38 e “Wagners Aktualität” del 1965. Un interesse che trova ulteriore conferma nelle tre recensioni alla celebre biografia del compositore tedesco scritta da Ernest Newman, “The Life of Richard Wagner”, presentate qui per la prima volta in italiano. Tre testi scritti tra il 1938 e il 1947 che corrispondono ad altrettanti significativi momenti del percorso adorniano e che contribuiscono a delineare un momento chiave nello sviluppo del suo pensiero e della storia, drammatica e travagliata, del secolo scorso.
SOCIALISMI
Jonathan White e Lea Ypi – Il Labour di Corbyn: rinascita della forma partito?
Non c’è dubbio che ormai da diversi anni la forma partito sia in crisi e in molti ne hanno annunciato (e talvolta auspicato) la definitiva scomparsa. Ma è davvero possibile fare politica sul lungo periodo senza una struttura organizzata, che si richiami a un preciso orizzonte di ideali e valori e che si riconnetta a una storia e a una tradizione? E come possono i partiti imparare la lezione dei movimenti? L’interessante caso del Partito laburista inglese.
Eric Foner in conversazione con Alessandra Lorini – Negli Stati Uniti si parla di socialismo
La primavera che sembra vivere l’idea di socialismo negli Stati Uniti, grazie in particolare a Bernie Sanders, è la questione da cui si dipana questa ampia intervista a uno tra gli storici americani più conosciuti a livello internazionale. Un vero e proprio viaggio nella storia degli Stati Uniti – dalla guerra civile alle presidenze di Trump e Obama, passando per la tradizione radicale americana e la Red Scare – con la speranza che gli incoraggianti risultati delle recenti elezioni di midterm non siano che il primo passo verso il definitivo declino di Trump e dell’ultradestra.
POLIS E CITTÀ
Richard Sennett – La lotta per la città
Il ruolo di chi progetta e costruisce le nostre città è cruciale per la qualità delle relazioni sociali. Il rapporto fra il modo in cui la gente vive e il modo in cui sono costruite le città è infatti strettissimo. Quali sono i princìpi e i valori a cui l’urbanista deve improntare il proprio lavoro? Forse le pretese del capitale che esige remu
nerazione per i propri investimenti? O le richieste delle persone, che spesso invocano muri e recinti per paura? No, l’urbanista ha il dovere morale di resistere a tutto questo e proporre un’idea di città aperta, che non offre soluzioni prêt-à-porter ma crea spazi di incontro, scambio e, perché no, conflitto.
MEMORIA
Perry Anderson – Un pomeriggio con Althusser (con una presentazione di Vittorio Morfino)
Nell’estate del 1977 il filosofo francese Louis Althusser e sua moglie Hélène Rytman si recano a Londra a trovare l’amico Roberto Matta, pittore surrealista cileno. È l’occasione per una visita presso la sede della New Left Review, da cui scaturisce un lungo confronto con l’allora direttore Perry Anderson. I due parlano per ore: della situazione del Partito comunista francese, dei resoconti di chi ha visitato la Cina, di Gramsci e Trockij. Un incontro che Anderson racconta per filo e per segno nelle pagine che seguono.
NEL CORSO DI UNA VITA
Jürgen Habermas in conversazione con Isabelle Aubert e Jean-François Kervégan – Fare filosofia
Jürgen Habermas è probabilmente il più autorevole filosofo vivente. Esponente della cosiddetta seconda generazione della Scuola di Francoforte, erede di Adorno e Horkheimer, in questa intervista a tutto campo, l’autore di “Teoria dell’agire comunicativo”, alla soglia dei novant’anni, indaga il ruolo della storia della filosofia nella sua personale elaborazione teorica, affronta il suo rapporto con gli altri esponenti della teoria critica, propone le sue riflessioni sull’attualità politica.
INEDITO 3
Jean-Jacques Rousseau – Gli amori di Claire e di Marcellin – Visione di Pierre de la Montagne detto il Veggente (con una presentazione di Marco Menin)
I minora di Rousseau, a lungo ignorati, non solo anticipano o sviluppano alcuni temi rintracciabili nei capolavori del ginevrino, ma ne svelano in qualche modo la genesi, mettendo in luce l’evoluzione e le tensioni del pensiero del loro autore. I due testi che qui presentiamo per la prima volta in italiano, inoltre, fanno emergere in tutta la sua forza lo straordinario eclettismo di Rousseau, capace di mettere al servizio della propria riflessione filosofica i più svariati registri letterari. Ad accomunare questi due scritti così distanti tra loro è l’intenzione d’indagare e descrivere, attraverso la dimensione narrativa, tutta la complessità e la contraddittorietà della natura umana, in cui si coniugano miseria e grandezza, meschinità e disinteresse, pusillanimità e coraggio, corruzione e virtù.
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