In edicola MicroMega 5/2020: “Dopo il virus, un mondo nuovo? (2)” – Presentazione e sommario

Elettra Santori

Il nuovo numero di MicroMega in edicola, libreria, ebook e iPad dal 23 luglio
PRESENTAZIONE

La rivista diretta da Paolo Flores d’Arcais prosegue nella riflessione sulla pandemia e il futuro che ci aspetta. Il nuovo numero di MicroMega, in edicola dal 23 luglio, è infatti () interamente dedicato alla Covid-19, in questo caso con focus dedicati agli effetti in materia di lavoro, con particolare riferimento allo smart working, di turismo e territorio, di ambiente e trasporti, di economia e di sanità. Con in più l’approfondimento offerto dal dialogo tra Jürgen Habermas e Klaus Günther su una questione emersa in tutta la sua importanza durante il lockdown: il rapporto tra la tutela della vita e la garanzia delle libertà.

Il volume si apre con un manifesto per un nuovo Servizio sanitario nazionale, delineato nei minimi dettagli da Nino Cartabellotta: un invito a cogliere l’opportunità che la pandemia ci offre per rilanciare il nostro sistema sanitario tramite "innovazioni di rottura" come un contratto unico per il personale, l’abbattimento delle barriere tra le aziende sanitarie, la regolamentazione del rapporto pubblico-privato, la riduzione degli sprechi.

Una ricca sezione del numero è incentrata poi sui problemi delle nostre città che la pandemia ha reso evidenti. Da un lato – come rilevano Tomaso Montanari e, insieme ad alcuni colleghi, Filippo Celata – ha infatti palesato come esse siano state caratterizzate da un processo di iperturistificazione che ha svuotato i centri storici dei propri abitanti. Dall’altro – come sottolinea Paolo Berdini – ha mostrato la non sostenibilità degli attuali sistemi urbani, che non hanno mezzi a disposizione per una transizione ecologica integrale. Le soluzioni su cui puntare sono molteplici e molte passano per un ‘Piano nazionale di riequilibrio territoriale’ come quello proposto sulle nostre pagine da Fausto Carmelo Nigrelli.

Un’altra sezione del numero è dedicata invece a quello che in questi mesi abbiamo preso a chiamare – un po’ impropriamente – smart working. Sandra Burchi ci illustra perché sarebbe meglio usare la definizione di home working d’emergenza e ci spiega cosa significa fare della casa il proprio spazio di lavoro: quali sfide e quali vantaggi questo passaggio comporta; Piergiovanni Alleva sottolinea invece come, per concretizzarsi, questi vantaggi abbiano bisogno di nuova disciplina collettiva, e anche legale, dell’istituto.

Ma l’approfondimento in materia di pandemia non si esaurisce qui. Daniele Nalbone e Alberto Puliafito, analizzando la situazione dal punto di vista del mondo dell’informazione, ci spiegano perché il giornalismo italiano è sempre più in difficoltà e indicano un percorso per uscire dalla crisi; lo storico britannico Adam Tooze illustra come la Covid-19 abbia messo a nudo simultaneamente le debolezze di Stati Uniti, Cina ed eurozona; Gianni Silvestrini ci ricorda che, passata l’emergenza coronavirus, tornerà a imporsi quella climatica; Stefano Caserini, accogliendo l’invito lanciato da MicroMega sullo scorso numero ad aprire un dibattito sul futuro dei trasporti, ci spiega come la promozione della mobilità collettiva e dei mezzi non motorizzati sia ingrediente fondamentale di tutte le politiche di mitigazione dei cambiamenti climatici; Chiara Franceschini ripercorre ciò che abbiamo vissuto in questi mesi tracciando un parallelo con la condizione delle anime nel limbo; mentre, infine, gli economisti Pompeo Della Posta e Paul Schure si confrontano sugli strumenti più adatti – a livello europeo – per uscire insieme dalla crisi.

Arricchiscono e completano il numero di MicroMega in edicola dal 23 luglio, il dialogo senza esclusione di colpi tra Thomas Piketty e Frédéric Lordon – che prende le mosse dall’ultima fatica del noto economista francese (Capitale e ideologia, di recente pubblicazione anche in Italia) –, e un reportage sull’Albania.

IL SOMMARIO DEL NUMERO

IL SASSO NELLO STAGNO
Nino Cartabellotta in conversazione con Ingrid Colanicchia – Manifesto per un nuovo Servizio sanitario nazionale   
Definanziato, ospedalocentrico, con servizi sanitari regionali che presentano enormi differenze sia nelle prestazioni offerte sia in termini di esiti di salute. Il Servizio sanitario nazionale è malato ma grazie a un impianto costituzionale e normativo come il nostro, che mette la salute al centro, possiamo rilanciarlo. E la pandemia ci dà l’occasione per farlo. Occorrono però innovazioni di rottura: un finanziamento importante, un contratto unico per il personale, l’abbattimento delle barriere tra le aziende sanitarie, la regolamentazione del rapporto pubblico-privato, la riduzione degli sprechi.

ICEBERG 1 – virus, città e territorio
Tomaso Montanari – Governare il turismo riprogettare le città
Renzi creò l’indirizzo bellezza@governo.it per consentire ai cittadini di segnalare i monumenti da recuperare, rinunciando così a salvare ‘tutto’ il patrimonio. In perfetta continuità con quelle scellerate idee, il piano della task-force presieduta da Vittorio Colao vede nel turismo, nell’arte e nella cultura solo un ‘brand’. In mezzo, la ‘valorizzazione’ per uso turistico dei beni immobiliari di valore storico e artistico e incentivi fiscali a favore dei privati. È così che negli ultimi anni l’iperturistificazione ha svuotato le città. Ora è arrivato il momento di cambiare rotta: non rinunciare al turismo, ma provare a governarlo.

Filippo Celata e altri – Rivoltiamo la città   

‘I centri storici delle città italiane sono vuoti per colpa del virus’. Quante volte abbiamo sentito o letto questa frase? Ma è stata davvero colpa del lockdown? Il problema è che nel cuore di Roma, di Firenze, di Venezia non c’è più spazio per gli abitanti. Tutto è a uso e consumo dei turisti, gli affitti sono per chi morde e fugge. L’emergenza coronavirus ha solo palesato problemi già esistenti, generati da anni di politiche incentrate solo sulla messa a profitto delle nostre città. Per questo è arrivato il momento di soluzioni concrete. Per non lasciare che questo vuoto continui a essere la normalità.

Fausto Carmelo Nigrelli – Pandemia e urbanistica: ridisegnare l’Italia   
Non c’è più tempo: se non cambiamo subito il profilo del nostro territorio, a partire dal Sud e dalle aree interne, l’Italia rischia di non rialzarsi dalla crisi innescata dalla pandemia. Fermare il consumo di suolo, investire sulle infrastrutture, cambiare radicalmente le politiche sanitarie, valorizzare il patrimonio culturale diffuso: questa la strada da percorrere. Alcune proposte concrete per un Piano nazionale di riequilibrio territoriale.

Paolo Berdini – Ripartiamo dalle periferie

La pandemia ha mostrato la non sostenibilità degli attuali sistemi urbani. I comuni, schiacciati dal Patto di stabilità, non hanno mezzi a disposizione per una transizione ecologica integrale. In questo scenario, i tagli alla sanità e alla scuola hanno avuto dirette ripercussioni sul nostro vivere. L’unica strada è rimettere in discussione tutto, cambiare paradigma e dare priorità ai ‘diritti urbani’.

DIALOGO 1

Jürgen Habermas / Klaus Günther – Ogni diritto ha un limite
Cosa conta (o deve contare) di più nella lotta alla pandemia? La tutela della vita o la garanzia della libertà? È giusto limitare quest’ultima quando è in pericolo la prima? O è invece più giusto sacrificare la vita di alcuni – magari dei più anziani – per garantire la libertà di altri? Un filosofo e un giurista si confrontano sui diritti fondamentali, i loro limiti e l’impossibilità di ordinarli in una scala gerarchica.

ICEBERG 2 – virus e (tele)lavoro
Sandra Burchi – Se la casa diventa il luogo di lavoro
Quello che abbiamo sperimentato in questi mesi non è stato un vero smart working, quanto piuttosto un home working d’emergenza, che ha spinto gli ambienti domestici a trasformarsi in nodi iperconnessi. Ma la sovradotazione di dispositivi e strumenti informatici nello spazio che ci circonda non basta da sola a fare della casa un ambiente adatto al lavoro. Per agevolare l’applicazione di questo modello – dai molti vantaggi – saranno necessari tanti cambiamenti e in primo luogo si dovranno superare i malintesi venutisi a creare. Se smart working deve essere che smart working sia, ma a certe condizioni.

Piergiovanni Alleva – Smart working e diritti dei lavoratori   
Grazie allo smart working di massa abbiamo sperimentato un modo diverso di produrre e lavorare, e quindi anche di vivere. L’auspicio è che si colga l’occasione dell’uscita dall’emergenza per dare vita a una nuova disciplina collettiva, e anche legale, dell’istituto. Tenendo conto peraltro che questo nuovo standard di utilizzo del lavoro subordinato – e qui sta forse la ricaduta più importante dell’impiego di massa del lavoro agile – smentisce l’opinione giurisprudenziale che ne identifica l’essenza con la cosiddetta ‘eterodirezione’. Un vero pomo della discordia che ormai da un secolo alimenta un permanente dissidio tra la ‘destra’ e la ‘sinistra’ del diritto del lavoro.

DIALOGO 2

Thomas Piketty / Frédéric Lordon – Capitalismo vs collettivismo: davvero tertium non datur?
Per far fronte alle estreme ingiustizie e disuguaglianze delle nostre società possiamo pensare a degli interventi radicali ma realizzabili entro l’attuale cornice del sistema capitalistico? Oppure rimanere dentro questa cornice rende qualunque ‘aggiustamento’ pura illusione e avvantaggerebbe in ultima analisi i capitalisti stessi? E una volta ‘superato’ il capitalismo, ci sarà ancora spazio per la libera iniziativa individuale o l’unica alternativa possibile è una collettivizzazione assolutamente paritaria? Se la diagnosi dei mali del nostro sistema economico accomuna i due economisti francesi qui a confronto, le ricette per uscirne li vedono invece molto distanti.

LABIRINTO
Daniele Nalbone e Alberto Puliafito – Perché il giornalismo abbia un futuro
L’emergenza coronavirus ha portato a un aumento delle visite sui siti dei quotidiani italiani, eppure il settore teme (a ragione) una crisi di proporzioni gigantesche. La domanda, quindi, è: perché, nonostante i tanti clic e la crescita degli abbonamenti, soprattutto digitali, il giornalismo italiano è sempre più in difficoltà? Una delle risposte risiede nella continua ‘produzione’ di articoli, come in una catena di montaggio, che ne riduce al minimo il valore.

Adam Tooze – Onda d’urto   
La Covid-19 ha messo a nudo simultaneamente le debolezze dei tre grandi centri – di produzione, finanza e attività societarie – a livello mondiale, vale a dire Stati Uniti, Cina ed eurozona. A preoccupare per quanto riguarda la Cina è la sostenibilità della sua crescita economica alimentata dal debito. La debolezza di fondo dell’eurozona è che non ha ancora una rete di protezione per il suo sistema bancario pericolante e che manca di capacità fiscale comune. Negli Stati Uniti il problema è dato da come le politiche e lo stile tecnocratico delle istituzioni nazionali di politica economica (che funzionano, e lo hanno dimostrato nel 2008 e di nuovo oggi) vengono accolte dalla destra ignorante e nazionalista del Partito repubblicano e dal suo campione alla Casa Bianca. Fare previsioni a lungo termine non è possibile. Quel che è certo è che il peggio è appena iniziato.

Gianni Silvestrini – Lo shock energetico opportunità per una transizione verde
La crisi provocata dalla pandemia comporterà per il 2020 un taglio dei consumi su scala mondiale dell’8 per cento per l’energia derivata dal carbone, del 9 per cento per il petrolio, del 5 per cento per il metano. Lo shock energetico è stato molto violento e obbligherà a un ripensamento delle strategie delle multinazionali del mondo fossile. Inoltre, passata l’emergenza coronavirus, tornerà a imporsi quella climatica, con la necessità di una decisa trasformazione dell’economia, dei modelli industriali e agricoli, degli stessi stili di vita. Decolleranno nuovi settori, molti dovranno trasformarsi, altri scompariranno.

Stefano Caserini – L’illusione dell’auto non inquinante   
La promozione del trasporto collettivo e dei mezzi non motorizzati è ingrediente fondamentale di tutte le politiche di mitigazione dei cambiamenti climatici. La letteratura scientifica è concorde sul fatto che chi si sposta in treno, metropolitana, bus o usando i propri muscoli – a piedi o in bicicletta – è ‘responsabile’ di molte meno emissioni di CO2 rispetto a chi si muove con autoveicoli individuali. Il futuro della mobilità, se si vuole prendere sul serio la questione climatica, deve puntare con decisione sul trasporto privato non motorizzato e su quello collettivo, oltre che sulla sostituzione delle auto fossili con quelle elettriche.

Chiara Franceschini – Vite nel limbo e finestre sul cortile   
Bambini senza scuole, insegnanti senza studenti, lavoratori senza lavoro, fabbriche senza operai. Morti senza funerali. Abbiamo vissuto mesi drammaticamente stranianti, che ci hanno gettato in una condizione molto simile a quella delle anime nel limbo: finite lì senza colpa, impossibilitate a uscirne a meno che non scenda Cristo a salvarle. Quelli di oggi sono limbi domestici, digitali, psicologici: alla politica il compito di individuare la via per uscirne, nell’attesa di un moderno Cristo che, sotto forma di vaccino, scenda a salvarci.

DIALOGO 3
Pompeo Della Posta / Paul Schure – Italia-Olanda: un confronto fra due economisti
Negli ultimi mesi, nell’Unione europea, ha ripreso vigore la dicotomia fra paesi del Nord e paesi del Sud, una dialettica che si nutre di pregiudizi reciproci e persistenti stereotipi. In questo scambio un economista olandese e uno italiano si confrontano sugli strumenti più adatti per uscire insieme dalla crisi. E tentano di superare un po’ di luoghi comuni.

NOSTRA PATRIA È IL MONDO INTERO
Elettra Santori – Polittico albanese   
Dalla selva di cemento dell’iperedilizia postcomunista alla costa jonica, acme turchese del mare d’Albania; da chi rimpiange il fascismo a chi fantastica una piccola America e vive sogni accelerati di successo e fortuna. E ancora, la miscela di orgoglio nazionale e omogeneità culturale che è alla base dell’identità del suo popolo, la convivenza religiosa che ne è tratto tipico e l’influenza turca degli ultimi anni. Un affresco a tutto tondo dei nostri vicini d’Oltremare che miscela sapientemente l’analisi socio-politica al reportage di viaggio, consegnando al lettore un imperdibile ritratto del paese.

(23 luglio 2020)




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