Dacia Maraini sulla censura di Mistero Buffo: “Nel mirino dei bigotti c’è ancora Dario Fo”

Daniele Nalbone

La scrittrice è incredula: “Non capisco come sia possibile censurare il racconto che Dario Fo fece del Primo miracolo di Gesù Bambino”. Le possibili spiegazioni: “Stupidità e ignoranza. Ci vedo lo zampino di una chiesa bigotta”.

intervista a Dacia Maraini
"Non capisco. Non capisco come sia possibile". Quando l’abbiamo contattata telefonicamente per chiedere un commento per la , opera di Dario Fo che doveva aprire il festival Notti in Massa di Massa Martana (Perugia) nella rappresentazione di Matthias Martelli per la regia di Eugenio Allegri, Dacia Maraini non poteva crederci.

"Anche io" ci tiene subito a ricordare "ho organizzato una rappresentazione di Mistero Buffo al Festival di Gioia. A riportare in scena l’episodio del Primo miracolo di Gesù Bambino, nell’occasione, fu Mario Pirovano. Ricordo bene quella sera: tra il pubblico c’erano esponenti del clero, sindaci, persone venute da tutto l’Abruzzo. E nessuno ha detto qualcosa contro quello spettacolo".

Come ha reagito alla notizia della cancellazione della rappresentazione?

Io quello spettacolo l’ho visto più volte, sia recitato da Dario Fo che da altri attori: è un’opera delicata, molto dolce, che non ha niente di scandaloso. Io non riesco veramente a capire cosa possa essere passato per la mente di chi ha deciso di bloccare la rappresentazione. L’unica spiegazione che riesco a darmi è che l’ordine sia partito da una persona che non ha letto e non conosce il testo. E credo che la censura abbia colpito il nome: Dario Fo, un attore libertario, critico, che ha preso in giro nella sua carriera tanta Italia. In fondo è la storia a ricordarci quando Dario Fo abbia preoccupato il potere. Una persona critica rispetto al suo tempo, senza bandiera di partito, che con il teatro faceva alta politica e sarcasmo. Chi può sentirsi minacciato dalla storia di un bambino che gioca con altri bambini, che costruisce uccellini di fango e poi li fa volare? Cosa ci può essere di eversivo in un simile racconto? Questa non può che essere opera di uno o più bigotti. Non ci sono altre spiegazioni.

La motivazione ufficiale per la cancellazione dello spettacolo, come ha raccontato , fa riferimento alla necessità "di uno spettacolo più leggero". Cosa le suscita l’aggettivo "leggero" parlando di teatro?

Significa essere ignoranti e non conoscere il teatro. Cos’è leggero? Le barzellette? Mistero Buffo è uno spettacolo leggero nel senso calviniano del termine, nel suo senso profondo. Leggero non deve per forza essere superficiale. Io in tutta questa faccenda vedo solo tanta ignoranza, tendo addirittura a negare qualsiasi cattiva volontà da chi ha preso questa decisione. Altra spiegazione possibile è quella che a decidere, o a premere perché si prendesse questa decisione, sia stato un fervente credente spaventato dal fatto che un laico – Dario Fo – abbia preso in mano una storia così delicata come la vita di Gesù da bambino. Ci vedo lo zampino di una chiesa bigotta e voglio credere che sia un caso isolato. Certo, la cosa va approfondita. E qualcuno deve spiegare.


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Che effetto le fa, nel 2020, sentir parlare di censura?

Io la censura l’ho vissuta e me la ricordo bene. Ricordo quando prima di portare in scena un testo teatrale, cantare una canzone in pubblico, proiettare un film si doveva passare attraverso la "morsa censoria cattolica" tanto cara alla Democrazia Cristiana. La censura era una vera e propria istituzione che colpì tanti, da Bertolucci a Pasolini. Il problema è che la censura, oltre a essere un errore, è sempre stupida, a prescindere dalla sua forma o motivazione: si ferma alle cose superficiali e non è nemmeno in grado di capire dove si nascondono gli attacchi più duri. Oggi per fortuna quella censura non esiste più. Esistono, però, gli abusi.

Censurare oggi uno spettacolo tratto da un’opera pubblicata nel 1969 che significato ha?

Intanto che Dario Fo ha ancora oggi una carica impressionate: non aveva bandiere politiche, per lui il teatro era critica e sarcasmo. Un satirico come lo fu Aristofane. Un grande teatrante. E i grandi teatranti non possono legarsi a un partito, a una bandiera. Viveva per la critica sociale ed è stato in grado addirittura di esaltare il Vangelo. Ripeto: esaltarlo, non criticarlo. Mistero Buffo e in particolare il Primo miracolo di Gesù Bambino non è un testo di critica sociale ma un testo poetico, che rilancia il Vangelo, anche se apocrifo. In quel racconto di scandaloso non c’è niente. Ripeto: il problema è la stupidità.

(28 agosto 2020)

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intervista Polemiche per la decisione del comune di Massa Martana (Perugia), a guida centrosinistra, di sospendere la messa in scena di Mistero Buffo, opera di Dario Fo, a cura di Matthias Martelli ed Eugenio Allegri. Jacopo Fo a MicroMega: “Parte della sinistra ha rinunciato a usare la cultura come strumento di elevazione delle persone, accontentandosi di ciò che fa successo in televisione, di dare alla gente ciò che alla gente piace”.





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