Dario Fo censurato ancora una volta (nel 2020 e dal centrosinistra)
Matthias Martelli
La denuncia di Matthias Martelli, attore teatrale, che il 29 agosto avrebbe dovuto inaugurare con Mistero Buffo il "Notti in Massa festival" di Massa Martana. A pochi giorni dallo spettacolo, è arrivato lo stop del comune (di centrosinistra). Il motivo: "A causa dei temi attinenti alla religione cattolica non è adeguato alla popolazione".
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Devo denunciare una cosa che è successa e che ha dell’incredibile. Un qualcosa di veramente goffo, anacronistico e anche preoccupante.
Il 29 di agosto avremmo dovuto mettere in scena una giullarata di Mistero Buffo del premio Nobel Dario Fo. Si tratta del primo miracolo di Gesù Bambino che da anni portiamo in giro in Italia e in Europa. Dovevamo rappresentarla a Massa Martana, un comune in provincia di Perugia, per " Notti in Massa festival ".
Qualche giorno fa ci è arrivata una comunicazione dall’organizzazione: a contratto firmato apprendiamo che l’amministrazione della cittadina umbra si è opposta allo spettacolo.
"Perché?", mi chiederete voi. Perché non lo ritengono adeguato, visti “i temi attinenti alla religione cattolica, alla loro popolazione".
L’organizzazione si è opposta e si dissocia completamente da questa scelta. Non c’entrano nulla, anzi li ringraziamo. Questi sono i fatti.
Ebbene, è veramente strano dover commentare una cosa del genere nel 2020. Abbiamo messo in piedi Mistero Buffo, Eugenio Allegri – il regista – ed io, nel 2017 e nel 2019, prodotto dal Teatro Stabile di Torino, e nel 2017 anche dal Teatro della Caduta di Torino.
Abbiamo girato veramente l’Italia e l’Europa e non ci saremmo mai immaginati di trovarci davanti una situazione del genere. Nel 2020 dobbiamo constatare che viene censurato – perché questa è la parola giusta – uno spettacolo già programmato di un premio Nobel per la letteratura.
Si tratta chiaramente di un grave campanello d’allarme per quanto riguarda la situazione culturale del nostro Paese, possiamo dirlo. Addurre tra l’altro la motivazione che Mistero Buffo possa in qualche modo ledere la sensibilità religiosa di qualcuno, e soprattutto il primo miracolo di Gesù Bambino, significa non conoscere l’opera. Perché il "Primo miracolo" è totalmente l’opposto, si ispira anzi a una religiosità popolare, ed è tratto da un vangelo apocrifo.
Racconta di Gesù Bambino che è costretto a scappare da Betlemme insieme alla famiglia perché c’è Erode che vuole conoscerlo "un po’ più da vicino". Vuole uccidere il bambino. Ma questo lo sapete. Emigrano e arrivano in una città straniera che si chiama Jaffa: qui vengono trattati come stranieri. La famiglia di Gesù viene cacciata dalla comunità proprio perché straniera, pensate anche l’attualità di questa giullarata.
Gesù vuole giocare con gli altri bambini, ma loro non vogliono perché è straniero. Lo cacciano, lo mandano via. A questo punto Gesù, per conquistare l’amicizia di tutti questi bambini, decide di fare un miracolo bellissimo: prende la terra morbida, fangosa, costruisce un uccellino di terra e lo mette sulla mano. Soffia e lo fa volare. Così conquista tutti i bambini, che lo eleggono "capo dei giochi".
A questo punto però arriva il figlio del padrone di tutta la città che per invidia distrugge i giochi del Bambin Gesù, il quale, a un certo punto, si arrabbia talmente tanto che decide di fulminarlo, trasformandolo in un bambino di terracotta.
Arriva la madre di Gesù, Maria, e disperata chiede al figlio di resuscitarlo. Gesù accetta, commosso dalle lacrime della madre, e resuscita il figlio del padrone.
Si tratta di una giullarata veramente poetica, commovente, che non può offendere se non dei bigotti, dei bigotti non poi normali, dei bigotti duri.
Abbiamo anche messo in scena il primo miracolo di Gesù Bambino lo scorso anno, la scorsa estate, in un santuario vicino a Bergamo. Ci ha chiamato proprio il prete che ha letto e conosceva la giullarata. Ci ha chiamato per metterla in scena davanti ai suoi fedeli.
Questa scelta dell’amministrazione mi auguro che sia un grosso equivoco, ma se non è così è chiaramente un attacco alla libertà di espressione.
Dario Fo censurato già negli anni Settanta, censurato nel 2020. Tra l’altro, ironia della sorte, ci hanno proposto di sostituire Mistero Buffo con un altro mio spettacolo che si chiama "Il mercante di monologhi". Non sapevano, però, che anche il mercante di monologhi è stato censurato.
Nel 2017 sono entrati in scena ad Albano Laziale dei preti per interromperci durante "Don iPhone", un pezzo di satira sulle nuove tecnologie.
Quindi non possiamo fare neanche "Il mercante di monologhi", mi sembra ovvio. Ma dirò di più: se vogliamo mettere in scena solo qualcosa di adeguato a tutti, che non disturbi nessuno, non facciamo proprio teatro. Non facciamo arte, perché l’arte non solo diverte ma sovverte, da sub vertere, guarda sotto la smaschera. A qualcuno può dare fastidio qualsiasi cosa. Ma questo è proprio uno dei compiti dell’arte, quindi non facciamo, non fate proprio niente. Non "Mistero buffo", non "Il mercante", non dovete fare teatro, non fate proprio l’arte in generale, perché per voi anche una mostra può essere pericolosissima.
Concludo ricordando la motivazione che l’Accademia di Svezia, anche loro probabilmente "privi di sensibilità religiosa", ha dato per il premio Nobel a Dario Fo.
"A Dario Fo che nella tradizione dei giullari medioevali, dileggia il potere per restituire dignità agli oppressi".
* Il testo è tratto da un video postato su Facebook dall’attore il 25 agosto.
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