Don Colmegna: “Costruire una comunità rancorosa è pericoloso. Ma anche gli elettori se ne sono resi conto”
Intervista a Don Virginio Colmegna, da Repubblica
«Zingaropoli? Con questi linguaggi e queste generalizzazioni non si crea una società coesa, dove le difficoltà e i problemi vengono superati partendo da una solidarietà portatrice di legalità e giustizia. È pericoloso soffiare sulle paure e sulle legittime preoccupazioni della gente per cercare di recuperare una manciata di consensi». Don Virginio Colmegna, presidente della Casa della carità di Milano, che ha gestito il recentissimo sgombero del grande campo rom di via Triboniano, è sconcertato di fronte ai toni e agli argomenti di Umberto Bossi e degli altri esponenti del centro destra. La giunta Moratti ha realizzato 500 sgomberi di campi rom negli ultimi tre anni, record sbandierato di fronte ai cittadini esasperati delle periferie.
«Bisogna "stare in mezzo" ai problemi per risolverli, ma è necessario avere una visione serena per affrontare i grandi problemi delle metropoli come Milano. Caricare i toni in vista del ballottaggio, urlare slogan falsi, sottolineando ancora una volta il tema della paura degli zingari è una strategia perdente».
Quello degli zingari è però un argomento che fa presa.
«Abbiamo chiuso definitivamente il campo rom di via Triboniano lavorando con le istituzioni. Oggi tutte le famiglie rom abitano in affitto, o in case popolari del Comune, o sono tornate in Romania. Di questo bisognerebbe parlare, se l´obiettivo non fosse solo fare demagogia spicciola».
Non potrà negare che i campi rom creino problemi nelle periferie.
«Sono stato io il primo a dire che bisognava superare la logica dei campi rom. Ma solo coniugando solidarietà e legalità i problemi si risolvono. Costruire una comunità rancorosa è pericoloso. Anche gli elettori si sono resi conto di questo. La cultura della solidarietà e dell´ospitalità porta dentro il bisogno di giustizia, di diritti e di legalità. Milano non può essere identificata solo con la città degli sgomberi a raffica».
Ma è quel che tanti chiedono.
«Chi conosce il Vangelo e chi si dichiara credente sa che la città deve riscoprire la grande tradizione di umanità e di solidarietà del passato. Senza solleticare gli istinti più bassi dell´elettorato. Bisogna riscoprire la pedagogia della mediazione sociale».
Si parla anche molto della moschea. Il centrodestra dice che Pisapia costruirà la più grande moschea d´Europa se verrà eletto.
«Milano è una città internazionale, dove vivono centinaia di migliaia di musulmani praticanti. Mi pare legittimo porre questo tema. Ma non ho visto scritto in nessun punto del programma di Pisapia la costruzione della più grande moschea europea. Come dice il cardinale Tettamanzi, credo sia meglio favorire il culto per tutte le fedi alla luce del sole, nel rispetto della legalità, piuttosto che correre il rischio di avere tante piccole moschee nascoste e occulte».
(22 maggio 2011)
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