Don Farinella: Alla piazza, alla piazza!
Povero Bersani che non si vede e se c’è fa la pennichella volentieri! Deve distinguersi da Di Pietro, altrimenti il B. non dialoga sulle riforme. Questi si fanno dissanguare e dicono anche grazie al dràcula al governo. Non hanno imparato alcuna lezione!
di Paolo Farinella, prete
Domenica 15 novembre 2009, in un appello a ascendere tutti in piazza, invitavo gli organizzatori del raduno romano del 5 dicembre 2009 a fare tante manifestazioni in tutte le piazze d’Italia, in tutte le città, in tutti comuni e frazioni. Ovunque. Sembra che su questa strada si sia incamminato il PD che nei giorni 11 e 12 dicembre, cioè una settimana dopo quella di Roma con l’Idv, organizzerà 1.000 manifestazioni in tutto il Paese. Il fatto è positivo in sé e anche lo slogan è suggestivo: «Sempre i problemi di Berlusconi, mai quelli degli italiani», ma le ragioni mi sembrano povere e la scelta sbagliata. Ancora una volta, il vero problema di questo Paese da fiera non è solo Berluskonijad, ma l’opposizione assente e quando riesce a ruggire un belato tenue e affievolito per non dare troppo fastidio, riesce alla grande a dividersi sempre e comunque… a prescindere. Penso che in questo momento il Pd debba essere riconoscente a B.
a) B. ha giocato d’astuzia, mandando avanti D’Alemetto per «Mister Pesc», sapendo che non lo avrebbe appoggiato e che avrebbe perso. B. comunque è abituato a pensare alla grande: non importa se perde il Paese, è importante che vinca lui e la sua strategia. D’Alemino vi è cascato dentro come una pera e per giorni ha imposto il silenzio d’ordinanza a tutto il PD che non ha proferito parola sulle porcate legislative del B. Ora solo dopo il fallimento della candidatura di D’Alemik e la pronta negazione del B. che accusa i Socialisti d’Europa, il PD comincia a respirare: stava morendo per asfissia. Poveretti, credono di dialogare con B. che ha detto: «Con l’opposizione non parlo» e non va nemmeno in parlamento, ma vuole spiegare agli Italiani le «cose nostre» della giustizia: «Vado in tv a spiegare agli Italiani come stanno le cose». Stiamo freschi!
b) Il PD è amletico: come si fa ad andare con Di Pietro che grida le dimissioni di B. se B. ci ha appoggiato in UE? Non si può: bisogna essere coerenti o almeno fare finta. Ecco la trovata, sembra suggerita da B. stesso: fatene mille di manifestazioni così potete riempire le osterie delle ex case del popolo e degli ex oratori. Non era questa l’idea da me suggerita che avrei voluto una sola opposizione, intransigente, motivata, ferrea, mordente, furba e vigile in parlamento. Povero Bersani che non si vede e se c’è fa la pennichella volentieri! Deve distinguersi da Di Pietro, altrimenti il B. non dialoga sulle riforme. Questi si fanno dissanguare e dicono anche grazie al dràcula al governo. Non hanno imparato alcuna lezione!
A noi poveri mortali, analfabeti e gracilini interessa solo una cosa: che ogni cittadino inquisito, indagato, sospettato sia giudicato dal suo giudice naturale e deve presentarsi in tribunale, pena la decadenza di qualsiasi carica pubblica, fosse pure la presidenza del consiglio. Noi vogliamo che B. sia giudicato e vogliamo sapere se è colpevole o innocente per i reati di associazione mafiosa, di corruzione di testimoni, di evasione fiscale, ecc. Lo vogliamo sapere adesso, senza giri di parole o le finte di processi, o le manfrine per arrivare non al processo breve, ma al «processus interruptus» o al «ritus precox». Sì! di questo infatti si tratta: di coitus interruptus e di eiaculatio precox perché uno che a 73 anni frequenta minorenni e ha bisogno di escort a pagamento e forse di qualche aiuto farmacologico non può che essere interruptus e precox in ogni cosa che pensa e fa: ossessionato dalla illegalità che gli è congeniale, vuole trasformarla in virtù.
Noi vogliamo che B. sia uguale a tutti gli altri e non che noi dobbiamo essere diversi da lui.
Nota a piè di pagina: Il Card. Bertone ha «supplicato» i politici a smetterla con il litigio e a lavorare per la gente (precari, terremoto, famiglie, ecc.). Bello di mamma sua! Si è dimenticato di dire nome e cognome di chi ha creato questo stato di cose, di chi ha diviso l’Italia, di chi si fa gli affaracci suoi e manda alle ortiche quelli della gente, di chi ha creato l’immagine del nemico ovunque, di chi ha ammorbato l’aria, avvelenato i pozzi e drogato il mercato. Come! Il 7 ottobre non era ad inaugurare la mostra «Il potere e la Grazia» a palazzo Venezia con il Berluskonijad, appena fresco di bocciatura della Suprema Corte? Come mai non gli disse «Boh»? Povero Segretario di Stato, si vede che la velina quel giorno era in ferie.
(25 novembre 2009)
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