Don Farinella: Hammamet, nuova meta di pellegrinaggio con indulgenze
«NUOVE METE DI PELLEGRINAGGIO, CON INDULGENZE»
di Paolo Farinella, prete
Le agenzie turistiche e quelle cattoliche hanno modificato, in questo anno di grazia 2010, i loro palinsesti con offerte e programmi di viaggi in tutto il mondo. Una nuova tappa, un nuovo pellegrinaggio è stato inserito a pieno titolo nelle offerte «All inclusive». Tra Gerusalemme e Santiago di Compostela, tra Oropa e Sharm El Sheikh , è d’uopo, anzi obbligatorio, sostare in fervida preghiera e mento compunto al santuario di Hammamet, sulla tomba del latitante ladro e corruttore Bettino Craxi, già ladro di Stato e socialista, padrino e picciotto del suo degno erede e maestro, Berlusconi Silvio. Ad Hammamet si faranno esperienze esclusive «All inclusive»: nella sosta infatti è compreso il brivido del borseggio semplice e del borseggio con destrezza: al vincitore verrà dato il discorso che il ladro e tangentaro fece alla Camera dei deputati, in cui sviluppò la straordinaria tesi: siamo tutti ladri e delinquenti, per cui nessuno è delinquente e ladro. Per omnia saecula saeculorum. Amen.
Quando nel 1992, davanti al Raphael, il popolo gettava le monetine contro Craxi Benedetto, vulgo Bettino, mia mamma nella lungimiranza della saggezza mi diceva due cose: a) basterebbe mettere dentro le carceri gli onesti e lasciare fuori i disonesti per risolvere il problema del sovra-affollamento; b) non passeranno 10 anni che gli faranno un monumento. Mia mamma è morta nel 2005 e vide realizzata la sua profezia perché alla vista di Berlusconi sentenzio che era il peggio del pessimo, ricordandomi l’apologo di Dionigi di Siracusa:
Il Tiranno domina con mano di ferro e corruttela la città e tutto il popolo prega gli dèi giorno e notte, offrendo sacrifici e doni perché lo liberi dal sopruso di Dionigi. Solo una vecchietta prega perché viva e viva a lungo. Il tiranno incuriosito manda a chiamare la vecchia e le chiede ragione del suo comportamento. La donna rispose: prego perché tu resti in vita perché ho conosciuto tuo nonno che era un tiranno crudele, poi ho conosciuto tuo padre che fu più crudele di tuo nonno, ora conosco te che sei peggio di tuo nonno e di tuo padre sommati insieme. Non vorrei che tuo figlio fosse peggio di te perché al peggio non c’è mai fine.
Siamo nella stessa condizione, con la differenza che non possiamo pregare perché resti il peggio del pessimo, Berlusconi, perché non vediamo nemmeno il suo successore: non c’è nella destra stessa che è tutta supina e prona, ubriaca del potere senza nemmeno una larva di razionalità pensante. Non c’è nella sinistra o in quello che eufemisticamente ci ostiniamo a chiamare sinistra, più per proiezione di desiderio che di sperimentata realtà: Bersani è una larva indecisa che naviga sottocosta; Di Pietro che va per conto suo senza mèta e senza carte nautiche. Possiamo solo sperare che si realizzi in fretta il timore di Abraracurcix il gallo: «che il cielo ci caschi sulla testa», ma forse lassù hanno finito anche la scorta dei cieli.
Si dice che ogni bambino che nasce in Italia, nasce con una ipoteca di 30.000,00 euro, eredità craxiana & C. degli anni della «Milano da bere». I debiti allungano la vita e forse per questo gli si vuole intestare strade e vialetti. Sarebbe meglio il suggerimento di Travaglio: «Tangenziale Craxi». Onore ai ladri, ai corruttori, ai corrotti, ai tangentisti, ai De Michelis che ieri erano ladri con Craxi e oggi sono consulenti di Brunetta. Scrive Aldo Cazzullo sul Corriere della Sera [fonte insospettabile di equidistanza]: «Gianni De Michelis era il ministro e Renato Brunetta il consigliere. Ora la situazione si è rovesciata. Brunetta, dopo aver definito il maestro “la migliore intelligenza politica degli ultimi cinquant’anni”, l’ha assunto come consulente. A prezzo adeguato? “Macché. Quarantamila euro lordi l’anno: praticamente volontariato – sorride De Michelis, capello corto e pancia ridimensionata -. Però sono felice di dare un contributo di idee”» (23-09-2009). «Praticamente volontariato»! Questi rubavano allo Stato, ai cittadini, alla metropolitana, ai poveri del Pio Trivulzio, alle imprese di pulizie, alle cooperative, agli imprenditori che erano felici di farsi rubare anzi andavano con le mazzette in bocca, e bisogna anche ringraziarli perché «facevano volontariato».
Ho sbagliato tutto nella mia vita perché non ho capito nulla di volontariato e di servizio disinteressato per il bene comune. Vedere il Presidente della repubblica che fa l’equilibrista per non scontentare alcuno e dare un colpo a Bettino-Silvio e un altro alla legalità, beh! è uno spettacolo orripilante che mi fa orrore. Sentire Bersani che cerca il dialogo con Bondi, è stomachevole; ascoltare la Finocchiaro che è pronta a farsi infinocchiare purché «si discuta della giustizia nel suo complesso», fa venire il latte alle ginocchia. Sfido io che il Pd crolli nei sondaggi (Ipr Marketing per Repubblica del 20.01.2010) perché il popolo che ancora lo guarda con orrore e terrore, è stanco dei suoi giochini al suicidio al centro e in periferia. Non una proposta, non una linea, non una opposizione, ma solo guerre dei cent’anni interne: ogni caporale che conta come il due di briscola, si crede l’asso pigliatutto e tutti pensano per sé: «après moi, le déluge». Vendola, Loiero, Boccia, Boccino, Boccetta, Mezzo Litro e Un Quarto … echissenefrega di ideali, di popolo, di legalità, di Stato e democrazia e Costituzione: l’importante è che io sia eletto. Basterebbe una sola legge, piccola piccola per fare piazza pulita di tutti: «Ogni amministratore eletto, a qualsiasi livello, risponde col patrimonio personale e della sua famiglia per la durata della carica. In caso di responsabilità dovrà restituire dieci volte di più».
L’Italia è affondata, il popolo è in mano a briganti, i lupi rapaci hanno assalito l’ovile e i pastori che avrebbero dovuto vigilare nella notte e durante il giorno, sono fuggiti lontano. Tacciono i vescovi come corporazione, qualcuno parla in sottofondo, ma la sua eco è flebile e non supera la soglia di casa. Chi ieri andava ad inaugurare mostre col mostro, condannato caldo dalla Suprema Corte, ora tace. La Cei, paga di contare relazioni «istituzionali», tace e si defila. Nulla da dire sul degrado istituzionale, sul paganesimo dei cattolici militanti nel caravanserraglio del Pdl che vanno in massa al santuario di Hammamet a sfornare giaculatorie blasfeme. Quell’uomo, accusato di legami con la mafia e che oggi presiede il Senato, osa dire che Craxi fu «agnello sacrificale», paragonandolo quasi a Cristo, ma egli vi è abituato dal suo nuovo capobastone che si paragona ora al Messia, al Padre eterno, ora a tutti e due assieme. La legalità fugge i sepolcri, la corruttela domina lo Stato, la mafia governa il Paese, la gerarchia cattolica tace e non si occupa di politica, tranne quando si tratta di fare affari con mafiosi, ladri, corrotti, infingardi e magnaccia. O vedremo anche pulmann di preti che, di ritorno dal monte Sinai, sosteranno all’oasi di Hammamet per un sorso di furto per il bene comune e imparare l’arte della truffa e come farla franca? Ormai non mi scandalizzo più di nulla: nemmeno se vedo il papa incinto.
Intanto e nel frattempo, aspettiamo un comunicato con cui la Cei comunichi il suo rifiuto dei soldi dello scudo fiscale
alle scuole private: sono soldi del demonio, soldi di morte, di furti, di riciclaggio, di spaccio, di corruzione. La Cei non può, pena l’auto-scomunica, accettare questo denaro che grida vendetta al cospetto di Dio.
Invito tutti gli immigrati a dimostrare la loro importante presenza nel nostro Paese con uno sciopero grandioso, a cui nessuno dovrebbe sottrarsi: sia quelli in regola che quelli non in regola, dal momento che lo stesso governo e il parlamento italiani sono affollati da uomini e donne non in regola con la legge, anzi decisamente schierati contro la legge. Un giorno di sciopero per dimostrare che gli immigrati sono essenziali alla stabilità sociale ed economica dell’Italia. Sarebbe bello che i sindacati, che sono mantenuti da oltre un milione di immigrati si facessero portavoce e offrissero la loro organizzazione per sostenere la protesta in nome del diritto e della legalità. Ho l’impressione che i sindacati cincischiano, dimostrando così di essere deboli e al guinzaglio della feccia che domina il nostro Paese.
(20 gennaio 2010)
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