E vissero senz’Ici e scontenti…
L’Ici sulla prima casa
non c’è più, tabula rasa
ne fa Silvio Berlusconi.
Ma non sentono ragioni
tutti i primi cittadini
cha han bisogno dei quattrini
per gestire le città.
Giulio arriva e…voilà!,
i quattrini saltan fuori.
Spieghiam come, se lo ignori.
Se un bambin con un sussurro
chiama il buon numero azzurro
perché viene maltrattato,
da doman trova occupato:
“Bimbo caro, sei fottuto!
Abolito è il contributo,
era un paio di milioni,
grazie a Giulio e a Berlusconi.”
“Per le metro e per i tram
contributi non ne diam!”
“Cittadin, siate felici:
voi non pagherete l’Ici,
ma dovrete camminare
perché Silvio e il suo compare
in un amen vi han fottuti
gli stanziati contributi,
centotredici milioni.”
Grazie ai tagli dei birboni,
non c’è l’ombra di un quattrino
perché il traffico marino
rimpiazzar possa il pesante
e per l’aria più inquinante
tutti creperan felici,
asfissiati e senza l’Ici.
Ce n’è pure per Lombardo,
perché ben più d’un miliardo
hanno ai siculi tagliato,
tutto quanto destinato
a autostrade, ferrovie,
acquedotti e gallerie:
l’Ici non la pagheranno,
ma di sete moriranno.
Han tagliato, ed è normale,
pure l’inclusion sociale
per i perfidi immigrati
che saranno incarcerati
perché tutti clandestini.
I felici cittadini
senza l’Ici ed il foresto
capiranno molto presto
che non mancheranno i guai
nel Nordest senza operai.
Ma la cosa vergognosa
fu il tagliare i fondi rosa,
pochi, sol qualche milione,
da usar per la prevenzione
di ogni forma di violenza
sulle donne. Un’indecenza.
Solo un simbolo, poiché
i quattrini erano, ahimé,
veramente molto scarsi,
ma anche i pochi son scomparsi.
Grazie a Silvio e al suo lacché
non sapremo mai perché
gli italiani son felici.
Se perché non pagan l’Ici
o perché menan la moglie
e nessuno gliela toglie.
(2 giugno 2008)
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