Elio Veltri: Non scrivo più sull’Unità, e non per scelta
Pubblichiamo una lettera di Elio Veltri che l’Unità non ha pubblicato, e la risposta di Veltri (nella parte che riguarda questo tema) ai lettori del suo sito che erano intervenuti sul caso.
Gentile Direttrice,
Penso che sia venuto il momento di far sapere ai lettori perché non scrivo più sull’Unità. Il modo migliore di farlo mi sembra il riassumere lo scambio di messaggi (soprattutto da parte mia) dal momento in cui lei ha assunto ufficialmente la direzione del giornale.
Qualche giorno prima della sua nomina, era un sabato, ho ricevuto una telefonata di Padellaro il quale nell’informarmi che dal Lunedì successivo avrebbe lasciato la direzione dell’Unità, mi ringraziava per essere stato uno dei co-fondatori e collaboratore per sei anni della nuova Unità, negli anni di Colombo e Padellaro stesso, per la quale ho anche scritto il libro "La legge dell’impunità" e che ho autorizzato a ripubblicare "L’odore dei soldi", ripubblicazione che mi è valsa l’ennesima citazione civile di Fininvest.
Appena avuta notizia della sua nomina le ho scritto una mail, chiedendole un incontro per verificare se "esistevano le condizioni" di una rinnovata collaborazione sulla base dei contenuti che la nuova direzione avrebbe privilegiato, essendo per me fondamentali problemi come illegalità e criminalità nelle istituzioni, nella società, nell’economia e nella finanza. Le sole che impediscono al Paese di rimanere con dignità in Europa, di competere, di costruire un futuro.
Non avendo ricevuto alcun segno di risposta ho telefonato più volte, senza riuscire a parlarle. La sua successiva telefonata di scuse per il silenzio, dovuto agli impegni che quotidianamente, dal giorno della sua nomina, aveva dovuto affrontare e la disponibilità ad incontrarmi dal giorno dopo, mi aveva fatto ben sperare. Purtroppo qualcosa ha inceppato nuovamente il meccanismo perché, nonostante qualche mia telefonata alla sua bravissima segretaria, non è successo niente.
Ora, voglio essere chiaro: il direttore di un giornale può scegliere i collaboratori che ritiene e nessuno più di me ne è consapevole. Se mi avesse detto che non intendeva avermi tra gli opinionisti dell’Unità, e mi avesse spiegato il perché, avrei compreso e accettato senza muovere un muscolo.
L’avrei pregata soltanto di informare i lettori. Cosa che non avevo voluto fare io per correttezza, ma che ora, visto il suo rifiuto a pubblicare questa mia, ritengo necessario fare dalle colonne del giornale on line che dirigo dal 2001.
Cordiali saluti,
Elio Veltri
commenti:
(1) Più che un commento vorrei scrivere all’On. Veltri che questa è l’ennesima triste notizia che arriva dopo il cambio di direzione a L’Unità… se ho comprato L’Unità , e ne sono andato fiero, è perchè ci scrivono persone come Elio Veltri !! Dal mio punto di vista cambia che non compro più L’Unità e verrò sempre sul sito di Democrazia e Legalità dove spero di trovare più spesso le Sue idee ed analisi. Sempre con immensa stima ! Giuseppe Ricci
(2) Caro Elio, fattene una ragione, tu sai meglio di me il vero motivo del processo, iniziato con la rimozione di Colombo, proseguito con quella di Padellaro, che ha portato la De Gregorio alla direzione dell’Unità. La ragione risiede nella politica suicida dialogante dell’inetto leader del PD Veltroni che non poteva sopportare i quasi (giusti) quotidiani attacchi del giornale a B. e alla di lui politica scellerata ed illegale. La Concita già abituata, secondo le direttive imposte al quotidiano La Repubblica, dal quale lei proviene, dall’editore De Benedetti, dialogante per ragioni di bottega (business is business), è più adatta al ruolo. Se ci farai caso questa impronta già si nota e sempre più si noterà nel futuro. Il paradiso può attendere e te con esso. Giulio Raffi
(3) Gentile Elio, credo che molti sentiranno la mancanza dei sui scritti sull’Unità, così come molti sentono la mancanza della vera sinistra, della vera opposizione. Grazie e la seguiamo comunque sul sito. Saluti. Anna Maria Santini e Giovanni Lozzi
(4) La direttrice dell’Unità è una grande giornalista e i menagrami come voi ha fatto bene a farli fuori. Kid69…@…..
(5) Gentile Elio Veltri, come molti che leggono questo periodico la stimo per le sue idee e le sue battaglie. In merito alla sua collaborazione con L’Unità non mi trovo, però, d’accordo con lei. Io, al suo posto, non scriverei PER MIA scelta su un giornaletto come L’Unità. Quelle pagine non sono altro che l’organo di un partito che eredita la politica più nefasta degli ultimi anni della storia d’Italia: dalla Bicamerale all’indulto. Perché ci tiene tanto a scrivere su un giornale di così scarsa qualità? Fossi in lei aspirei a qualcosa di meglio, tipo il periodico di cui è direttore. Oltretutto lei ha fondato due soggetti politici (Il Cantiere e la Lista Civica Nazionale) in opposizione al PD. Si metta nei panni del giornale del PD: perché dovrebbero volerla? Con stima, Giovanni Tessio Luccarini
(6) Caro Elio, devi accettare, una volta per tutte, di essere scomodo. In Italia non sono tollerati quanti dicono la verità dei fatti e non sono pronti e inclini al compromesso. Figuriamoci poi se gli si può consentire di scrivere e diffondere certe verità dei fatti che, in quanto tali, sono inconfutabili e minano il grande inganno. Competenza, correttezza, schiettezza e onestà intellettuale non sono caratteristiche apprezzate dagli editori in generale, più che mai oggi che devono concludere l’opera della grande "normalizzazione". Sono sempre più rari i giornalisti con la schiena dritta, e sono sempre più in difficoltà, spesso messi ai margini, costretti ad emigrare da una testata all’altra, per cercare un po’ di spazio. Quello che è successo con la tua esclusione delle "penne" de l’Unità è, credimi, più di una medaglia al valore. E’ la testimonianza che la tua integrità morale e intellettuale non è in vendita. Non sei uno disponibile al compromesso che si accontenta di poter dire e scrivere alcune (magari, in taluni casi, anche quasi tutte) le verità. Non sei uno di quelli che può scrivere sull’organo di un partito che non si accoda a qualche protettore, mostrandosi a questo fedele anche finendo in penose contraddizioni. Se tu ti fossi scelto un riferimento politico, dentro l’oligarchia, saresti stato accolto a braccia aperte. Pensa però che oggi, quanti potevano avere dei dubbi sulla tua coerenza, dovranno toglierseli, perché a differenza di altri tu non ti chini, non cerchi protettori, difendi la tua libertà ed indipendenza. Non è una novità, caro Elio, è la "condanna" che sistematicamente aspetta chiunque, sia persona o soggetto collettivo, sceglie di essere libero e mai disposto a tacere delle verità e dei fatti che il "potere" non gradisce. Come puoi pensare di poter scrivere sul giornale di un partito che per garantirsi maschere e paraventi ha dato persono la "scalata" a movimenti antimafia e ambientalisti, per il solo fine di piegarli, con il ricatto e la clientela, e garantirsi, al bisogno, il "bollino" per ingannare ancora una volta le persone, rubando sogni e speranze soprattutto alle nuove generazioni? Non è possibile. E’ la normalizzazione, Elio. Tutto qui. Si fiero di ciò che è accaduto e ricorda che vi è una cosa che non possono toglierti (toglierci): la dignità e, con questa, la possibilità di continuare a fare informaz
ione non solo nella "rete" ma anche nelle piazze e nelle strade, dove davvero si può, passo dopo passo, ricostruire quella fiducia e appartenenza ad una comunità di persone coscienti della realtà, che decide di muoversi, di mettersi in gioco e di liberare il Palazzo. Ecco, l’Unità ha scelto definitivamente la linea dei "marchettari", alla Fierro per intenderci. Potevano anche scegliere di usarti per qualche articolo ancora, salvandosi la faccia… ed invece hanno gettato la maschera. Da quel momento, da quella scelta, l’Unità ha dimostrato di non essere credibile. Tu invece si, sei credibile. Un abbraccio. Cristhian e Simona con l’Ufficio di Presidenza della Casa della Legalità e della Cultura Genova
(7) Gentile Dott.Veltri, Domani sabato 25 ottobre io sarò a Roma. La conosco da molto tempo e so che lei non ci sarà. Mi dispiace questo. Domani sarà una occasione per contrastare questi buffoni, forse l’ultima. Si dovrebbero mettere da parte le vecchie ruggini e partecipare. Comunque continuerò a seguirLa e un saluto caro. Attilo
Verga, Napoli, Italia
Non mi meraviglio affatto per i comportamenti della direttrice e sono convinto che un direttore di giornale può scegliere i colllaboratori che vuole (l’ho anche scritto). Non tollero la maleducazione. Avrei apprezzato molto che la direttrice avesse detto: caro Veltri, il giornale cambia linea e non posso tenere i collaboratori di prima. Invece l’ha tirata in lungo per due mesi, ha chiesto scusa due volte e non si è assunta nessuna responsabilità alla luce del sole.
Elio Veltri
(10 novembre 2008)
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