Emergenza padani

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Molto brutto è il panorama
e perciò Bobo proclama,
come boss del Viminale,
l’emergenza nazionale.

“In sei mesi raddoppiati
son gli sbarchi d’immigrati.
Da ogni spiaggia, da ogni costa,
da Marsala fino a Aosta,

fa gran passi l’invasione!
Un decreto ormai s’impone
e per l’incolumità
di persone e di città

dagli attacchi d’immigrati,
noi, padani neocrociati,
decretiamo l’emergenza.
Lo facciamo, in confidenza,

per il ben dei clandestini,
perché possan, poverini,
stare in case, non in tende
ed in condizioni orrende…”

Al padan seguono a ruota
i sodal, per primo Cota:
“E’ un segnale per l’esterno,
capiranno che il governo

si prepara per davvero
alla tolleranza zero!”
Poi l’ignobile Borghezio,
evidentemente in screzio

ormai da un’eternità,
con buon senso e civiltà:
“Lotta ai clandestini, alé,
è con noi tutta la Ue!”

Sull’Italia sotto assedio
tace Bossi, dito medio,
come tace il Cavaliere,
impegnato a sostenere

che da quando ci amministra
fa sol leggi di sinistra.
Ha un rimpianto solamente:
non poter frustar la gente,

come fanno a Singapore
dove vivon nel nitore
per timor delle frustate.
Nel sentir tante cazzate,

confermiamo l’emergenza:
a Maroni, a Sua Indecenza,
all’Umberto e ai suoi padani
daran certo gli italiani,

al momento ancora pochi
e, purtroppo, molto fiochi,
ma testardi come un mulo,
non frustate, calci in culo.

(30 luglio 2008)



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